Ceta, i Verdi Europei scrivono al premier canadese. NoTtip: «Su OGM e pesticidi si deciderà in segreto»

M5S: nel Ceta una pagina in bianco da riempire con i nuovi criteri su OGM ed energia

[13 Febbraio 2017]

Il 15 febbraio il Parlamento europeo voterà il Comprehensive economic and trade agreement (Ceta), il trattato col Canada che stabilirà anche quali alimenti sono sicuri e possono essere venduti nell’Ue.  In occasione della visita a Srasburgo del premier canadese Justin Troudeau per il voto sul Ceta, i leader dei Verdi Europei Monica Frassoni, Reinhard Bütikofer, Ska Keller e Philippe Lamberts gli hanno inviato una e lettera nella quale sottolineano che «I Verdi Europei sono amici del Canada, una grande nazione impegnata in prima linea nella lotta al cambiamento climatico e nella protezione dei diritti di rifugiati, donne e minoranze. Ciononostante, ribadiamo la nostra opposizione al trattato Ceta, che consideriamo avvelenato dall’inizio da negoziati opachi, a cui il pubblico ha avuto scarse (e tardive) possibilità di prendere parte. Siamo fermamente contrari a un trattato così spregiudicatamente favorevole alle grosse multinazionali a scapito non solo del settore pubblico e degli interessi di lavoratori, consumatori e cittadini, ma anche degli stessi impegni per la protezione dell’ambiente».

I Verdi europei ricordano: «Poiché il Ceta è un trattato misto, dovrà prima passare al vaglio della Corte di giustizia dell’Unione europea e poi essere ratificato da tutti i 28 Stati membri. Durante questo lungo e laborioso processo, ci auguriamo che sia la Commissione europea sia il Canada decidano di ripensare il sistema di investimento, dirottandolo verso una più equa protezione dei diritti dei consumatori e delle clausole di protezione dell’ambiente, così da favorire un commercio internazionale aperto e giusto, lontano dai protezionismi e dall’asservimento alle multinazionali».

L’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Dario Tamburrano spiga che «Il voto del Parlamento Europeo è l’ultimo atto per applicare il Ceta a titolo provvisorio e a tempo indeterminato, aggirando così il prevedibile no di alcuni Parlamenti degli Stati Ue alla ratifica del trattato. La ratifica rimane pur sempre necessaria, ma è rimandata ad un futuro indefinito. Il Ceta è una riforma istituzionale nascosta perché subordina la possibilità dell’Ue e degli Stati di prendere decisioni nel pubblico interesse al fatto che queste decisioni non comportino la creazione di nuove barriere commerciali col Canada e non limitino il vasto raggio d’azione concesso dal trattato agli investitori canadesi nell’Ue. Il trattato fra l’altro fissa amplissimi spazi per l’intervento dei privati nei servizi (scuola, salute, acqua…) e detta i criteri cui gli Stati devono attenersi per concedere permessi e licenze relativi alle attività economiche».

Sulla questione interviene nuovamente anche la Campagna Stop Ttip Italia che lancia un nuovo allarme: «A soli due giorni dal voto del Parlamento Europeo sul Ceta, l’accordo di libero scambio tra Canada e Ue, la maggioranza degli eurodeputati sembra non aver ancora letto il testo. In molti tentano di rassicurare le migliaia di persone che, insieme alla Campagna Stop Ttip Italia, stanno scrivendo e telefonando ai loro uffici, con la richiesta di respingere un trattato dai gravi impatti sociali e ambientali. Le 1600 pagine del Ceta, infatti, sono dense di concreti pericoli per la salute dei cittadini e per l’ambiente.

Tamburrano invece quel testo lo ha letto e denuncia:  «E’ lasciata volutamente in bianco una pagina sepolta fra gli allegati del trattato Ceta fra UE e Canada che verrà votato mercoledì dal Parlamento europeo. I burocrati del Ceta Joint Committee, che operano al di fuori del controllo democratico, riempiranno questa pagina con i criteri per stabilire se gli alimenti canadesi offrono un livello di sicurezza adeguato agli standard europei. In sostanza si tratta di stabilire se la carne agli ormoni e i cibi OGM consumati in Canada possono essere venduti anche nell’Ue».

Secondo  Stop Ttip Italia, «Il rischio di ingresso di OGM e pesticidi attualmente vietati è non solo possibile, ma altamente probabile, così come l’importazione di prodotti derivati da animali trattati con ormoni della crescita. Più volte la Commissione Europea ha tentato di smentire con dichiarazioni nette questi rischi. Il ruolo del pompiere, in Italia, lo ha svolto il ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda. Ma le rassicurazioni di Roma e Bruxelles non trovano riscontro sul testo consolidato del Ceta, che anzi le priva di ogni fondamento.

È sufficiente leggere l’allegato 5-D, che traccia le linee guida per il riconoscimento di equivalenza delle misure sanitarie e fitosanitarie nei due Paesi. Stando al Ceta, è possibile ottenere il mutuo riconoscimento di un prodotto – e quindi evitargli nuovi controlli nel Paese in cui verrà venduto – se si è in grado di dimostrarne «oggettivamente» la sostanziale equivalenza con quelli commercializzati dalla controparte.  La sostanziale equivalenza si valuta in base ad una serie di criteri o linee guida. Ma il testo del Ceta non le ha mai definite.

Quel paragrafo cruciale, sulla determinazione e il riconoscimento dell’equivalenza, è lungo mezza riga e dice così: “Saranno concordate in un secondo momento”».

A proposito di OGM e carne canadese agli ormoni, Tamburrano evidenzia che «Non c’é solo la pagina in bianco sulla sicurezza alimentare. Il Ceta istituisce una cooperazione normativa fra Canada ed Ue che prevede fra l’altro un comune approccio agli OGM non più basato sul principio di precauzione europeo».

Ma il trattato tra Ue (importatrice) e Canada (esportatore) riguarda anche l’energia: «Sempre nel campo della cooperazione normativa – spiega ancora Tamburrano – il Ceta stabilisce un comune approccio “tecnologicamente neutro” all’industria. Significa, ad esempio, impedire ai legislatori di privilegiare le rinnovabili o di penalizzare il nucleare».

Monica Di Sisto, portavoce della Campagna Stop TTIP Italia, non ha dubbi:  «Il Ceta fallisce clamorosamente nel tutelare la salute dei cittadini e dell’ambiente Invece di vietare chiaramente l’ingresso di alimenti geneticamente modificati e sostanze chimiche tossiche, spalanca le porte a una deregolamentazione violenta e irreversibile. Questo accordo contiene espressioni vaghe e pericolosissime, e potrà essere implementato anche dopo la ratifica dall’organismo di cooperazione regolatoria, un gruppo di tecnici il cui operato non è soggetto ad alcun controllo pubblico. Tutto questo è inaccettabile, il Parlamento Europeo non può mettere la testa dei cittadini sotto la scure del grande business. Gli eurodeputati italiani devono respingere il Ceta e rispettare le richieste della società civile».