I lavoratori italiani disponibili non bastano per sostituire i migranti e dovranno essere pagati di più e spesso non hanno nessuna esperienza

Coronavirus: il prezzo di frutta e verdura sale 40 volte più dell’inflazione. Coldiretti: «Sos lavoro»

Il governo: verso Piano di azione emergenziale per il lavoro agricolo e più tutele per i lavoratori

[16 Aprile 2020]

Per Coldiretti, l’aumento dei prezzi di frutta e verdura per i consumatori ad un tasso superiore di 40 volte quello dell’inflazione «E’ un pericoloso segnale di allarme sullo sconvolgimento in atto sul mercato di frutta e verdura con le difficoltà nelle esportazioni, la chiusura delle mense e dei ristoranti e la mancanza di lavoratori stranieri che alimentano anche speculazioni con compensi che in molti casi non coprono neanche i costi di produzione degli agricoltori».

Coldiretti spiega che, sulla base dei dati Istat relativi all’inflazione a marzo, «Si evidenziano al dettaglio nel carrello della spesa sulla frutta del 3,7%, con punte del 4% per le mele e del 4,1% per le patate, a fronte del dato medio sull’inflazione in discesa allo 0,1%».

Secondo l’analisi Coldiretti/Ixe «Quasi quattro aziende ortofrutticole su dieci (38%) sono in difficoltà’ anche per il cambiamento delle modalità di acquisto con gli aumenti mensili di spesa che vanno dal +14% per la frutta al +24% per gli ortaggi nei supermercati che non hanno compensato le perdite all’estero e nella ristorazione». In questo momento di difficoltà per aiutare il Made in Italy, Coldiretti consiglia di «comperare direttamente dagli agricoltori nelle fattorie e nei mercati di Campagna Amica che in molte città ha organizzato anche servizi di consegna a domicilio ma anche nei negozi e nei centri della grande distribuzione privilegiando l’acquisto di frutta e verdura nazionali riconoscibile dall’obbligo di indicare l’origine su etichette e cartellini».

La più grande associazione agricola italiana dice che «La situazione è drammatica per molti agricoltori con i raccolti, già impoveriti dall’alternarsi di gelo e siccità per un andamento climatico del tutto anomalo al quale si aggiungono gli effetti della mancanza di almeno 200mila lavoratori stagionali che mette a rischio le forniture alimentari degli italiani. Con l’avanzare della stagione a rischio c’è più di un quarto del Made in Italy a tavola che viene raccolto nelle campagne da mani straniere che arrivano ogni anno dall’estero, fornendo il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo l’analisi della Coldiretti».

Il Covid-19 sta mettendo impietosamente a nudo non solo i danni fatti con i tagli, la privatizzazione e regionalizzazione della sanità, ma anche le falsità di una retorica xenofoba, sovranista e fascistoide che ha dipinto i migranti e i lavoratori stranieri come ladri di lavoro.

Senza quelle braccia bisogna trovare alternative e saranno comunque più costose. Infatti, «Per combattere le difficoltà occupazionali in Italia, garantire le forniture alimentari e stabilizzare i prezzi e l’inflazione con lo svolgimento regolare delle campagne di raccolta in agricoltura» Coldiretti ha varato la banca dati “Jobincountry” autorizzata dal Ministero del Lavoro con le aziende agricole che assumono alla quale sono già arrivate 1.500 offerte di lavoro. Ma coldiretti evidenzia che «Per consentire a tanti cassaintegrati, studenti e pensionati italiani che si sono proposti lo svolgimento dei lavori nelle campagne è necessaria però subito una radicale semplificazione del voucher in un momento in cui scuole, università attività economiche ed aziende sono chiuse e molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare una occasione di integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle campagne».

Ma gli italiani disponibili a fare il faticoso lavoro dei migranti non basteranno. E’ la stessa Coldiretti ad avvertire che «Serve però intervenire urgentemente con raccolta in corso per fragole, asparagi, carciofi, ortaggi in serra (come meloni, pomodori, peperoni e melanzane in Sicilia) e in pieno campo. Con l’aprirsi della stagione i prodotti di serra lasceranno il posto ai prodotti all’aperto, partendo dal sud per arrivare al nord. Le raccolte di frutta delle prossime settimane partiranno tra una decina di giorni con la raccolta delle prime ciliegie in Puglia, a seguire partirà la raccolta delle albicocche, poi prugne e pesche, sempre iniziando dal meridione, per poi risalire lo stivale ed arrivare, con la scalarità delle diverse varietà fino a settembre. A maggio inizia la raccolta dell’uva da tavola in Sicilia, a giugno le prime pere, ad agosto le prime mele e l’inizio della vendemmia mentre a ottobre inizia la raccolta delle olive e a novembre quella del kiwi».

Forse qualcuno comincerà a capire dove finivano davvero i migranti, i clandestini, che si favoleggiava villeggiassero in alberghi a 5 stelle e piscina con Wi-Fi gratuito: erano dall’alba al tramonto a raccogliere la frutta e verdura che finisce sulle nostre tavole e che ora rischia di marcire nei campi. E lo facevano e lo fanno per un compenso che per molti lavoratori italiano non rappresenta nemmeno un sussidio, vivendo in condizioni spesso terribili e schiavizzati da caporali.

Per questo il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, oltre a ribadire la richiesta di introdurre al più presto i voucher semplificati chiede al governo di non dimenticare «La ricerca di accordi con le Ambasciate per favorire l’arrivo di lavoratori stranieri che nel tempo hanno acquisito spesso esperienze e professionalità alle quali ora è molto difficile rinunciare» Coldiretti ricorda che con la campagna “Braccia per riempire il tuo piatto” alla quale in Francia hanno risposto 207.000 candidati che hanno risposto all’appello ai disoccupati o cassaintegrati a unirsi «al grande esercito dell’agricoltura francese», del ministro dell’agricoltura Didier Guillaume, secondo gli agricoltori francesi, «Se da un lato si è registrato una grande voglia di collaborazione dei cittadini nei confronti dell’agricoltura meno incoraggianti purtroppo sono stati i risultati dal punto di vista della professionalità e capacità di personale proveniente da esperienze completamente diverse».

Anche la Cia- Agricoltori italiani ha detto che «La campagna non aspetta. La raccolta di frutta e verdura di stagione sta per iniziare, e da qualche parte è già in corso, quindi occorrono misure urgenti per reclutare 250.000 lavoratori in grado di garantire l’approvvigionamento di cibo fresco sugli scaffali dei supermercati. È quanto sostiene Cia-Agricoltori Italiani che sollecita il Governo ad assicurare risposte rapide alle aziende agricole del Paese per non correre il rischio di distruggere un anno di lavoro. Le proposte sul tavolo sono note: regolarizzare gli immigrati che ogni anno sono fondamentali nel periodo della raccolta; introdurre agili strumenti, come i voucher, per azzerare la burocrazia e assumere studenti, disoccupati e cassaintegrati; creare una green line con i Paesi dell’Est Europa, sulla scia delle raccomandazioni dell’Ue, per favorire il trasferimento dei lavoratori».

Secondo il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, «Il dibattito in corso non può continuare all’infinito, è arrivato il momento dei fatti. Servono interventi immediati e chiari per consentire alle aziende di assumere manodopera in grado di iniziare e portare a termine la raccolta di frutta e verdura di stagione fondamentale per l’approvvigionamento degli scaffali. L’agricoltura è il pilastro del Paese in questo momento di emergenza e bisogna fornire le aziende agricole di tutti gli strumenti necessari per portare avanti questa missione fondamentale per tutta la comunità».

La risposta a Coldiretti e Cia è arrivata oggi dal governo italiano ha annunciato un Piano di azione emergenziale per il lavoro agricolo e che i ministeri di agricoltura, lavoro e interni stanno accordandosi su «un testo condiviso per l’attuazione delle misure del Piano triennale di prevenzione e contrasto al caporalato, con un’urgente mappatura dei fabbisogni di lavoro agricolo; l’utilizzo delle progettualità già finanziate dai ministeri del lavoro e degli interni per affrontare l’emergenza; l’accelerazione della piattaforma utile all’incontro domanda e offerta presente nel piano di prevenzione del caporalato, da attivare anche in forma emergenziale; lo sblocco del “DPCM flussi 2020”, il cui testo, già pronto e condiviso tra le amministrazioni, può garantire la conversione dei contratti stagionali già in essere e l’utilizzo delle 18 mila quote di ingressi stagionali riservate ad agricoltura e turismo».

Durante Question Time alla Camera dei Deputati, la ministra per le politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova ha sottolineato che in Italia «trovano occupazione oltre 346 mila stranieri provenienti da ben 155 Paesi diversi, che con oltre 30 milioni di giornate lavorative rappresentano il 26,2% del totale del lavoro necessario nelle campagne italiane. Quasi la metà degli stranieri occupati in agricoltura si concentra in 15 province dove sono molti i distretti agricoli nei quali i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale. Tuttavia l’attuale situazione emergenziale sta amplificando le disperate condizioni di migliaia di soggetti in condizioni di fragilità, oggetto spesso di sfruttamento sul lavoro. Sono già in corso misure di potenziamento delle azioni di tutela della salute dei cittadini migranti, residenti negli insediamenti irregolari, per prevenire la diffusione del contagio da Covid-19 in contesti particolarmente a rischio, e la proroga al 31 dicembre dei permessi di soggiorno dei lavoratori stagionali approvata in Senato».

La Bellanova ha annunciato anche «Un’azione organica volta a garantire salute e sicurezza sociale alla persona, unitamente alla salvaguardia del sistema agricolo che, anche in questo momento di crisi, rappresenta una risorsa fondamentale del Paese. Sono impegnata a condividere -ha spiegato la ministra Bellanova- l’elaborazione di una proposta normativa volta a prevedere, a fronte dell’immediata disponibilità di un contratto di lavoro, la regolarizzazione dei cittadini stranieri già presenti in Italia. E sul tema della manodopera agricola sto lavorando per introdurre misure finalizzate all’attivazione di contratti di lavoro anche con percettori di prestazioni di sostegno al reddito».