Danni della fauna selvatica in Toscana, Coldiretti e Cia: «Non se ne può più»

Preoccupazione dopo che la Corte Costituzionale ha bocciato la riforma della Regione

[6 Giugno 2016]

Coldiretti Toscana ha inviato una nota al presidente della Regione, Enrico Rossi, e all’assessore all’agricoltura, Marco Remaschi, nella quale sottolinea che «E’ ormai diventato un costo di produzione insostenibile quello che sono costrette a subire le nostre aziende per i danni provocati dagli animali selvatici, cinghiali ed altri ungulati, oltre ai lupi o agli ibridi di questi ultimi».

Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana, accusa la Regione: «Continuano ad essere richiesti interventi e segnalati danni, ma nulla si muove. La sentenza della Consulta dello scorso aprile, riferita alla illegittimità costituzionale di una parte della legge regionale n. 88 del 2014, rischia di complicare una situazione che era già in fase di stallo e che, di fatto,  impediva di svolgere efficacemente il proprio compito anche agli Ambiti Territoriali di Caccia (Atc)».

La sentenza della  Corte Costituzionale che dichiara illegittima la riforma della Regione preoccupa anche l’altra grande associazione agricola, la Confederazione italiana agricoltori (Cia), che aveva già sollecitato la Giunta regionale e l’assessore Remaschi, «affinché ci sia l’immediata attivazione del provvedimento per la nomina degli attuali presidenti degli Atc toscani in Commissari, con l’obiettivo di non bloccarne le normali attività, fondamentali per la salvaguardia della nostra agricoltura».

La Cia spiega che «La bocciatura da parte della Corte Costituzionale della riforma della Regione Toscana in termini di ampliamento degli Ambiti territoriali di caccia (Atc) – che scendono a nove e corrispondono ai territori delle ex province (con accorpamento di Firenze e Prato) – dichiarandola “illegittima”. La Consulta, infatti, era stata coinvolta da un ricorso in via interpretativa da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, contro la legge regionale toscana 88 del 2014 (in relazione alla lettera ‘s’ dell’art.117 della Costituzione). La Cia Toscana si è subito attivata con la Regione sollecitando una rapida soluzione attraverso il provvedimento prospettato dalla Giunta regionale: «Il provvedimento che porterà alla nomina dei Commissari permetterebbe di evitare gravi problemi alle nostre aziende agricole, proseguendo con tutte le attività degli Atc fra cui la verifica dei danni causati dagli ungulati; proseguire con la caccia di selezione; il controllo delle aree rurali evitando una selvaggia proliferazione di animali selvatici; art.37 della legge regionale (controllo fauna selvatica). Siamo fiduciosi in una rapida risoluzione, dopo lo “stop” alla legge»

La nota di Coldiretti evidenzia però che «Anche l’operatività degli Atc era già di fatto in stallo per la complessità burocratica innescata dalla Delibera della Giunta Regionale n. 310 dell’11 aprile scorso» e Antonio De Concilio, direttore Coldiretti Toscana, aggiunge che «Con questa delibera si sono individuate procedure complicate e lunghe, quando gli interventi richiesti dalle aziende dovrebbero essere immediati, se si vuole evitare l’amplificarsi a dismisura del danno. Vi è inoltre la necessità di individuare in modo chiaro quali siano le aree coltivate in cui la fauna può essere presente rispetto a quelle in cui non può esserlo, le cosiddette aree vocate e non vocate. Noi abbiamo indicato in modo puntuale quale debba essere la cartografia da adottare, conforme a quanto prescritto dalla legge regionale n. 10 del febbraio 2016». Secondo Coldiretti Toscana «La fauna selvatica, stimata in oltre 400mila esemplari (200mila cinghiali, 200mila caprioli, 8mila daini, 4mila cervi), oltre a produrre danni milionari ogni anno alle coltivazioni e a scoraggiare la presenza dell’attività agricola nelle zone montane e più difficili, sono causa di almeno 300 incidenti stradali all’anno».

In un volantino diffuso da Coldretti Toscana e recapitato anche a Rossi e Remaschi si fa un bilancio della situazione: «I danni alle colture e alle produzioni causate dalla fauna selvatica sono in continuo ed esponenziale aumento. Nel 2016, complici il passaggio di competenze dalle Province alla Regione e le nuove disposizioni emanate dal governo regionale, non sono stati neppure realizzati, se non in minima parte, gli interventi di contenimento degli animali. I mancati e insufficienti interventi hanno prodotto un’esplosione dei danni sulle aree coltivate ma anche rischi per i cittadini. A complicare la situazione, la mancata applicazione della legge obiettivo con cui la Toscana ha dichiarato di voler correre ai ripari contro l’esubero dei selvatici. Il rischio più grave è rappresentato dai cinghiali, responsabili in Toscana dei due terzi dei danni alle colture agricole. Il piano di controllo approvato recentemente dalla Regione non ha modificato sostanzialmente le modalità di gestione di questo ungulato. Il numero di animali presenti sul territorio quindi continuerà a crescere. Con una serie di artifici, infatti, le aree vocate, che avrebbero dovuto essere ridimensionate, sono aumentate, con conseguenze che si annunciano drammatiche per gli imprenditori agricoli. Ancora una volta quindi l’agricoltura viene sacrificata sull’altare di una gestione faunistica approssimativa e inefficace. L’equazione più cinghiali meno agricoltura continua a produrre risultati devastanti per il settore che, con l’avanzata della fauna selvatica, vede aumentare la moria di imprese e la scomparsa di realtà importanti per l’economia e il presidio del territorio».