Fao, i legumi fanno bene alla salute e all’ambiente (e all’economia)

Rappresentano una fonte nutrizionale eccezionale per la dieta umana, e aumentano la fertilità dei suoli

[20 Aprile 2016]

«I legumi fanno bene sia alle persone che ai suoli» ha affermato Eduardo Mansur, direttore della divisione Terra e acqua della Fao, ad un evento volto a mettere in luce il promettente futuro dei semi commestibili, come lenticchie, ceci e piselli – tutti spesso trascurati a beneficio dei principali cereali di base. L’evento, intitolato “Soils and pulses; symbiosis for life” (Suoli e legumi – simbiosi per la vita, NdT) e sponsorizzato dalla Rappresentanza permanente d’Italia presso la Fao, guidata dall’ambasciatore Pierfrancesco Sacco, da Bioversity international e dalla Fao stessa, ha messo il risalto il forte legame tra l’Anno internazionale dei legumi 2016 e l’Agenda dello sviluppo sostenibile 2030.

Gli interventi hanno sottolineato come i legumi rappresentino una fonte nutrizionale eccezionale per la dieta umana, siano economici all’acquisto, usino relativamente poca acqua rispetto ad altre fonti di proteine, e richiedano l’utilizzo di meno fertilizzanti industriali. Sono anche senza glutine, ha notato Mansur. Somministrando per 60 giorni lenticchie ricche di ferro a bambini dello Sri Lanka si è registrato un miglioramento del 90 per cento dei loro valori ematici, dimostrando la notevole efficacia dei legumi nell’affrontare problematiche come l’anemia e la malnutrizione nei paesi in via di sviluppo. Questo quanto sottolineato Mahmoud Solh, direttore generale del Centro internazionale per la ricerca agricola nelle zone aride (Icarda).
I legumi possono anche fissare notevoli quantità di azoto nel terreno, rafforzandone la fertilità e riducendo – di milioni di tonnellate a livello globale – la necessità di aggiungere nutrienti alle colture. Le fave sono ineguagliabili in questo, ma anche i fagioli secchi possono aggiungere fino a 70 Kg di azoto per ettaro – ha sottolineato Solh, intervenendo da Marrakech, dove Icarda e Fao stanno tenendo un seminario per promuovere l’utilizzo dei legumi nell’agricoltura africana. Paola De Santis, ricercatrice presso Bioversity international, ha presentato un progetto portato avanti dalla sua organizzazione in Uganda, Cina e altri paesi per migliorare la qualità dei semi e sostenere la produttività e la diversità genetica delle varietà di legumi,  per rendere queste piante più resistenti a malattie e infestazioni.

I legumi hanno ottime potenzialità anche nei paesi ricchi, per via delle loro proprietà salutari e ambientali. Michele Pisante, del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, ha sottolineato come alternare legumi alla coltura di cereali può evitare l’utilizzo di 88 Kg di azoto per ettaro in Europa, dove l’utilizzo di fertilizzanti è alto per gli standard internazionali.

Altri partecipanti hanno messo l’accento sul fatto che i legumi tipicamente offrono ai contadini margini di guadagno maggiori rispetto ai cereali e possono quindi giocare un ruolo chiave non solo per la salute e l’ambientale, ma anche per nella lotta alla povertà. «L’agricoltura ha un ruolo sempre più strategico nelle nostre vite», ha affermato Aydin Adnan Sezgin, rappresentante permanete della Turchia presso la Fao e co- presidente del Comitato direttivo dell’anno internazionale dei legumi. Si è discusso anche di possibili misure politiche. Diversi interventi hanno fatto notare i benefici ottenibili sostenendo tramite sussidi la produzione di legumi, in maniera simile a quanto avviene comunemente per i cereali. Il ruolo dei piccoli produttori richiede particolare attenzione, soprattutto in un’epoca nella quale sistemi alimentari e catene di approvvigionamento sono sempre più interconnesse – ha affermato Wafaa El-Khoury, specialista del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad). Senza misure a loro sostegno, un aumento di produzione dal solo lato delle grandi imprese agricole, potrebbe spingere i piccoli produttori ai margini.

L’Anno Internazionale dei legumi offre l’opportunità per affrontare temi di grande rilievo per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile – che includono la sconfitta della fame, promuovere la salute e assicurare a tutti accesso all’ acqua pulita – ha affermato Andrea Olivero, chiudendo l’evento: «Sia i consumatori sia i produttori trarranno beneficio dalla disponibilità di maggiori informazioni».