Gravi intimidazioni a Marco Omizzolo, l’ambientalista che denuncia lo sfruttamento dei migranti nell’Agro Pontino

La solidarietà di Legambiente, Sindaci di Latina e Reti di Giustizia

[10 Marzo 2018]

Marco Omizzolo, sociologo della cooperativa In Migrazione e noto esponente di Legambiente, ha subito un grave atto intimidatorio (e non è il primo): il cofano e i vetri della sua auto sono stati sfondati e  i pneumatici squarciati.

Ormizzolo si occupa da diversi anni di migranti e ha più volte denunciato, anche con dettagliati dossier, il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento degli stranieri nei campi.

Legambiente ha espresso subito la sua solidarietà e vicinanza: «E’ di queste ore la notizia di un grave atto intimidatorio compiuto ai danni di Marco Omizzolo, già presidente del Circolo Larus Legambiente Volontariato di Sabaudia e oggi fortemente impegnato nella denuncia dello sfruttamento dei lavoratori migranti nel basso Lazio e nell’Agro Pontino in particolare. Nei confronti di atti vili di questo tipo, peraltro non nuovi nella provincia di Latina, Legambiente esprime forte condanna».

Alla solidarietà del Circolo locale del Cigno Verde si uniscono anche Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente, e Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, che in una dichiarazione congiunta evidenziano che «I gravi atti intimidatori subiti nelle ultime ore, riconducibili all’impegno di Omizzolo sul tema dello sfruttamento dei braccianti agricoli nella Provincia di Latina e del caporalato, risultano essere intollerabili in una società democratica e sui quali occorre fare una seria e profonda riflessione». Legambiente si augura che «I responsabili dell’atto vandalico perpetrato, vengano immediatamente individuati e assicurati alla giustizia, confidando nel buon operato della magistratura e delle forze dell’ordine».

Per l’associazione Reti di Giustizia, «Questo è l’ennesimo atto intimidatorio ricevuto dal sociologo per il suo impegno nel Sud pontino nella lotta al caporalato, sistema di sfruttamento subito principalmente da lavoratori indiani sikh, costretti a lavorare in condizioni estreme e di ricatto, come fossero veri e propri schiavi. L’impegno di Marco lo conosciamo da tempo e abbiamo avuto l’opportunità di collaborare con lui, per questo ci sentiamo vicini all’operato che con dedizione, cuore e coraggio porta avanti in difesa di chi quotidianamente subisce i soprusi di caporali, imprenditori senza scrupoli e mafie, in un territorio dove in molti preferiscono girare la testa dall’altra parte e fare finta di nulla. Non dobbiamo lasciare da solo Marco e chi come lui combatte sul nostro territorio per la dignità del lavoro, la libertà e la giustizia sociale».

Solidarietà a Omizzolo è stata espressa anche dal sindaco di Latina Damiano Coletta: «L’atto intimidatorio messo a segno nei giorni scorsi ai danni di Marco Omizzolo non è purtroppo un episodio isolato ma l’ennesima azione vandalica subita dal giornalista e sociologo impegnato da anni sul territorio nel raccontare il fenomeno delle agromafie e, in particolare, del caporalato quale pratica criminale che calpesta la dignità umana e lavorativa delle persone alimentando illegalità e violenza. A Marco va tutta la mia solidarietà e il sostegno pieno dell’amministrazione comunale, nonché l’invito a continuare nel suo prezioso lavoro di denuncia e ricerca della verità. Un lavoro analitico, fatto di coraggio, coerenza, professionalità che ci testimonia di storie e fatti che riguardano tutti e ci ricordano quanto è importante tenere gli occhi sempre aperti su ciò che succede a pochi passi dalle nostre case, intraprendendo quel cammino che ci rende una società civile, cittadini consapevoli e responsabili».