Il rilancio in ottica sostenibile parte da ragazze e ragazzi

L’agricoltura guarda ai giovani, ma la campagna rimane dei vecchi

Gli operatori in Toscana hanno un'età media di 63 anni, gli under 40 sono solo il 7-8%

[3 Febbraio 2014]

Oggi a Firenze si è tenuta la quarta assemblea regionale elettiva dei giovani della Confederazione italiana agricoltori (Cia) dalla quale è emerso che «un vero ricambio generazionale per l’agricoltura toscana, che potrà essere conseguito solo quando le imprese raggiungeranno una giusta sostenibilità economica e sociale». L’Associazione giovani imprenditori agricoli (Agia) della Cia Toscana sottolinea che «L’agricoltura toscana è vecchia. In Toscana  la media degli operatori del settore è di circa 63 anni, con un incidenza dei giovani (under 40) pari a poco più del 7%, dato confortante se paragonato a quello nazionale (3,8% circa), tuttavia non sufficiente. E’ necessario invertire il trend: per questo l’Agia si è fatta promotrice nei confronti della Regione di iniziative specifiche».

Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana, ha detto che «Fra i temi al centro del dibattito  c’è il “pacchetto giovani del Psr”. Alla luce della scarsa incisività delle della misura dedicata al primo insediamento è stato richiesto di modificarne l’impostazione, passando così ad una nuova formula capace di sostenere un progetto di impresa più organico. Il responso positivo da parte della Regione si è tradotto in una partecipazione consistente di aziende, oltre 600 giovani hanno risposto al bando, beneficiando di una dotazione complessiva messa a disposizione dall’Ente di circa 50 milioni di euro. In cambio di questo sostegno i giovani daranno un importante impulso al settore, proprio per un fatto anagrafico le aziende “young” hanno un dinamismo diverso, investono molto in tecnologia ed innovazione, e son più propense a promuovere i prodotti all’estero. Ad oggi oltre il 30% di queste aziende vende oltre confine. I giovani stanno portando una nuova imprenditorialità nel settore agricolo, e pur essendo pochi, i dati dimostrano che le loro aziende oltre ad avere una superficie maggiore, gli garantiscono un 15% di fatturato in più».

Chiara Innocenti, presidente Agia CIa Toscana, ha evidenziato l’importanza della Banca della Terra per «Garantire una mobilità fondiaria capace di dare la possibilità alle imprese agricole di strutturarsi in termini dimensionali ed aumentare la loro competitività è ormai un elemento imprescindibile. La proposta di realizzare un “contenitore” dove all’interno potessero incontrarsi la domanda e l’offerta di terreno, è stato raggiunto con la realizzazione della Banca della Terra. Il progetto, ancora in fase di rodaggio, si pone come obiettivo di mettere a disposizione degli agricoltori, prioritariamente a quelli giovani, i terreni demaniali, quelli incolti, e tutti quelli derivanti dai privati interessati al progetto. Mettere in sinergia le proprietà pubbliche con quelle private è essenziale per la realizzazione di un contesto omogeneo dell’offerta in ogni territorio, rendendo funzionale e appetibile il sistema di recupero del terreno alla produttività. Lo sfruttamento dei terreni incolti è una priorità – aggiunge Innocenti – non ci possiamo più permettere che potenzialità produttive rimangano dormienti ed inutilizzate. A questo riguardo ci aspettiamo un applicazione rapida del regolamento specifico già previsto dalla Regione Toscana».

Il 2014 sarà un anno decisivo per la nuova Politica agricola cmune (Pac) e l’Agia punta a svolgere un ruolo forte per garantire che i giovani siano sempre più protagonisti nel settore agricolo: «L’imprenditoria giovanile dovrà essere valorizzata sia nel primo pilastro (aiuti diretti) che sul secondo (Psr – Piano s di sviluppo rurale), per questo sarà necessario a tutti i livelli stimolare gli organi di governo competenti, in modo da usufruire delle opportunità che il nuovo regolamento riserva ai giovani.  Far emergere le nuove imprese spesso significa introdurre più innovazione e dinamismo; in un settore dove fino ad oggi spesso è stata assente una vera e propria mentalità imprenditoriale, tali caratteristiche possono essere fondamentali per un rapido sviluppo».

All’ordine del giorno dei giovani Cia c’è anche laffiancamento: «Tra le proposte fatte dall’Agia dovrà essere ripresa con forza quella che riguarda la possibilità di creare un percorso di “affiancamento” che tenda a stimolare e valorizzare la partnership tra gli “anziani proprietari” ed i “giovani gestori».

L’altro grosso problema è quello del credito: «Iniziare l’attività agricola necessita di un investimento economico consistente – sottolinea Agia Toscana – e spesso, dove esistono, le risorse proprie si esauriscono nell’acquisto del capitale fondiario. Questo tuttavia non è sufficiente: un’impresa che si definisca tale ha bisogno di svilupparsi investendo su strutture e innovazione in modo da poter essere pronta alle sfide del mercato. Si deve superare l’attuale drammatica e colpevole inerzia del sistema creditizio. Occorre favorire alle imprese agricole l’accesso al credito sia per la gestione corrente che per gli investimenti».

Il Digital divide è un’altra priorità: «La presenza della banda larga nelle aree rurali e svantaggiate: solo il 17% ha una connessione che sfrutta un’ampiezza di banda adeguata ai tempi ed alle esigenze delle imprese agricole».

Anche l’altra grande associazione agricola si occupa di giovani ed annuncia che «In Toscana arrivano i tutors di Coldiretti per gli aspiranti imprenditori agricoli e per tutti coloro che vogliono, e soprattutto sognano, di aprire un’impresa agricola ma non sanno come fare o hanno bisogno solo di qualche incentivo e motivazione per iniziare».

La terra ha ricominciato ad attrarre le giovani generazioni: «Complice le difficoltà occupazionali e di collocamento professionale, ma anche spinti da un desiderio di cambiare stile di vita radicalmente – spiega Coldiretti – il 38% dei giovani toscani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare con una multinazionale (28%) o fare l’impiegato in banca (26%). Addirittura 3 giovani su 4 di chi un lavoro ce l’ha vorrebbero cambiarlo perché infelici».

In Toscana l’8,5% delle imprese agricole  è gestito da un imprenditore under 40 mentre 25% lavora in un’azienda agricola come coadiuvante di un familiare. «Di queste – sottolinea  Coldiretti – circa il 70% opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici. Dentro i numeri ci sta la verità: in Toscana il trend generazionale sta cambiando più veloce che altrove soprattutto grazie agli incentivi e alle risorse messe a disposizione dai piano di sviluppo rurale e dal bando per l’insediamento di nuove aziende agricole della Regione Toscana che hanno permesso a 634 giovani toscani under 40 di coltivare il proprio sogno imprenditoriale. Il 34% dei giovani che hanno fatto domanda sono di età compresa fra i 18 e i 25 anni, il 30% hanno fra i 26 e i 32 anni, il 36% fra i 33 e i 39 anni. Il 66% sono maschi, il 34 % sono donne. I giovani che scommettono tutto sull’agricoltura in Toscana non mancano e molti sono quelli da “convincere” che è la strada giusta».

Paolo Giorgi, delegato regionale Giovani Impresa Toscana, sottolinea che «Il team di tutors è già a disposizione in ogni provincia della nostra regione,offriamo la nostra esperienza, la praticità di tutti i giorni ma senza dimenticarci di ricordare, a chi sta pensando di aprire un’azienda agricola o di provarci, che non sarà facile, e che non bisogna scoraggiarsi o perdersi d’animo. Si investe prima di tutto su se stessi: l’entusiasmo è un elemento decisivo per raggiungere i propri obiettivi. La generazione degli under 40 – conclude Giorgi – appartiene alla generazione digitale, a completo agio con nuovi modi di comunicare e condivisione. Questo ci permette di eliminare filtri, velocizzare le comunicazioni ed avere risposte in breve tempo. L’agricoltura del futuro siamo noi, e prima prenderemo confidenza con questa responsabilità e prima aiuteremo la nostra regione, ed il nostro Paese, ad uscire da questa delicata fase».

Per avere informazione su tutor Coldiretti: http://giovanimpresa.coldiretti.it/ sezione “Consulenza”.