L’Europarlamento vuole una Politica agricola comune più sostenibile

Ambientalisti e mondo del biologico: gli eurodeputati hanno indicato la giusta direzione

[15 Febbraio 2019]

La Commissione ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento europeo ha votato la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce norme sul sostegno ai piani strategici che dovranno essere elaborati dagli Stati membri nel quadro della futura politica agricola comune (Piani Strategici della PAC post 2020).

La Commissione – relatore l’italiano Giovanni La Via di Forza Italia – ha preso in esame 1.796 emendamenti di compromesso concordati tra i diversi gruppi politici, che riassumevano vari emendamenti presentati sullo stesso tema. Il Parlamento europeo, nel suo ruolo di co-decisore della riforma della PAC, aveva presentato a gennaio 7.768 emendamenti alle proposte legislative della Commissione ma i parlamentari hanno dimostrando una forte volontà politica, lavorando energicamente alla definizione di emendamenti di compromesso, per votare i nuovi Regolamenti in Commissione agricoltura entro marzo, cosi da ipotizzare un voto in prima lettura da parte della plenaria dell’attuale Parlamento europeo prima del blocco dei lavori per le elezioni europee di maggio.

Il verde olandese Bas Eickhout, membro della commissione ambiente, ha detto che «i deputati hanno indicato in che direzione dovrebbe andare la riforma della PAC: il voto dimostra che un’altra politica agricola è possibile, vogliamo una politica agricola comune che premia gli agricoltori che contribuiscono al futuro della nostra società e del nostro pianeta migliorando la biodiversità, creando ricchezza e diversi paesaggi e affrontare il cambiamento climatico. Abbiamo chiaramente detto no a una PAC che paghi alla cieca gli ettari, guidi l’intensificazione e conduca alla distruzione dell’ambiente.  Esortiamo pertanto i membri del Parlamento europeo della Commissione Agricoltura, a tener conto di questo voto e di non cedere ai desideri della grande industria agroalimentare: la PAC dovrebbe andare a beneficio di tutti i cittadini, non dei grandi produttori industriali».

Secondo la Coalizione italiana #CambiamoAgricoltura (Aia, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Fai Fondo Ambiente Italiano, Federbio, Isde Italia Medici per l’Ambiente, Lipu BirdLife, Legambiente, ProNatura e Wwf) il voto della Commissione ambiente «dimostra che gli eurodeputati hanno raccolto la sfida di un maggiore ruolo della PAC per la tutela dell’ambiente, vista l’urgenza ambientale e climatica, ma quello che è veramente necessario è una completa riforma dell’intero sistema agricolo europeo. Il rischio di un naufragio della riforma resta molto alto, vista la tempistica così ridotta e la volontà di un rinvio della decisione al prossimo Parlamento UE di alcune forze politiche».

La Coalizione considera questo voto «Molto importante perché fornisce alcune indicazioni su come la futura PAC dovrà affrontare le sfide ambientali e climatiche. Nel processo di riforma in corso i Ministeri e le Commissioni parlamentari per l’agricoltura e l’ambiente condividono le competenze e le responsabilità su parti sostanziali del futuro Regolamento principale della PAC, e nel dibattito le due Commissioni hanno lo stesso peso». Per questo la Coalizione #CambiamoAgricoltura ritiene che «Le autorità ambientali e le parti interessate al ruolo dell’agricoltura nelle sfide ambientali globali e locali dovranno avere voce in capitolo nella progettazione della futura politica agricola dell’Ue. Dopo tutto, il cibo e l’agricoltura sono i principali fattori di pressioni e minacce per la natura (dall’inquinamento dell’acqua da pesticidi alle emissioni di gas serra) come dimostra l’allarme lanciato nei giorni scorsi dai ricercatori in merito alla scomparsa degli insetti».

Per #CambiamoAgricoltura quello fatto dall’europarlamento è «un passo importante per trasformare la PAC in una politica moderna che deve aiutare la transizione ecologica del settore primario verso pratiche agroecologiche per una maggiore sostenibilità ambientale, sociale ed economica, ed auspica per questo anche a livello nazionale un maggiore protagonismo del ministero dell’ambiente della tutela del territorio e del mare nel dibattito sul futuro della PAC post 2020, alla pari del ministero delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo».

Gli obiettivi che la Coalizione #CambiamoAgricoltura ritiene indispensabili per la futura programmazione sono «il sostegno dell’agricoltura biologica (con un auspicato raggiungimento del 40% del territorio agricolo dedicato a tale pratica entro il 2030), il riconoscimento del ruolo dell’agricoltura nella gestione della Rete Natura2000 e la ristrutturazione delle filiere zootecniche».

Anche secondo Kyoto Club «L’agricoltura europea si tinge di verde» e dfinisce quella approvata dalla Commissione ambiente del Parlamento europeo «una nuova riforma che rivoluziona la PAC, rendendola più sostenibile e attenta alle questioni dell’ambiente e della giustizia climatica. Tra le priorità, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici;  lo sviluppo sostenibile e una gestione efficiente delle risorse naturali come l’acqua, il suolo e l’aria; il contributo alla protezione della biodiversità, il miglioramento dei servizi ecosistemici e la preservazione di habitat e paesaggi; la promozione della bioeconomia e della silvicoltura sostenibile; il miglioramento della risposta dell’agricoltura dell’UE alle richieste della società in materia di alimenti e salute, compresi alimenti sicuri, nutrienti e sostenibili, nonché il benessere degli animali».

Kyoto Club evidenzia che «Nello specifico, si prevedono obiettivi più rafforzati per gli Stati membri, come l’attenzione alla qualità del suolo, la riduzione dei pesticidi e l’arresto della perdita di biodiversità. Inoltre sono stati introdotti nuovi obblighi per gli agricoltori: un massimo di densità di stoccaggio;  l’attenzione al benessere degli animali, la salvaguardia dei prati permanenti; il mantenimento del 7% della superficie agricola destinata a fini non produttivi; l’obbligo di rotazione delle colture ogni 4 anni. Anche il bilancio ha subito alcune variazioni: le sovvenzioni per la promozione del vino e della carne sono stati azzerate, mentre almeno il 40% del programma finanziario dovrà essere destinato alla salvaguardia dell’ambiente nell’ambito dello sviluppo rurale, e almeno il 30% alla tutela della biodiversità».

Anche Federica Ferrario, responsabile Campagna agricoltura di Greenpeace Italia, g da un giudizio positivo del voto della Commissione ambiente, ma fa notare che «Gli allevamenti intensivi sono un problema per il clima e per l’ambiente e spingono le aziende agricole di piccola dimensione fuori dal mercato, come dimostrato dal nostro rapporto “Soldi in pasto agli allevamenti intensivi”. I deputati europei propongono alcuni passi concreti per cambiare l’attuale sistema della Politica Agricola Comune (PAC). Anche la Commissione Agricoltura Ue dovrà seguire una direzione analoga per proteggere il Pianeta e aiutare le piccole aziende agricole. La direzione è quella giusta ma mancano ancora alcuni elementi cruciali per il necessario cambio di rotta della Politica Agricola Comune: destinare i fondi pubblici per sostenere e accompagnare agricoltori e allevatori verso una produzione basata su metodi ecologici, ridurre la quantità complessiva di animali allevati, aumentare la qualità, preservare l’ambiente e garantire il sostentamento di agricoltori e comunità rurali, e non solo di pochi attori industriali. Se si fosse agito in questo senso già da prima, i pastori sardi che oggi lottano per la loro sopravvivenza avrebbero avuto uno strumento in più di salvaguardia».