L’impatto dei cambiamenti climatici sull’apicoltura toscana

Remaschi: «La Toscana sostiene i produttori in questa fase così difficile»

[28 Gennaio 2020]

La Toscana è la quinta regione in Italia per numero di alveari (quasi centomila) e la quarta per numero di apicoltori, ma è anche, lo ha evidenziato Remaschi, una delle più attente nei confronti di questo settore. Non a caso è stata una delle prime a dotarsi di una legge specifica che definisce le norme per l’esercizio, la tutela e la valorizzazione dell’apicoltura (approvata nel 2009, la legge è stata rivista e modificata nel 2018).
Intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del XXVI congresso nazionale dell’apicoltura professionale, che si tiene a Grosseto dal 29 gennaio al 2 febbraio, l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi ha detto che «La Toscana vuol confermare la sua vocazione all’apicoltura cercando di essere sempre più vicina alle esigenze dei produttori, specie in un periodo delicato come quello attuale nel quale i cambiamenti climatici arrecano gravi danni alle produzioni. La presenza in Toscana di grandi professionisti provenienti da Paesi europei e extraeuropei e anche di rappresentanti ad alto livello del mondo universitario e della ricerca permetterà un confronto a tutto campo che certamente darà utili spunti ai nostri produttori per rilanciare le loro attività».
Nel 2019 la produzione di miele in Toscana è risultata fortemente ridotta e per le produzioni primaverili, praticamente azzerata e, di fronte poi alle difficoltà che sta vivendo l’apicoltura a causa dei cambiamenti climatici e della concorrenza esercitata da mieli di importazione venduti a basso prezzo, la Regione ha attivato, a seguito dell’approvazione della l.r. 52/2019 “Interventi urgenti per lo sviluppo e il rilancio di alcuni comparti di produzione agricola condizionati negativamente dall’andamento climatico”, uno specifico intervento per la concessione di micro-finanziamenti a tasso zero per le imprese del settore apistico che a seguito dell’andamento climatico hanno registrato la perdita della produzione di miele.
Sempre nel 2019 è stato attivato l’intervento per la concessione di contributi alle aziende apistiche che praticano il nomadismo (cioè che spostano le loro arnie seguendo l’andamento stagionale delle fioriture).