Pac post-2020, gli europarlametari: agricoltura più equa, flessibile e “verde”

Greenpeace: un regalo agli allevamenti intensivi (VIDEO)

[3 Aprile 2019]

La commissione agricoltura del Parlamento europeo ha adottato il secondo lotto della proposta mirante a migliorare la politica agricola per rispondere meglio alle attese degli agricoltori e dei consumatori per il post-2020».

In precedenza  gli eurodeputati avevano adottato le regole della Politica agricola comune (Pac) riguardanti l’organizzazione comune dei mercati e dicono che. Il sistema attuale fornisce degli aiuti agli allevatori che producono meno latte in caso di gravi squilibri di mercato. Il testo adottato afferma che «Se la situazione non migliora, la Commissione europea deve essere incaricata di imporre un prelievo a tutti i produttori che aumentano le loro forniture». Per questo gli eurodeputati chiedono di ampliare le regole attuali sulla più stringente regolamentazione dell’approvvigionamento di formaggi, salumi e vini a denominazione geografica protettas a tutti gli altri prodotti che beneficiano dell’indicazione geografica protetta (Igp) e della denominazione di origine protetta (Dop).

Il secondo voto si è concentrato sui pagamenti diretti per lo sviluppo rurale post-2020 e gli emendamenti della commissione agricoltura sul regolamento dei piani strategici che sono stati adottati con 27 sì, 17 no e un astenuto.

Gli eurodeputati chiedono che  almeno il 30% del budget per lo sviluppo rurale sia dedicato a misure ambientali e climatiche e non meno del 20% dei pagamenti diretti a dei programmi ecologici volontari che «dovrebbero sostenere non solo l’ambiente ma anche il benessere animale».

La relatrice, Esther Herranz García  del Partito popolare spagnolo, ha detto: «Ho cercato di trovare un equilibrio tra il sostegno agli agricoltori e la protezione dell’ambiente. L’architettura verde è stata rafforzata mettendo maggiormente l’accento su un approccio incitativo. E’ stata proposta una distribuzione più equa dei pagamenti per sostenere i piccoli e medi agricoltori. La priorità è quella di salvaguardare le regole comuni per proteggere la politica europea, trattare l’agricoltura in modo equo in tutta l’Ue ed evitare ogni distorsione del mercato, dando allo stesso tempo più spazio agli Stati membri per adattarsi alle loro situazioni specifiche. La Commissione ha anche insistito sul mantenimento del budget della Pac al suo attuale livello e spero che i governi dell’Ue sosterranno il nostro appello per una Pac forte». ’

La ricostruzione della Herranz García  non convince per niente Greenpeace  che dice che «La Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha votato a favore di una riforma della Politica agricola comune (Pac) che continua a sostenere un sistema inquinante e dannoso. La Commissione, infatti, ha respinto tutte le proposte avanzate dalla Commissione ambiente, tra cui quella di tagliare i finanziamenti pubblici agli allevamenti intensivi e quelle per limitare densità e numero di animali ammassati nelle aziende che ricevono sussidi europei, allo scopo di gestire i liquami in modo più sicuro per l’ambiente».

Per Federica Ferrario, responsabile campagna agricoltura di Greenpeace Italia, «E’ vergognoso che la Commissione agricoltura scelga di sostenere gli allevamenti intensivi, che danneggiano ambiente e clima, maltrattano gli animali e spingono fuori dal mercato i piccoli produttori».

Per Greenpeace quello che viene fatto passare per un progresso è ben altro: «I membri della Commissione, inoltre, hanno votato contro la proposta di subordinare i pagamenti della Pac al rispetto di standard basilari in materia di benessere animale, tra cui l’obbligo di prevedere per gli animali allevati uno spazio minimo sufficiente per potersi muovere, girare e sdraiare, e ha respinto la proposta di aumentare la quota di fondi pubblici destinati a sostenere modelli di agricoltura ecologici e rispettosi del clima».

Le raccomandazioni votate dalla Commissione Agricoltura e quelle votate a febbraio dalla Commissione ambiente, saranno valutate dal prossimo Parlamento europeo che uscirà dalle elezioni europee di fine maggio. Gli eurodeputati neo-eletti dovranno scegliere se votare in plenaria, sulla base delle raccomandazioni di entrambe le Commissioni, o ripartire da zero

La Ferrario conclude: «Continueremo a presidiare il Parlamento europeo perché non è ancora finita, e faremo sentire la nostra voce affinché il Parlamento europeo faccia la scelta giusta e necessaria: tagliare i sussidi pubblici agli allevamenti intensivi e promuovere le aziende che rispettano standard ambientali più elevati».

Invece, la  Cia-Agricoltori Italiani si dichiara soddisfatta per il voto della Commissione agricoltura, ma sottolinea che «Sarebbe stato necessario arrivare alla discussione in Plenaria per lasciare una solida eredità al prossimo Parlamento e ridurre il più possibile i tempi della riforma. L’attuale Pac, infatti, è sempre meno adeguata a rispondere alle sfide del presente sia sul piano della competitività del settore, sia rispetto alle problematiche agro-climatico-ambientali. La discussione sulla riforma, ferma in Comagri, comporta il fatto che il settore primario dovrà continuare a fare riferimento a un politica disegnata ormai 10 anni fa, criticata tra l’altro da chi oggi rallenta il cambiamento».

Secondo la Cia, l’impianto della nuova Pac è una buona base legislativa, anche se sono necessari alcuni miglioramenti: «Le proposte di emendamenti votate dalla Comagri del Parlamento Ue in parte correggono certi aspetti, a partire dalla possibilità di garantire una politica davvero europea, lasciando comunque flessibilità agli Stati membri. Altri emendamenti, invece, andranno sicuramente rivisti e migliorati nelle successive fasi di negoziato, in particolare per evitare eccessive restrizioni per gli agricoltori e garantire risorse adeguate non solo per i pagamenti base, ma anche per le politiche di mercato. L’auspicio, quindi, è che la prossima legislatura tenga conto del lavoro fatto finora e si adoperi per approvare al più presto una riforma coerente alle esigenze degli agricoltori».

Il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, ricorda che «Resta valida la necessità di disegnare una nuova Pac per gli agricoltori – con una visione strategica che sappia unire produttività, competitività e sussidiarietà dell’agricoltura, soprattutto tramite l’innovazione, il legame con i territori, l’approccio di filiera. Ci auguriamo che tutti questi aspetti non siano mortificati dalla prospettata riduzione del budget per il periodo 2021-2027. A questo proposito, è positivo che nell’incontro tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, le risorse per l’agricoltura siano stati tema di dibattito. Ribadendo la contrarietà dell’Italia al taglio dei fondi per la Pac, il presidente del Consiglio ha riconosciuto il ruolo strategico del settore per lo sviluppo del nostro Paese».

 

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