Senza migranti l’agricoltura toscana sta morendo

Confederazione italiana agricoltori (Cia): «La realtà è che nei campi non ci vuole lavorare nessuno, e in Toscana servono almeno 22mila persone per le raccolte stagionali»

[13 Maggio 2020]

L’irregolarità accentua sia la vulnerabilità al coronavirus sia il rischio di diffusione del contagio, mentre settori economici come l’agricoltura stanno soffrendo la forte carenza di manodopera che – quando non interviene una pandemia a limitare le possibilità di movimento transfrontaliere – viene soddisfatta da lavoratori migranti: ecco dunque che «una estesa regolarizzazione degli immigrati è nell’interesse di tutti», come spiega anche l’Accademia dei Lincei, ma dal Governo ancora non è arrivato l’ok. E nel mentre l’agricoltura toscana muore per mancanza di manodopera.

«Mentre si parla di regolarizzazioni di immigrati, sanatorie o altre possibilità di impiego di disoccupati in agricoltura, la realtà è che nei campi non ci vuole lavorare nessuno, e in Toscana servono almeno 22mila persone per le raccolte stagionali», spiega la Confederazione italiana agricoltori (Cia).

A raccontare una situazione davvero difficile per l’agricoltura senese è Luca Marcucci, agricoltore della Valdichiana – e vicepresidente della Cia Siena – dopo che per settimane non è riuscito a trovare persone per lavorare nella sua azienda agricola a Sinalunga, specializzata nelle colture ortofrutticole.

«Non si trova la manodopera per lavorare nei campi, sarò costretto a cambiare colture perché non posso correre il rischio di non avere persone per la raccolta. Tutti gli anni avevo a disposizione come dipendenti 4-5 persone provenienti dalla Tunisia, ma quest’anno a causa dell’emergenza coronavirus non possono rientrare in Italia – racconta Marcucci – In questo periodo si sarebbero dovute piantare le colture estive, pomodori, cocomeri, meloni. Invece, non avendo ad oggi la possibilità di sapere se avrò manodopera al momento della raccolta, come faccio ad impiantare? Così ho deciso di ridurre dell’80% la coltivazione di queste colture, e ho piantato mais che non ha bisogno di persone per la raccolta. La stessa situazione in tante aziende agricole della Valdichiana, siamo tutti con gli stessi problemi».

«Siamo ancora in attesa di una soluzione efficace alla mancanza di forza lavoro da parte del Governo – sottolinea il presidente di Cia Siena, Valentino Berni –, un problema serio ancora in attesa di risposte. Come Cia abbiamo anche messo a disposizione una piattaforma di intermediazione (https://lavoraconagricoltoriitaliani.cia.it), per mettere in contatto, in tutte le province, aziende agricole e lavoratori, portale riconosciuto dal Ministero del Lavoro, consente a chi cerca occupazione di entrare in contatto direttamente con le aziende della propria provincia, e alle imprese di intercettare velocemente i candidati con la massima trasparenza e legalità».

Senza manodopera la Toscana rischia seriamente di abbandonare nei campi tonnellate di frutta e verdura di stagione necessarie per rifornire gli scaffali dei supermercati: «Sarebbe sufficiente un ‘corridoio’ per gli stagionali – conclude Marcucci – anche perché non ci si può improvvisare in molte delle operazioni che si fanno in campagna, per cui sia nel mio caso, come per i frutteti della Valdichiana, così in tutta Italia, è necessario far rientrare con le dovute sicurezze legate all’emergenza sanitaria, chi questi mestieri li sa fare e li ha fatti negli anni scorsi, non basta improvvisarsi».