I tesori agroalimentari dei piccoli Comuni toscani

Coldiretti: nell’anno del cibo italiano nel mondo valorizziamo i tesori agroalimentari dei piccoli borghi, dal Marrone di Caprese Michelangelo al Fungo di Borgotaro

[11 Gennaio 2018]

Secondo lo studio Coldiretti/Symbola su “Piccoli comuni e tipicità”, presentato a Roma in occasione dell’apertura dell’anno nazionale del cibo italiano nel mondo, «In Toscana quasi 9 specialità Dop e Igp su 10 nascono nei territori dei piccoli Comuni».

Coldiretti Toscana sottolinea che «Solo in Toscana sono ben 124 su 276 totali, i comuni al di sotto dei 5 mila abitanti (praticamente mezza regione, senza contare i molti poco al di sopra). 80 dei 124 sono addirittura al di sotto dei 3 mila abitanti. Ci sono anche comuni con meno di mille abitanti e in gran parte si trovano in Lunigiana e Garfagnana, ma anche in Alto Mugello, Valtiberina, Amiata e nei territori collinari a sud della regione. Molti di questi paesi versano in situazioni di graduale impoverimento, arrivando al rischio di estinzione a causa del conseguente abbandono da parte dei propri cittadini. Delle 31 specialità toscane solo 4 sono esclusiva di grandi comuni: Fagiolo di Sorana, Lardo di Colonnata, Mortadella di Prato e Zafferano di San Gimignano. Le altre 27 produzioni tipiche coinvolgono sempre piccoli comuni: dalla Castagna del Monte Amiata alla Farina di Neccio della Garfagnana, dal Marrone di Caprese Michelangelo al Fungo di Borgotaro. Quella dei comuni sotto i cinquemila abitanti rappresenta in Toscana una rete diffusa su quasi il 40% del territorio con una presenza che unisce il senso di comunità all’appartenenza geografica e la custodia di valori e tradizioni come quella del cibo e dei prodotti tipici».

Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana, spiega che «Con questo rapporto la nostra organizzazione vuole raccontare un patrimonio enogastronomico del Paese custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici, che potrà ora essere finalmente valorizzato e promosso grazie alla nuova legge n.158/17, a prima firma Realacci, con misure per la valorizzazione dei Piccoli Comuni. Questa nuova normativa prevede misure per favorire la diffusione della banda larga, la promozione dell’agroalimentare a filiera corta, il turismo di qualità, e punta su una dotazione di servizi adeguata, sulla cultura, sulla manutenzione del territorio, sulla tutela dell’ambiente, sulla messa in sicurezza di strade, scuole e del patrimonio edilizio pubblico».

Il direttore di Coldiretti Toscana, Antonio De Concilio, conclude: «Questi piccoli centri hanno prodotto nei secoli un tesoro straordinario di beni culturali ed ambientali, abilità manifatturiere, saperi e sapori, soprattutto da parte del mondo agricolo  e rappresentano una risorsa per l’Italia che può contare su un patrimonio di antiche produzioni agroalimentari tramandate da generazioni in un territorio unico per storia, arte e paesaggio che sono le principali leve di attrazione turistica. Non a caso due stranieri su tre considerano la cultura e il cibo le principali motivazione del viaggio nel Belpaese mentre per ben il 54 per cento degli italiani il successo della vacanza dipende dalla combinazione cibo, ambiente e cultura».