Ad Acquapendente il X congresso dell’Atit: il punto sulla ricerca italiana sui mammiferi

[4 Maggio 2016]

Si è tenuto ad Acquapendente (VT) il X congresso dell’Associazione Italiana di teriologia onlus (Atit), una società scientifica che promuove la ricerca sui mammiferi, la loro gestione e conservazione basate su dati scientifici e la divulgazione faunistica. Il congresso è stato organizzato dall’Atit con la collaborazione della Società italiana di ecopatologia della fauna (Sief) e della Regione Lazio, direzione regionale Ambiente e sistemi naturali.

Il Comune di Acquapendente, il Teatro Boni e la Riserva naturale regionale Monte Rufeno hanno messo a disposizione spazi e personale garantendo una perfetta organizzazione dell’evento; le strutture ricettive del paese e delle frazioni limitrofe hanno proposto prezzi molto convenienti per vitto e alloggio, consentendo così a tutti i partecipanti di trovare la sistemazione migliore per le loro disponibilità economiche: raramente i congressi scientifici ricevono un’accoglienza così calorosa dalla collettività locale.

Per ricompensare tanta accoglienza l’Atit ha donato al Comune una scultura colonnare costruita e “cotta” in una piazza di Acquapendente dal ceramista Angelo Zilio; la scultura raffigura il ciclo biologico di alcuni caprioli e di varie specie di pipistrelli simbolo di Acquapendente (qui è presente una delle colonie più importanti d’Italia di rinolofidi).

Il congresso ha visto la partecipazione di circa 200 iscritti; a questi si sono aggiunti giornalmente circa altri cento uditori che hanno partecipato a singole sessioni congressuali o a singoli eventi.

Il congresso si è articolato in sessioni tradizionali (quattro) e numerosi eventi speciali, che hanno contribuito ad animare le giornate e a facilitare la socializzazione e lo scambio di idee, elementi fondamentali di qualsiasi attività scientifica: un bioblitz, cioè un insieme di attività di campo alla scoperta degli animali (fototrappolaggio, cattura e marcatura, ricerca di segni indiretti di presenza, osservazioni dirette) svolte da esperti con l’aiuto di bambini e ragazzi; una tavola rotonda sull’atlante italiano dei mammiferi e sulla piattaforma ornitho.it, alla quale l’Atit ha da poco aderito; un workshop sulla Rete Natura 2000 e il monitoraggio sensu direttiva Habitat; il tutorato dei congressisti senior verso i congressisti junior, che si è rivelato un utilissimo momento di scambio di esperienze lavorative tra giovani e meno giovani; l’aperitivo durante la sessione dei poster; un laboratorio di formazione dedicato agli scoiattoli alloctoni in collaborazione con il progetto Life U-Savereds; la cena sociale con la raccolta fondi mediante asta di oggetti sugli animali liberamente offerti dai congressisti; un workshop sulla comunicazione faunistica.

Particolarmente interessanti sono state le plenary lectures. Tra queste merita rilievo la lecture di apertura del congresso tenuta da Piero Genovesi (presidente del Gruppo di specialisti delle specie invasive dello Iucn nonché tecnico dell’Ispra); Genovesi ha presentato un quadro allarmante sull’attuale presenza e diffusione delle specie alloctone in Europa (le specie alloctone sono specie non native di una certa area geografica ma introdotte dall’uomo), con particolare enfasi sulle alloctone invasive, ossia quelle specie alloctone che causano ingenti danni biologici (danni alle comunità animali e vegetali, ai processi ecologici, alle componenti abiotiche degli ecosistemi) ed economici (per esempio danni alle colture, alle produzioni legnose, agli impianti di irrigazione eccetera) e che in più costituiscono spesso una grave minaccia per la salute dell’uomo.

Gli scenari futuri, secondo Genovesi, non sono affatto rosei: se non si agisce qui e ora con appositi sistemi di prevenzione delle nuove invasioni e contrasto alle specie invasive già presenti, i danni agli ecosistemi e, a cascata, alla nostra economia saranno enormi: agricoltura e zootecnia, selvicoltura, pesca e acquacoltura sono tutti settori produttivi che stanno già risentendo e risentiranno sempre di più dei danni provocati dalle specie invasive.

Le strategie di contrasto alle invasioni biologiche sono state poi riprese da Andrea Monaco (Regione Lazio, direzione regionale Ambiente), che ha illustrato il regolamento Ue 1143/2014 entrato in vigore il primo gennaio 2015; tale regolamento prevede tre tipi di interventi per contrastare le invasioni biologiche nel territorio europeo: prevenzione, allerta precoce ed eradicazione rapida, gestione. In più il regolamento introduce norme molto restrittive sulla detenzione, l’introduzione, il commercio e l’allevamento di specie invasive ritenute particolarmente dannose e inserite in una apposita lista, detta “lista di specie di rilevanza unionale”.

Molto interessante e squisitamente “teriologica” è stata la lecture di Sandro Lovari (professore ordinario di etologia animale all’Università di Siena), che ha illustrato le interazioni competitive tra carnivori attraverso uno studio pluriennale su tigre, leopardo delle nevi e leopardo comune.

La terza lecture è stata legata al trentennale della tragedia di Chernobyl: Fabio Mantovani (professore associato di fisica all’Università di Ferrara e studioso di radioattività) ha spiegato le proprietà chimiche e fisiche del 137cesio, uno degli isotopi radioattivi emessi dal follout di Chernobyl; ha poi illustrato i risultati delle sue ricerche sulla concentrazione di 137Cs nei primi centimetri di suolo in aree campione del Veneto e in esemplari abbattuti di cinghiale, che possono essere ragionevolmente considerati degli ottimi indicatori di radioattività antropogenica nell’ambiente, specialmente negli ecosistemi forestali.

L’ultima lecture è stata tenuta da Frank Zachos (direttore del Museo di storia naturale di Vienna), che ha letteralmente incantato la platea facendo un excursus storico e logico sul concetto e sulla definizione di specie.

Molto vivaci e dibattute sono state poi tutte le presentazioni e ancor più i poster e i workshop. Particolarmente interessante è stato il workshop sulla comunicazione faunistica dedicato alle bufale: dapprima l’Ufficio comunicazione dell’Associazione ha presentato le “Linee guida per la comunicazione faunistica”, poi due studiosi di bufale, Carlo Maiolini e Sylvie Coyaud, hanno raccontato la loro esperienza quotidiana nello smontare le bufale con il cosiddetto “fact checking”; infine i partecipanti hanno svolto un’attività di gruppo guidati da due facilitatori, Maurizio Rossi e Pier Luigi Ventura, mirata a elaborare una strategia per contrastare le bufale partendo dai caratteri dei protagonisti di “Alice nel paese delle meraviglie”, ribattezzato per l’occasione “Alice nel paese delle bufale”.

Nel complesso il congresso è stato quindi non solo un momento di aggiornamento scientifico in senso stretto, ma anche una occasione per confrontarsi su temi importantissimi della conservazione della biodiversità in Europa e in Italia e per sviluppare nuove idee e nuove collaborazioni. È stato altresì un importante momento per Acquapendente e la sua comunità per entrare in contatto diretto con il mondo, piccolo ma molto vivace, della ricerca italiana sui mammiferi.

Gli abstract di tutte le presentazioni saranno a breve disponibili gratuitamente sulla rivista online dell’Atit, Hystrix – The Italian Journal of Mammalogy: http://www.italian-journal-of-mammalogy.it/ 

di Luciana Carotenuto, Ufficio comunicazione Atit per greenreport.it