Al via la Carovana del camoscio appenninico. 4 week-end per un successo della conservazione

Promuovere le buone pratiche di tutela della specie e rilanciare le economie dei territori

[7 Luglio 2016]

Il 9 e 10 luglio parte da Lama dei Peligni, nel Parco nazionale della Majella, La Carovana del camoscio appenninico, la nuova campagna di Legambiente dedicata alla valorizzazione delle strategie di conservazione della specie e alle occasioni di promozione delle comunità locali, in primis quelle località sedi di aree faunistiche dedicate al camoscio.

La cornice della campagna “La Carovana del Camoscio Appenninico” è quella dei parchi nazionali della Majella, dei Monti Sibillini (16-17 luglio a Bolognola), d’Abruzzo, Lazio e Molise (23-24 luglio a Opi), del Gran Sasso e Monti della Laga (29 per il Camoscio Day e poi 30-31 luglio a Farindola), già protagonisti del progetto di tutela del camoscio appenninico Life Coornata, che a turno ospiteranno le 5 tappe previste da questa prima edizione dell’iniziativa. Sono in programma escursioni e iniziative di volontariato; workshop e incontri con gli stakeholder locali, programmi di educazione ambientale per i cittadini e le scuole; eventi sul turismo sostenibile per gli operatori economici locali; seminari di approfondimento tecnico per amministratori e gestori di aree protette.

«Quattro week-end di attività nei parchi nazionali dell’Appennino centrale, tutti dedicati al camoscio che vive in queste montagne, una specie autoctona unica al mondo – spiegano a Legambiente – Proprio una specie simbolo come quella del camoscio, infatti, può oggi contribuire alla riscoperta del grande patrimonio di natura e cultura custodito dall’Appennino che, come molte aree interne e montane, necessita di vedere promosse le sue ricchezze, le sue peculiarità e le sue opportunità».

La presidente di Legambiente Rossella Muroni sottolinea che «La dorsale appenninica non è solo un luogo di eccellenza per la conservazione di specie e habitat naturali e una riserva di acqua, foreste, energia e materie prime, custodisce anche un vastissimo patrimonio immateriale, fatto di feste e tradizioni, gastronomia e artigianato, paesaggi agrari, miti, leggende, musiche, costumi, minoranze etniche e linguistiche e comunità locali. La Carovana rappresenta un’opportunità per stimolare la conoscenza e la riscoperta di questo patrimonio di estremo valore, la cui promozione può contribuire a riattivare economie in territori spesso deboli ma straordinariamente ricchi di risorse ancora inutilizzate».

L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle iniziative post-Life del progetto Life Coornata e vuole essere una occasione per i partner del progetto di festeggiare i risultati positivi raggiunti, testimoniati dal premio ricevuto il 31 maggio scorso in occasione del Life Award 2016 durante la Green Week organizzata dalla Commissione Europea a Bruxelles. Un riconoscimento importante quello che vede il Life Coornata tra i 27 migliori Best Life dello scorso anno e che dimostra come la capacità di fare rete dei parchi e le tecniche all’avanguardia adottate per la cattura degli animali abbiano funzionato bene, e come sia possibile mettere in pratica esperienze di gestione di grandi mammiferi positive e condivise. Il progetto ha avuto il merito di coinvolgere anche i cittadini, oltre ai tecnici dei parchi, sui temi della tutela della biodiversità. Ha comunicato e fatto conoscere al pubblico politiche di salvaguardia di specie vulnerabili o a rischio di estinzione, e in particolare quelle legate alle nostre aree protette. Il 29 luglio in occasione del Camoscio Day, che sarà organizzato a Farindola nel parco del Gran Sasso e Monti della Laga, saranno resi noti i dati raccolti nel corso della campagna.

«La Carovana – conclude Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette di Legambiente – vuole essere, in particolare, l’occasione per rinsaldare la collaborazione tra i Parchi e le Comunità locali che, grazie alla presenza delle aree faunistiche, hanno permesso il successo delle attività di conservazione del camoscio. È stata la loro adesione alle iniziative messe in atto in questi ultimi decenni, e la collaborazione concreta con gli Enti parco e le associazioni, se oggi possiamo, con orgoglio, celebrare il successo ottenuto per la conservazione di una specie che agli inizi del secolo scorso era destinata alla estinzione».