Api e uomini. I primi apicoltori sono stati gli agricoltori preistorici

Tracce chimiche di prodotti delle api rilevate sulla ceramica neolitica dall'Europa al Medio Oriente

[12 Novembre 2015]

I primi agricoltori hanno avevano un debole per i dolci: secondo uno studio pubblicato da Nature, l’analisi di migliaia di cocci di vasellame del Neolitico, provenienti da Europa, Medio Oriente e Africa del Nord e risalenti a 9.000 anni fa, recano tracce chimiche di cera d’api. Probabilmente, già a quel tempo i primi agricoltori dolcificavano il loro cibo col miele, ma potrebbero aver utilizzato i prodotti delle api anche nelle cerimonie religiose e per realizzare le prime medicine.

Naturalmente il rapporto tra l’uomo e le api è molto più antico: un grumo di cera di api trovato nella Border Cave, in Sudafrica, risale a 40.000 anni fa e la cera potrebbe essere stata utilizzata dai quei nostri antichi antenati come legante, anche per realizzare lance, mentre raffigurazioni di alveari sono comuni nell’arte rupestre preistorica trovata in tutta l’africa sub-sahariana e anche negli affreschi dell’antico Egitto.

Ma lo studio “Widespread Exploitation of the Honeybee by Early Neolithic Farmers” pubblicato su Nature dimostra che le prime culture agricole umane hanno presto ed ampiamente sfruttate prodotti delle api  domesticate (Apis mellifera).

L’agricoltura è emersa in Medio Oriente circa 10.000 anni fa, e le ondate migratorie la hanno poi portata in Europa. Il team dell’università di Bristol guidato dai chimici  Mélanie Roffet-salquë e Richard Evershed,  aveva già trovato nei più di 6.400 recipienti di argilla provenienti da oltre 150 siti di tutta l’Eurasia, databili tra 9.000 e 4.000 anni fa, che aveva esaminato, tracce di grasso di carne, latticini e formaggi e alla fine ha scoperto anche la cera d’api nelle stesse antiche stoviglie.

I ricercatori britannici sottolineano che «La caratteristica “impronta digitale” chimica della cera d’api è stato rilevato in più siti neolitici in Europa, il che indica quanto fosse diffusa l’associazione tra l’uomo e le api in epoca preistorica. Ad esempio, la cera d’api è stato rilevata nelle pentole da cucina in un sito archeologico in Turchia, risalente al VII millennio aC : la più antica testimonianza ancora oggi dell’’uso dei prodotti delle api da parte degli agricoltori neolitici».

Lo studio mette insieme oltre 20 anni di ricerche e la Roffet-salquë, la principale autrice. Sottolinea che «La ragione più ovvia per sfruttare le api sarebbe il miele, dato che uesto sarebbe stato un dolcificante raro per gli uomini preistorici. Tuttavia, la cera d’api poteva essere utilizzata a sé per vari scopi tecnologici, rituali, cosmetici e medicinali, per esempio, per impermeabilizzare i vasi di ceramica porosa».

Gli antichi africani dai quali discendiamo tutti sarebbero stati cacciatori di miele, non apicoltori, invece la mancanza di prove dell’utilizzo della cera d’api nei siti neolitici al di sopra del 57° parallelo Nord, come nei siti in  Scozia e Fennoscandia, stabilirebbero quale fosse il limite ecologico dell’estensione dell’areale delle api in quell’epoca.

Evershed evidenzia che «La mancanza di una documentazione fossile sulle api significa che sono state ecologicamente invisibili per la maggior parte degli ultimi 10.000 anni. Anche se le prove degli antichi affreschi egiziani e dall’arte rupestre preistorica suggeriscono che l’associazione del genere umano con l’ape risale a diverse migliaia di anni fa, quando e dove questa associazione sia emersa resta sconosciuto,  fino ad ora. Il nostro studio è il primo a fornire prove inequivocabili, basate esclusivamente sull’”impronta digitale” di una sostanza chimica, della distribuzione paleoecologica di un animale importante economicamente e culturalmente. Mostra un diffuso  sfruttamento delle api da parte dei primi agricoltori e porta indietro la cronologia dell’associazione uomo-ape associazione a date notevolmente anteriori».

Le tracce di cera d’api trovate sono relativamente rare: solo 4 dei 570 vasi provenienti dall’Anatolia nrdoccidentale avevano tracce di prodotti delle api, ma era una pratica geograficamente diffusa: I ricercatori hanno trovato ceramica neolitica con tracce di cera d’api dal sud della Gran Bretagna e della Danimarca fino ai Balcani, così come nei reperti di un sito di 7.000 anni fa in Algeria. Il sito di Çatalhöyük, in Turchia, risalente a quasi 9.000 anni, conteneva la più antica pentola con cera d’api e un alveare era dipinto su un muro di questo antico sito.

La Roffet-salquë conclude: «L’ampio utilizzo di prodotti delle api tra i gruppi neolitici potrebbe aver segnato l’inizio della domesticazione delle api. In questo periodo gli agricoltori neolitici cominciarono la cooptazione di bovini, suini e altri animali, e potrebbero aver guardato alle api da miele sotto lo stesso punto di vista».