Hanno un ruolo importantissimo, mangiano miliardi d’insetti e di zanzare

Arrivano le rondini, ambasciatrici di pace tra i popoli

Quelle "italiane", per la maggior parte, trascorrono l’inverno nella Repubblica Centroafricana sfidando un faticoso viaggio di oltre 11.000 km

[24 Marzo 2017]

I nostri cieli sono sempre più poveri a causa di uno scellerato progresso, che sta facendo scomparire le splendide rondini, i balestrucci e i rondoni. Accogliamo, con immenso rispetto e a braccia aperte il fascino immortale delle rondini, per un mondo finalmente pregno di pace.

Un’antichissima leggenda armena, narra che la sera del Venerdì Santo, tutte le rondini della Giudea e della Galilea, si riunirono intorno alla tomba di Gesù e che all’alba di Pasqua, quando egli risuscitò, partirono tutte assieme in coppia, ad ali spiegate verso ogni luogo del mondo, per diffondere la novella, ancora sconosciuta, dell’avvenuta resurrezione del Signore! Nell’Islam, la rondine è nota come “uccello del paradiso”, indicando in essa, la rinuncia e la buona compagnia; in Estonia è diventata il simbolo del Paese, dove rappresenta il cielo blu, la libertà e la felicità eterna. Anche i romani, gli antichi egizi e i cinesi ne erano profondamente attratti, i Greci, addirittura, la vedevano bella e leggera, a tal punto da considerarla un dono di Afrodite, la dea della bellezza e dell’amore. Il celebre proverbio “una rondine non fa primavera”, è da attribuire ad Aristotele, tratto dal saggio Etica Nicomachea, nel tempo diventato uno dei detti più conosciuti nel nostro Paese e ci invita, a non tirare conclusioni affrettate, badando solo alle apparenze.

Ai giorni nostri, i contadini, dicono che sia di buon auspicio, vedere le rondini fra la domenica delle Palme e la Pasqua, unendo lo splendido volatile alla tradizione cristiana, dove la rondine, da sempre, rappresenta la resurrezione e la passione di Cristo!   Rileggo, perciò molto volentieri, una frase di un racconto di Cleonice Parisi: “Una rondine non fa primavera nei cieli, ma nei cuori sì. Perché se hai il cuore a festa non puoi scorger la tempesta.” Sembra molto evidente che fiabe, poesie, miti, leggende e racconti di civiltà antiche, vedano nella Rondine, da sempre, un certo fascino immortale, esercitato in vario modo sull’uomo; non a caso, le magnifiche rondini, sono nei nostri cuori da migliaia di anni, portando pace e amore in ogni popolo, senza alcuna distinzione di razza, religione, lingua e, opinione, un vero e autentico baluardo dell’uguaglianza sociale!  Verrebbe spontaneo da chiedersi, come mai, questi splendidi amici alati, vengano a costruire i loro nidi proprio in casa nostra, cosi intimamente vicini, come a voler trasmetterci, la speranza di una nuova vita che trae origine proprio con l’arrivo della primavera.  Che cosa spinge questi esili uccellini, a sfidare un lungo e faticoso viaggio di oltre 11.000 chilometri, dall’Africa del Sud fino a sotto i nostri tetti? Di certo, vengono per riprodursi, solo il tempo di generare altra vita e poi di nuovo partire verso un avventuroso ritorno nei luoghi di svernamento, dove, a volte occorrono diverse settimane per farvi ritorno, volando anche per oltre 300 chilometri in un giorno.

Le rondini italiane, per la maggior parte, trascorrono l’inverno nella Repubblica Centroafricana. Ricordo, con immenso piacere, un bambino di una scuola elementare, che molti anni addietro, mi rivolse, nel silenzio tipico della riflessione, un’attenta quanto complessa domanda: “Come mai questi uccellini, non fanno il nido nella calda Africa? Devono rischiare la vita ogni anno per arrivare fin qui da noi?” Alla disarmante curiosità dei bambini, sempre sincera e profonda, in fondo, non seppi dare una risposta esaustiva. Dovevo dire che, molti pennuti, compiono questi imponenti spostamenti, per cercare fonti di cibo, perché devono rifugiarsi da avverse condizioni meteorologiche o perché la riproduzione è quell’istinto che consente a ogni creatura di questa Terra, di continuare a concepire la vita nonostante le notevoli difficoltà? Gli risposi, più semplicemente, dicendogli che la migrazione degli uccelli è forse ancora oggi, quanto di più misterioso e affascinante ci possa essere! In Italia, stanno già arrivando molti uccelli migratori, per restare in tema, i più comuni che osserviamo nelle nostre città, sono i balestrucci, i rondoni comuni e i rondoni maggiori. Altre specie affini, solcano però i nostri cieli, dal meno comune e nidificante Rondone pallido alla non migratrice Rondine montana, che anche in pieno inverno, si osserva in volo in diverse zone del Bel Paese.

Un’altra specie di particolare bellezza è la Rondine rossiccia, in Italia, specie estrematemente rara, che conta pochissime e localizzate coppie. Nelle campagne ma anche nelle nostre periferie, talvolta anche in piena città è presente la ben più nota Rondine comune, bellissimo uccello dalla gola rossa e con la coda dalle lunghe punte, come detto, fin dai tempi antichi al centro d’innumerevoli storie. Purtroppo la Rondine è in declino preoccupante, vive soffocata dagli stravolgimenti che l’uomo ha imposto alla nostra natura, senza tener conto di quest’ultima, come se in casa altrui si potesse fare ogni cosa senza chiederne il permesso. “Non v’è sporgenza, fregio, contrafforte o cantuccio che appena sembri adatto, dove l’uccello non abbia intessuto con grande amore il suo pendulo letto e n’abbia fatto una feconda culla”. Così, il grande drammaturgo William Shakespeare, in uno dei più noti drammi, il Macbeth, descriveva il Balestruccio, riferendosi all’abitudine della specie, di costruire il nido in qualunque spazio, artificiale o naturale, purché sufficientemente riparato e accogliente. Bisogna avere il massimo rispetto per queste e per le altre creature, i nidi dei balestrucci, delle rondini e dei rondoni, non devono essere danneggiati o distrutti per nessun motivo, tra le altre cose, sono animali protetti da numerose leggi, direttive e convenzioni internazionali, è severamente vietato attentare alla loro esistenza.

Questi passeriformi, hanno un ruolo importantissimo, mangiano miliardi d’insetti e di zanzare, ritornando utili anche all’uomo stesso, che dovrebbe finalmente bandire i veleni, che si spruzzano scelleratamente per terra e per aria. Spesso ci si lamenta di un piccolo nido globoso sul nostro davanzale, secondo taluni, sporcherebbe le mattonelle. Sappiate solo, che questi sacri uccelli, si spostano da una parte all’altra del mondo, realizzando lunghissimi quanto faticosi viaggi e, chissà in quanti non ritorneranno più, terminando l’esistenza nell’immane e pericolosa traversata dei due continenti. Saranno perciò i loro figli, nati proprio sui nostri balconi o nelle nostre campagne, a far continuare la vita, le generazioni e ad animare fin dagli albori, gli infiniti cieli di questa Terra! Quando l’estate volgerà ormai al termine, molte rondini e balestrucci, inizieranno a riunirsi in grandi e rumorosi stormi, visibili, specie il mattino presto, sui fili dei pali della luce. Non sarà finita una vacanza, ma una nuova era, un nuovo e immenso viaggio starà per iniziare, alla volta degli sperduti angoli del continente africano. Non finirò mai di pensare, che l’uomo, dovrebbe solo ammirare e, rispettare ciò che Madre Natura c’insegna e ci mostra fin da quando abbiamo avuto in regalo, il dono della vita. Che ne sarebbe del nostro cielo senza i colori e senza le frenesie dei magnifici uccelli in volo? Nell’insana convinzione di grandezza che abbiamo, vi chiedo, chi è l’essere più piccolo, la rondine o l’uomo?

di Gianluca Congi  – www.gianlucacongi.it