Barriera corallina dell’Amazzonia: Greenpeace fa una scoperta compromettente per Total (VIDEO)

L’area dei Corais da Amazônia si estende anche anche alle zone date in concessione dal Brasile alla multinazionale petrolifera francese

[18 Aprile 2018]

«Né visto, né conosciuto». Secondo la spedizione scientifica di Greenpeace a bordo della Esperanza, è quello che devono essersi detti i responsabili della Total «omettendo di precisare alla autorità brasiliane un’informazione essenziale, o dando prova di incompetenza: la zona delle concessioni al largo del Brasile dove Total conta di cercare il petrolio ospita una parte della Barriera corallina dell’Amazzonia».

E’ quello che ha appena scoperto la spedizione scientifica di Greenpeace in corso nell’area dei Corais da Amazônia ed  Edina Ifticene, responsabile della campagna oceani di Greenpeace France, racconta: «Non senza qualche difficoltà, l’equipaggio supermotivato de l’Esperanza è riuscito a immergere il suo materiale per l’esplorazione scientifica nelle acque particolarmente agitate e piene di sedimenti del Brasile, nello stesso posto dove Total vuole trivellare dei pozzi di esplorazione petrolifera. Grazie alle immagini trasmesse dal sonar, gli scienziati hanno potuto localizzare dei fondali propizi allo sviluppo dei coralli. In seguito, abbiamo inviato in questo luogo preciso una telecamera subacquea così come un nostro piccolo robot teleguidato, per vedere meglio quel che si trama sotto queste acque tumultuose».

E’ così che i fondali marini che Total vorrebbe trivellare con la complicità del governo brasiliano hanno rivelato nuovi tesori e gli scienziati a bordo dell’Esperanza hanno visto rodoliti, spugne e coralli e spiegano che «Le rodoliti sono delle alghe calcaree (organismi viventi) che costituiscono degli habitat per i pesci e altre creature tipiche delle barriere coralline. La loro presenza conferma che la barriera corallina è davvero lì».

La Ifticene  sottolinea che «Così si scopre che la barriera è ben più grande del previsto. Mentre inizialmente gli scienziati contavano su una dimensione di 9.500 km2,oggi stimano che si estenderebbe in realtà su… 56 000 km2! Una marea nera o uno sversamento sarebbero catastrofici per la fauna e la flora di questa barriera corallina che, ricordiamocelo, è stata esplorata per la prima volta solo l’anno scorso da Greenpeace. Inoltrte, le comunità costiere, le cui risorse dipendono dal mare, sarebbero colpite duramente».

Ormai che la Barriera corallina dell’Amazzonia si trovi all’interno delle concessioni della Total è certo e per Greenpeace «Questa informazione invalida il dossier che Total ha inviato alle autorità brasiliane in vista di avere l’autorizzazione a cominciare a trivellare. La questione è sapere come la compagnia petrolifera abbia potuto nascondere una tale informazione. Sia che si tratti di una prova di incompetenza che di un’omissione volontaria. Comunque sia, il governo brasiliano non ha ormai altra scelta che rifiutarsi di accordare alla compagnia petrolifera le autorizzazioni a trivellare! Insieme, siamo già riusciti l’anno scorso a far tornare indietro una prima volta i progetti insensati di Total. Quest’anno li fermeremo una volta per tutte!»

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