Basi militari dismesse, la Germania le trasforma in Riserve naturali

La Cortina di ferro diventa verde con l’European Green Belt, dal Mare di Barents al Mar nero

[1 Luglio 2015]

Pochi giorni fa la Bundesamt für Naturschutz (Bfn), l’Agenzia federale tedesca per la protezione della natura, ha annunciato trasformerà 62 basi militari in pacifiche riserve naturali. La ministra dell’ambiente tedesca Barbara Hendricks ha detto: «Stiamo cogliendo l’occasione storica di questa conversione: molte aree che una volta erano zone no-go non sono più necessari per scopi militari»

In Germania la riforma della Difesa ha permesso di liberare dalla presenza delle basi militari e 76.600 ettari di foreste, paludi, prati e brughiere da destinare alla fauna selvatica. «Siamo fortunati per il fatto che ora siamo in grado di far ritornare la natura in questi luoghi», ha detto la Hendricks.

Ruth Schedlbauer,  portavoce della Bfn ,  ha detto all’Huffington Post World che in questi nuovi santuari della natura stanno tornando a vivere specie come il picchio rosso mezzano (Leiopicus medius) e l’aquila anatraia minore (Clanga pomarina) e che le riserve non proteggeranno solo gli uccelli ma anche le specie di pipistrelli e di coleotteri minacciati di estinzione che vi prosperano.

Inizialmente il governo tedesco pensava di vendersi questi territori per  far cassa e favorire il riutilizzo degli immobili, ma alla fine sulla possibile speculazione edilizia è prevalsa la salvaguardia della natura. Le intenzioni della Germania non sono del tutto ecologiche: il governo ha pensato che, invece di contuinuare ad occupare questi avamposti remoti e ormai inutili, potevano entrare a far parte del piano di ridimensionamento delle forze armate tedesche che prevede una concentrazione e modernizzazione dell’apparato militare. Comunque questa scelta aumenta di un colpo del 25% la superficie di aree naturali protette in Germania.

La maggior parte delle ex basi delle  zone di esercitazione militari sono ubicate in quella che, prima dell’unificazione, era la Germania occidentale, ad ovest della ex cortina di ferro che la divideva dalla Germania orientale. I confini fortificati che separavano la Nato dal e dal Patto di Varsavia  e la Repubblica Federale Tedesca dalla Repubblica democratica tedesca, l’Europa capitalista da quella del “socialismo reale”,  di fatto diventarono forzatamente riserve durante la Guerra Fredda. Molte di queste aree fanno ora parte della  European Green Belt  una catena di habitat che va dalla Norvegia alla Turchia, snodandosi lungo più di 7.760 miglia. Si tratta ormai di un grande corridoio ecologico lungo il quale si spostano specie come gli orsi, i lupi e le linci.

Un portavoce della Green Belt ha spiegato a The Independent che «Nelle remote ed inumane fortificazioni di confine della Cortina di Ferro, la natura è stata in grado di svilupparsi quasi indisturbata. Oggi l’European Green Belt è una rete ecologica e paesaggistica ed un memoriale che va dal Mare di Barents al Mar Nero».