Brasile: migliaia di cercatori d’oro invadono il territorio yanomami

Survival International: il razzismo di Bolsonaro ha conseguenze tragiche

[1 Luglio 2019]

La denuncia arriva ancora una volta da Survival Internationale: «Fino a 10.000 cercatori d’oro hanno invaso le terre yanomami nel nord del Brasile diffondendo la malaria nella regione e inquinando molti dei fiumi con il mercurio. Sebbene la maggior parte degli Yanomami siano in contatto con la società non-indigena, è noto che nell’area invasa viva anche un gruppo incontattato; le autorità stanno inoltre indagando sui segnali della presenza di altre sei comunità incontattate che potrebbero vivere lì».

Secondo i leader indigeni, la massiccia invasione ha già provocato la morte di 4 bambini e denunciano che «I minatori — rafforzati dal supporto del Presidente Bolsonaro agli invasori, e dai costanti attacchi ai popoli indigeni – stanno costruendo insediamenti e piste di atterraggio. Alcuni dei siti di estrazione sono a pochi chilometri dagli Yanomami incontattati».

L’associazione yanomami Hutukara stima che il numero dei minatori arrivi a 10.000 persone e denuncia «gli effetti devastanti sulla pesca e la caccia, da cui gli indigeni dipendono per i loro mezzi di sussistenza».

Gli Yanomami stanno facendo pressione sul governo neofascista di Bolsonaro   perché intervenc ga per cacciare via dalle loro terre i minatori illegali e Survival International ricorda che «All’inizio di quest’anno, dopo che il Presidente Bolsonaro ha di fatto dichiarato guerra a loro e ai loro diritti, gli indigeni del Brasile hanno guidato la più grande protesta internazionale di sempre per i diritti indigeni».

Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, il 20% della popolazione yanomami del Brasile morì per le malattie importate dai minatori durante una precedente corsa all’oro. Gli Yanomami sopravvissuti a invasioni e malattie portate dei “coloni” sono 35,000 e vivono nell’area di confine tra Brasile e Venezuela.

Dopo una lunga campagna internazionale guidata da Davi Kopenawa Yanomami, Survival e dalla

Comissão Pró-Yanomami, nel 1992 il territorio yanomami del Brasile venne finalmente demarcato come “Parco yanomami”. Oggi, i territori yanomami di Brasile e Venezuela costituiscono insieme il più grande territorio indigeno forestale al mondo.

Davi Kopenawa, conosciuto come il “Dalai Lama della foresta”, ha detto che «Quattro dei nostri fiumi – Uraricoera, Mucajaí, Apiaú e Alto Catrimani – sono inquinati. La situazione sta peggiorando, arrivano sempre più minatori” ha detto. “Non portano niente [di buono], portano solo problemi. La malaria qui è già aumentata, e ha ucciso quattro dei nostri bambini».

Stephen Corry, direttore generale di Survival International, conclude: «Il razzismo di Bolsonaro ha conseguenze tragiche e la corsa all’oro in corso nel nord del Brasile ne è solo un esempio. Sta devastando gli Yanomami che già trent’anni fa, durante l’ultima fase della febbre dell’oro, furono attaccati e massacrati. Bolsonaro è contento di stare a guardare mentre le persone muoiono e la foresta viene distrutta. Solo la mobilitazione dell’opinione pubblica – a livello nazionale e internazionale – potrà fermarlo».