Caccia e richiami vivi, il governo diffida la Regione Lombardia: stop alle deroghe

Abbattuta un’aquila di Bonelli in Sardegna. Lipu: chiudere la caccia

[3 Ottobre 2019]

Con una lettera partita il primo ottobre, la Presidenza del Consiglio dei ministri, attraverso il ministero per gli affari regionali e su proposta del ministero dell’ambiente, ha diffidato (in allegato) la Regione Lombardia perché ritiri la delibera che autorizza la cattura con le reti di 12.700 piccoli uccelli selvatici per cederli ai cacciatori ai fini di richiamo vivo per la caccia. Una pratica vietata dalla direttiva Uccelli e dalla legge italiana, che è già valsa all’Italia e a varie sue regioni l’apertura di una procedura di infrazione. Entro 15 giorni la Regione dovrà annullare la delibera.

Il Consigliere regionale del M5S Lombardia Simone Verni, ha sottolineato che «La Lega non deve interpretare le leggi, deve rispettarle e se non ne sono capaci ci pensiamo noi. Ringrazio la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’Ambiente per il celere operato e il deputato Cristian Romaniello per aver seguito con impegno la vicenda. I cittadini sappiano che se Regione Lombardia non ritirerà la delibera in autotutela, entro il 15 ottobre, potrà farlo d’imperio la Presidenza del Consiglio per evitare un’infrazione miliardaria che colpirebbe tutti gli italiani».

In un comunicato congiunto, Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf Italia sottolineano: «Dopo la sospensione della delibera ad opera dal Tar per motivi gravi e urgenti – dichiarano– ecco che arriva l’opportuna quanto inevitabile diffida del Governo. La Lombardia, ben sapendo di realizzare un’infrazione, ha inteso comunque andare avanti, con un atto che è evidentemente e interamente illegittimo, come anche il Governo gli ricorda. Ora alla Regione non resta che porre fine alla breve esistenza di questa delibera e, con l’occasione, dire addio per sempre alle catture di richiami vivi, pratica desueta, violenta e vietata dalle norme. Se questo non accadesse, e se anche un solo uccello dovesse essere catturato, chiederemo la riapertura immediata della procedura di infrazione, che è stata chiusa ma certamente non archiviata dalla Commissione europea, alla quale abbiamo già inviato una dettagliata denuncia, così come saremo costretti a chiedere conto dei danni arrecati alla biodiversità ed ai cittadini, anche con una denuncia alla Corte dei Conti».

Intanto il Wwf e la Lipu annunciano un nuovo crimine ai danni della biodiversità nazionale ed europea: l’uccisione a fucilate di Tepilora, una giovane femmina di aquila di Bonelli (Aquila fasciata) liberata nel 2018 in un’area protetta in provincia di Nuoro nell’ambito del progetto internazionale di reintroduzione Aquila A-Life attuato da Ispra, Regione Sardegna, Forestas e Parco naturale regionale di Tepilora.

Un atto scellerato di bracconaggio sul quale interviene duramente Aldo Verner, presidente della Lipu-BirdLife Italia: «Non è più possibile far finta di nulla. la situazione del bracconaggio in Italia è estremamente grave. Serve un segnale forte, fortissimo. Da subito. Chiediamo con forza al Presidente del Consiglio, al ministro dell’ambiente e all’intero governo di prendere sul serio la questione, non solo dando attivazione rapida e piena al Piano nazionale antibracconaggio che ancora non decolla, ma con un gesto forte, simbolico e concreto, come ad esempio la chiusura della caccia a tempo indeterminato in tutta la Sardegna. Nel frattempo, si attivino tutte le misure necessarie per impedire la vergogna, nel ventunesimo secolo, di abbattere impunemente animali superprotetti e in via di estinzione».

Il Wwf Italia è capofila del progetto Life Conservazione Rapaci in Sicilia (ConRaSi) e collabora con il progetto Aquila A-Life per riportare in Sardegna entro il 2024 almeno 25 individui di aquila di Bonelli, per ricostituire uno stock di coppie capace di rigenerare, in maniera autonoma, una popolazione vitale nel lungo periodo. Perchè, come ricorda il Panda, «L’Aquila di Bonelli è un rapace estremamente raro e protetto, che si nutre prevalentemente di piccoli mammiferi ed uccelli, innocuo per gli allevatori perché incapace di sollevare da terra animali di grossa taglia. Questa specie è scomparsa dalla Sardegna nel secolo scorso a causa di uccisioni e furto di pulcini dai nidi e, oggi come allora, gli stessi odiosi fenomeni rischiano di vanificare lo sforzo che il Wwf Italia sta compiendo per consentire a questo magnifico animale di tornare a solcare i cieli dell’isola.

Nonostante la Sardegna presenti un elevato livello di idoneità ambientale per la specie, fenomeni deprecabili come il bracconaggio continuano a rappresentare una vera e propria piaga per animali rari e protetti, per la cui protezione vengono investite ogni anno  importanti risorse pubbliche, sia a livello internazionale sia nazionale. Queste risorse vengono tradotte in progetti a cui partecipano, con enorme dedizione, decine e decine di specialisti, di enti pubblici e di organizzazioni private».

Il Wwf ha annunciato che il suo ufficio legale «sta predisponendo, ogni azione necessaria al fine di collaborare con la magistratura e con gli organi inquirenti per assicurare alla giustizia chi si è reso autore di un reato così grave».