Zanoni (Pd): un bollettino di guerra. bracconaggio dilagante in Veneto

Cacciatori o bracconieri? Polemiche e accuse dopo l’abbattimento di 5 ibis eremita

La Lipu scrive a Galletti: «Fermare la stagione venatoria»

[17 Novembre 2016]

Dopo che Linda Nowack, del Waldrappteam ha recuperato vicino a Costermano – Caprino, in provincia di Verona  Luna, l’ultimo ibis eremita (Geronticus eremita) abbattuto dai cacciatori/bracconieri, il dibattito sulla caccia si fa sempre più vivace. E’ la stessa Federcaccia a dire che «L’attuale bilancio è già gravissimo: è stato abbattuto il 25% degli ibis eremita impegnati nella migrazione autunnale dalle aree di riproduzione a nord delle Alpi verso l’area di svernamento in Toscana».

Johannes Fritz, anche lui del Waldrappteam, spiega sulla pagina Fecebook Bentornato Ibis che  «La radiografia effettuata dal veterinario Camillo Sandri del Parco Natura Viva, evidenzia ferite alla zampa ed all’ala causate da pallini da caccia. Si tratta quindi del quinto caspo di bracconaggio. Quasi il 30% dello stormo che da settembre sta attraversando l’Italia è stato abbattuto. Questo ha causato al Progetto Europeo Life+ un danno che ammonta a 234.000. E’ una chiara indicazione della vastità del bracconaggio in Italia. Molti cacciatori e rappresentanti di associazioni venatorie, sia in Italia che all’estero condannano apertamente questi crimini e riconoscono questo come un serio danno all’ambiente ed alla loro reputazione. Questo è sicuramente d’aiuto, ma ora sono necessarie delle misure decisive. I cacciatori e le associazioni venatorie devono prendere quest’iniziativa senza perdere ulteriore tempo e senza dare ulteriore spazio a fantomatiche teorie complottistiche!»

Dell’ibis eremita sopravvive solo una popolazione relitta di circa 500 esemplari, molto localizzata, in Marocco, mentre la popolazione medio-orientale è estinta, come racconta nel suo  libro “Salam è tornata – La parabola ecologica di un uccello sacro nella Siria di oggi”, il biologo italiano Ganluca Serra.

La Lipu ha inviato una lettera urgente inviata al ministro dell’ambiente, al ministro dell’Interno e ai prefetti di 4 città italiane, nella quale chiede l’interruzione della stagione venatoria. L’associazione protezionistica spiega che «Il nuovo caso di abbattimento di ibis eremita, specie rarissima e a rischio di estinzione che sta migrando in queste settimane dall’Austria alla laguna di Orbetello quale areale di  svernamento, riguarda un esemplare, di nome, Luna, recuperato ieri, gravemente ferito, a Caprino Veronese (Verona) da due volontari della Lipu insieme a Camillo Sandri, veterinario e direttore tecnico del parco Natura Viva  e di Linda Nowack, membro dello staff a terra del Waldrappteam, che segue la migrazione degli ibis via Gps con i due volontari Lipu. L’animale presentava una frattura alla zampa causata un pallino ed è stato subito condotto in una struttura veterinaria di fiducia e poi trasferito a Bolzano dove dovrà essere operato e dove, si spera, possa essere recuperato. Prima del ferimento di questo esemplare, dai primi di settembre a oggi sono stati uccisi in Italia ben tre esemplari di questa specie (il primo nel grossetano, a Punta Ala; il secondo nel vicentino, a Montecchio Precalcino; il terzo nel bresciano, a Darfo Boario Terme), e ferito un quarto nel grossetano, oltre al nuovo episodio del veronese di ieri. Un numero molto elevato che rappresenta il 30% dei 17 partiti dall’Austria».

Secondo La Lipu, «Il nuovo caso conferma il quadro di gravità inaudita» ed è questo che ha spinto l’associazione a chiedere l’intervento delle istituzioni.

Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu-BirdLife Italia, sottolinea: «Siamo di fronte ad una situazione totalmente fuori controllo,  che non è figlia del caso ma di una doppia causa: la strategia violenta e dolosa messa in atto da una parte del mondo dei cacciatori e l’impossibilità, da parte dello Stato, di farvi fronte con controlli, prevenzione e repressione. Se dunque lo Stato è impossibilitato a evitare questi casi, che nelle settimane scorse hanno riguardato altre specie superprotette come ad esempio l’aquila del Bonelli, non si può fare altro che intervenire con una decisione straordinaria. E’ quello che abbiamo scritto ai prefetti delle quattro città nelle quali gli ibis sono stati abbattuti e che chiediamo al Ministro dell’Interno e al ministro dell’Ambiente».

Mamone Capria è convinto che «Al ministro Galletti, che è il responsabile primo della tutela degli animali selvatici in Italia, tocca l’onere principale.  Se nel nostro Paese crollasse un ponte al giorno, il Ministro dei Trasporto forse non interverrebbe? Ebbene, visto che in Italia si abbattono quasi ogni giorno animali superprotetti, il ministro Galletti non può più esimersi dall’intervenire e non con piani antibracconaggio futuribili, pur importantissimi ma con azioni immediate».

Il Waldrappteam, che gestisce il Life finanziato dall’Ue con 2.179.000 euro più altri contributi da parte di regioni austriache ed associazioni europee, per un totale di 4,3 milioni di euro, informa che il 14 novembre uno degli ibis superstiti era a Livorno, mentre Jazu si era fermato nell’area della base militare americana di Camp Derby, in provincia di Pisa. L’unico Ibis che sarebbe riusito ad arrivare a Orbetello è Salem, mentre Liethe dopo essere riuscita a superare indenne  le doppiette nel  bresciano era segnalata sugli appennini in provincia di Genova.  Altri due Ibis, Gennaro ed Avventura sono rimasti in dietro sono stati messi in salvo e verranno forse ricongiunti con un altro adulto più a sud.

La Lipu conclude: «Dovrebbe essere una ragione di speranza il progetto di reintroduzione dell’ibis eremita in Europa. “Reason for hope” è infatti il titolo del progetto Life+ portato avanti dal team austriaco  Waldrapteam con il coinvolgimento di otto paesi tra cui l’Italia (unico partner per l’Italia è il Parco Natura Viva di Bussolengo), con l’intento di insegnare ad una popolazione nata in cattività di ibis eremita, specie estinta in Europa da 400 anni, la migrazione in autonomia dall’Austria alla laguna di Orbetello. Impresa che questo gruppo di 17 ibis sta cercando, doppiette italiane permettendo, di raggiungere i propri compagni d’avventura».

Intanto, gli ambientalisti hanno trovato una sponda politica nel Consiglio regionale del Veneto: il consigliere Andrea Zanoni (Pd) dice che è un bollettino di guerra  e sollecita «misure drastiche per prevenire e contrastare il bracconaggio dilagante in Veneto. Luna è il secondo esemplare abbattuto in Veneto, dopo Tara, ucciso lo scorso 8 settembre a Montecchio Precalcino, in provincia di Vicenza. Questa mattanza non è più tollerabile e la Giunta Zaia deve agire: non dimentichiamo che il Piano d’azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli animali selvatici e il bracconaggio diramato dal ministero dell’ambiente lo scorso agosto e realizzato in collaborazione con l’Ispra inserisce il Veneto nella lista dei “cattivi” visto che sul Delta del Po si trova uno degli otto “black spot” nazionali. Il nostro appello rischia di restare però lettera morta, visto che la Regione sta andando in tutt’altra direzione, avendo approvato in Terza commissione un Pdl statale che propone alle camere di depenalizzare i reati venatori. Già adesso, nonostante l’effetto deterrente delle sanzioni penali, i bracconieri non si fermano, figuriamoci cosa accadrebbe agli ibis e a tutti gli uccelli protetti se ci fossero delle semplici multe».