Cambiamenti climatici e infertilità: una bomba a orologeria per la biodiversità?

Per salvare le specie a rischio, utilizzare anche il Thermal Fertility Limit oltre al Critical thermal limit

[1 Febbraio 2019]

Secondo lo studio “The Impact of Climate Change on Fertility”, pubblicato su Trends in Ecology & Evolution da un team di ricercatori delle università di Leeds, Melbourne e Stoccolma, l‘aumento delle temperature potrebbe rendere sterili alcune specie di animali, piante e funghi, che così potrebbero soccombere  prima di quanto si pensasse finora di fronte agli impatti dei cambiamenti climatici prima di quanto si pensi attualmente, avvertono gli scienziati.

Uno degli autori dello studio finanziato dal Natural Environment Research Council britannico, Tom price dell’Institute of Integrative Biology dell’Università di Liverpool, conferma: «C’è il rischio che stiamo sottovalutando l’impatto dei cambiamenti climatici sulla sopravvivenza delle specie, perché ci siamo concentrati sulle temperature che sono letali per gli organismi, piuttosto che sulle temperature alle quali gli organismi non possono più riprodursi»

Attualmente, biologi e ambientalisti stanno cercando di prevedere dove avverranno le estinzioni di specie a causa dei cambiamenti climatici, in modo da poter realizzare aree protette efficaci nei luoghi in cui alla fine le specie dovranno spostarsi per sfuggire al global warming. Ma all’università di Liverpool fanno notare che «La maggior parte dei dati su quando la temperatura impedirà alle specie di sopravvivere in un’area si basa sul ” critical thermal limit” o CTL: la temperatura alla quale collassano, smettono di muoversi o muoiono». Il nuovo studio evidenziano che la messe dati dati  provenienti da un’ampia varietà di piante e animali suggeriscono che gli organismi perdono fertilità a temperature inferiori rispetto al loro CTL. Alcuni gruppi sono ritenuti i più vulnerabili alla perdita di fertilità indotta dal clima, compresi gli animali a sangue freddo e le specie acquatiche. Price aggiunge: «Le informazioni che abbiamo attualmente, ci indicano che questo per molti organismi sarà un problema serio. Ma quali sono i più a rischio? I cali di fertilità saranno sufficienti a spazzare via le popolazioni, o solo pochi individui fertili manterranno la popolazione? Al momento, non lo sappiamo. Abbiamo bisogno di più dati».

Per contribuire a risolvere questo problema, i ricercatori propongono un altro modo, che hanno chiamato Thermal Fertility Limit (TFL), per misurare come si comportano gli organismi a temperature estreme e che si concentra sulla fertilità. «Pensiamo che se i biologi studieranno il TFL e il CTL – spiega ancora Price – allora saremo in grado di capire se le perdite di fertilità dovute ai cambiamenti climatici sono qualcosa di cui preoccuparsi, quali organismi sono particolarmente vulnerabili a questi cali di fertilità termici e come progettare programmi di conservazione. Questo permetterà alle specie di sopravvivere al clima che cambia. Abbiamo bisogno di ricercatori di tutto il mondo, che lavorano in ambiti molto diversi, dai pesci, ai coralli, ai fiori, ai mammiferi e alle mosche, per trovare un modo per misurare come la temperatura influisce sulla fertilità in un dato ‘organismo e confrontarlo con le stime della temperatura a cui muoiono o smettono di funzionare».