Carpageddon in Australia, il governo vuole utilizzare l’herpes per sterminare le carpe

Nel Murray-Darling verrà immesso il cyprinid herpesvirus per eradicare il 95% delle carpe

[3 Maggio 2016]

Il vice primo ministro dell’Australia, Barnaby Joyce, ha detto che l’unico modo per liberarsi delle carpe che infestano il bacino fluviale del Murray-Darling e di diffondere l’herpes tra questi pesci.

Il governo conservatore di Canberra ha stanziato 15 milioni di dollari australiani (11 milioni di dollari) per un programma di eradicazione, soprannominato “Carpageddon”  che punta  liberare il Murray-Darling, la più importante regione agricola dell’Australia, dalle carpe. Questi pesci sono stati introdotti in Australia nel 1859, ma negli anni ’60 del ‘900 la loro popolazione è esplosa dopo un ceppo di carpe destinato alla piscicoltura o è stato accidentalmente rimesso in libertà e si è subito adattato. Si stima che attualmente le carpe costituiscano circa l’80-90% della biomassa dei pesci del bacino del Murray-Darling.

Vito che sono state selezionate per essere molto prolifiche, le carpe competono  – vincendo  – con i pesci autoctoni australiani e una massa così imponente di erbivori che brucano sul fondo dei fiumi sta provocando una forte erosione e sta intorbidendo l’acqua, riducendone la qualità, con un forte impatto sulla vegetazione e sula fauna fluviale.

Se la Camera dell’Australia ha accolto con una risata l’annuncio di Joyce, ha riso meno quando il vice-premier ha ricordato ai parlamentari che le cape invasive stanno costando all’economia australiana fino a 500 milioni di dollari australiani all’anno. Il governo federale vuole immettere nei corsi d’acqua del Murray-Darling il cyprinid herpesvirus, un virus dell’herpes che colpisce le carpe, che è stato trovato per la prima volta in Israele, per uccidere circa il 95% delle carpe. Il virus dovrebbe essere rilasciato entro la fine del  2018, ma prima il governo avvierà un programma di consultazione delle comunità e probabilmente dovrà approntare modifiche legislative. Joyce ha aggiunto: «Dobbiamo  lavorare con gli Stati e i Territori perché la carpa europea danneggia non solo tutto il Murray-Darling, ma in realtà tutti i corsi d’acqua in tutta l’Australia».

Ci sarà un rilascio controllato del virus nel fiume, poi il cyprinid herpesvirus si potrà trasmettere da carpa a carpa ed anche attraverso l’acqua. Il virus colpisce solo la  carpa europea, attaccando i  reni, la pelle, le branchie e poi provocando l’arresto della respirazione. Le carpe sono portatrici del virus per una settimana, durante la quale non mostrano alcun sintomo, ma poi il cyprinid herpesvirus  le uccide rapidamente entro 24 ore.

Secondo il ministro della scienza dell’Australia, Christopher Pyne «Il virus non avrebbe alcun impatto sugli esseri umani», ma ha aggiunto che la bonifica dei fiumi sarebbe costosa, visto che centinaia di migliaia di carpe morirebbero in massa dopo il rilascio del virus.  Ma Pyne ha invitato lo sbrigativo Joyce ad essere prudente con il “Carpageddon”: «Improvvisamente, nel fiume Murray ci sarebbero centinaia di migliaia, se non milioni di tonnellate di carpe morte». Per questo si tratta di un programma trentennale,  «Perché abbiamo bisogno anche di altre misure, oltre al virus  per  mantenere il controllo della popolazione carpe» dice Pyne.

Infatti è possibile che nel  giro di pochi anni le carpe sviluppino una resistenza al virus dell’herpes e quindi il governo deve essere pronto a prendere delle contromisure per realizzare davvero l’eradicazione. «Noi non vogliamo avere semplicemente un grande successo per quanto riguarda la popolazione e poi, tra dieci anni ritornare dove siamo ora – conclude Pyne – e per questo si tratta di un programma di 30 anni. Ci aspettiamo che entro il 2045 avremo sradicato il 95% delle carpe nel Murray Darling. Questo è un impatto enorme. Ci saranno parti del fiume dove la carpa non  ci sarà mai più. Ci saranno altre parti del fiume dove potrebbero sopravvivere sacche di carpe, ma, ovviamente, nel corso dei prossimi 30 anni, il CSIRO e il CRC (Cooperative Research Centre) potrebbero attuare altri modi per mantenere la popolazione sotto controllo».