Cave, piano straordinario della Regione per la sicurezza nella lavorazione del marmo

Tutte le azioni previste dal piano nei settori estrattivo e lapideo

[17 Maggio 2016]

Oggi la giunta regionale della Toscana ha approvato un piano straordinario, costruito sulla linea del “Progetto Prato”, per la sicurezza nella lavorazione del marmo nel distretto Apuo-versiliese ed ha stanziando 2,5 milioni e predisposto «l’assunzione a tempo indeterminato (con procedura di urgenza e risorse già disponibili dell’azienda Usl Toscana Nord ovest) di un ingegnere e due geologi e quella, a tempo determinato e per la durata del progetto, di un contingente massimo di 50 tecnici». 2 milioni di euro del piano andranno per il personale e 500.000 euro  per beni e servizi necessari all’attuazione.

La Regione evidenzia alcuni dei punti chiave del piano: «La definizione di “procedure di lavoro” da rendere cogenti e vincolanti per le imprese – una scelta condivisa con le organizzazioni datoriali nell’incontro che si è svolto in Regione alla presenza del presidente Rossi lunedì 16 maggio – l’intensificazione dell’attività di vigilanza e controllo in un settore segnato da una sequenza di infortuni gravi e mortali in aumento rispetto agli anni precedenti, la ridefinizione delle modalità applicative del sistema sanzionatorio condiviso con gli enti locali e, ove necessario, attraverso una revisione normativa».

Numeri dei comparti estrattivi e lapidei. Sono 170 i siti estrattivi del comprensorio apuo-versiliese dell’Asl Toscana Nord-ovest in cui si devono effettuare i controlli per il rispetto delle condizioni di sicurezza e 600 le imprese lapidee, in genere di tipo medio piccolo, con qualche azienda che supera i 20 addetti e alcune aziende che superano i 50 dipendenti. Per entrambi i settori – lapideo e estrattivo – il numero medio di addetti varia fra i 6-10 operatori per ditta del comprensorio.

Infortuni gravi e mortali dal dicembre 2014 a oggi in cava. Con una netta inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti, a partire dal dicembre 2014 e per tutto il 2015 ci sono stati infortuni con dinamiche gravi e il contesto è ulteriormente peggiorato con due infortuni mortali. In tutto nel 2015 gli infortuni in cava sono stati 73. Il 2016 è iniziato nel modo peggiore poiché in uno stesso incidente sono morte due persone e una terza è rimasta ferita in modo grave. Infortuni mortali nel lapideo dal 2006 a oggi. Anche nel lapideo nel 2015 e 2016 gli infortuni mortali (1 nel 2015 su un totale di 98 infortuni, e 1 nel 2016) hanno avuto un drammatico incremento.

Azioni previste dal piano straordinario nel settore estrattivo:

Vigilanza in tutte la cave per la verifica del corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuali (DPI) e delle protezioni collettive.

Assistenza/vigilanza per verificare le valutazioni effettuate sugli aggiornamenti rispetto alla stabilità e sulle modalità di “coltivazione” previste nei piani. Questo può comportare anche l’emissione di provvedimenti di sicurezza per contesti dove siano state rilevate problematiche di instabilità.

Elaborazione di un testo che illustri le dinamiche di tutti gli infortuni in collaborazione con Inail e con il comitato paritetico marmo di Carrara. Qui vanno descritte anche le azioni che hanno determinato l’infortunio e un’ipotesi di azioni che avrebbero potuto evitarlo.

Incontri informativi e di assistenza nelle singole cave con tutto il personale: ditte in appalto, cavatori, titolare, datori di lavoro, direttore responsabile, rls o rlst se nominati.

Implementazione dell’attuale pool di esperti con adeguate competenze tecniche di tipo specifico in grado di affrontare le problematiche di natura specialistica del settore in modo efficace.

Richiesta al comparto di predisporre procedure omogenee e uniformi (è necessario diffondere in modo più efficace la cultura della sicurezza e la consapevolezza dei rischi non solo fra i lavoratori ma anche fra le figure aziendali responsabili. Poiché alcune soluzioni tecniche possono comportare rischi aggiuntivi, sono di particolare importanza le scelte operative e organizzative fatte dalle ditte. Occorre sollecitare un’effettiva azione di prevenzione, richiedendo al sistema di prevenzione aziendale una continua revisione critica delle procedure in uso, la chiara individuazione dei ruoli e la scelta delle modalità di lavoro).

Attrezzature e macchine utilizzate: vanno inoltrate al Ministero competente le non conformità sulle macchine tagliatrici a filo non rispondenti ai requisiti essenziali di sicurezza. E vanno assistiti i sorveglianti sui “limiti di utilizzo sicuro per le macchine tagliatrici a filo diamantato”.

Azioni previste dal piano straordinario nel settore lapideo:

Vigilanza sulla rispondenza delle modalità di movimentazione alle “Linee Guida per la movimentazione in sicurezza dei materiali lapidei”.

Vigilanza sul protocollo sanitario.

Ricognizione e valutazione rispetto alla diffusione di soluzioni tecniche a carattere innovativo disponibili.

Ricerca di mercato per la verifica circa il possibile utilizzo di attrezzature per la movimentazione automatizzata delle lastre.

Centrale è poi il potenziamento dei controlli finalizzati alla riduzione dei profili di rischio nell’area apuo-versiliese dell’azienda Usl Toscana nordovest. Con 23 unità di personale in aggiunta a quello attualmente in organico ci saranno 2280 accessi in due anni con 6/7 accessi ogni anno in ciascuna delle 170 cave. Per queste operazioni sono necessari 17 automezzi fuoristrada. Nel 2015 gli accessi in cava sono stati 280 con 100 valutazioni sulla stabilità dei versanti. Nelle 600 aziende del lapideo gli accessi previsti dal progetto nel biennio per controllare le modalità di movimentazione delle lastre saranno 900 con accessi in azienda ogni 1-2 anni. Nel 2015 gli accessi totali sono stati 50 (con accessi per azienda 1 ogni 12 anni).

 

La Giunta regionale ricorda che «Un intervento che miri a ridurre gli infortuni sul lavoro nel comparto estrattivo e lapideo del distretto Apuo-versiliese richiede una nuova e aumentata assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti, datori di lavoro, enti locali e strutture che si occupano di formazione, comunicazione e vigilanza. E’ su questa base che è stato costruito il piano di intervento approvato, che ha durata di due anni per affrontare la situazione di emergenza straordinaria, ma potrà essere riformulato nella fase successiva e avere una valenza di legislatura».

La Regione Toscana conclude confermando il suo impegno e la massima determinazione operativa «perché non succedano più infortuni mortali come quelli del 14 aprile, in cui il crollo di un contrafforte roccioso in una cava a Carrara ha portato alla morte di due cavatori, e quello del 9 maggio, causato in laboratorio dalla caduta di alcune lastre che hanno schiacciato un lavoratore. Infortuni che seguono a distanza di pochi mesi le morti del 2015».