Che fine hanno fatto le orche avvistate nel porto di Genova

Un piccolo è morto, ma il gruppo continua a stazionare nell’area da oltre una settimana. Il ministero dell’Ambiente è dunque impegnato «nel monitoraggio e nella creazione di un ambiente protetto per il gruppo di orche»

[12 Dicembre 2019]

Le orche sono animali selvatici molto gregari e soggetti a protezione integrale – è infatti assolutamente sconsigliata qualsiasi tipo di interazione –, che nei giorni scorsi hanno fatto scalpore comparendo davanti al porto di Genova:  nei mari italiani le orche sono state già osservate almeno una decina di volte, anche se in casi di brevissima durata (soprattutto nel secolo scorso in Mar Ligure, Mar di Sardegna e Sicilia), ma l’evento rimane comunque molto raro.

Vista anche l’eccezionalità dell’evento il ministero dell’Ambiente, con il supporto di Ispra, della Guardia costiera e della Capitaneria di porto, è impegnato «nel monitoraggio e nella creazione di un ambiente protetto per il gruppo di orche che da oltre una settimana staziona nel porto di Genova e nelle aree prospicienti».

Originariamente, come ricordano dal dicastero, il gruppo era composto da cinque individui: quattro adulti/subadulti e un piccolo. Quest’ultimo è poi morto ed è stato tenuto a galla dalla presunta madre per diversi giorni, e ad oggi i resti dell’animale risultano scomparsi.

Che fare, dunque? «La Capitaneria di porto di Genova, che sta seguendo l’evoluzione della situazione con particolare attenzione e professionalità – aggiungono dal ministero – ha emanato un’ordinanza per limitare l’interferenza tra l’attività di navigazione e la presenza dei cetacei, vietando in una “zona di precauzione” (area prospiciente l’ingresso al bacino portuale di Prà) sia la navigazione che qualsiasi attività subacquea».