Da dove vengono le anguille europee minacciate di estinzione in vendita nei supermercati di Hong Kong?

Ricerca dell’università di Hong Kong rivela un traffico di ceche di anguille europee vendute a 50.000 dollari HK al chilo

[6 Marzo 2020]

Lo studio “Prevalence of critically endangered European eel (Anguilla anguilla) in Hong Kong supermarkets” pubblicato su Science Advances da un team di ricercatori dell’università Hong Kong ha rivelato che le anguille che i prodotti di anguille in vendita nei supermercati della megalopoli asiatica sono in gran parte appartenenti a una specie in pericolo di estinzione: l’anguilla europe (Anguilla anguilla) che vive anche in Italia e nel resto del bacino del Mediterraneo.

Infatti un team guidato da David Baker del Conservation Forensics laboratory dell’università di Hong Kong, ha recentemente scoperto che quasi il 50% dei prodotti di anguilla venduti al dettaglio, che vanno dai filetti agli spuntini spuntini in vendita nei negozi di alimentari e minimarket, contenevano anguilla europea, una specie a rischio di estinzione secondo la Lista Rossa Iucn e il cui commercio e la vendita dei loro derivati alimentari sono regolamentati dalla Convention for the International Trade of Endangered Species (Cites) che obbliga a dotarsi di permessi per l’importazione ed esportazione di anguille europee.

L’anguilla, che si pesca tradizionalmente in Asia orientale, e in particolare in Giappone, dove è un cibo molto popolare, è l’anguilla giapponese(Anguilla japonica), ma la richiesta di anguille è in forte crescita anche in Cina e questo, unito a minacce che vanno dall’aumento della temperatura degli oceani, ai parassiti e alla costruzione di dighe ed argini di cemento lungo i fiumi, ha portato a un drastico calo delle popolazioni di anguille in tutto il mondo, compresa l’anguilla americana (Anguilla rostrata) e delle popolazioni dell’indo-pacifico.

All’università di Hong Kong spiegano che «Per soddisfare la domanda di anguille dell’Asia orientale, le anguille europee giovanili (note come cieche o ceche o, in Toscana, cee – glass eels in inglese) vengono catturate mentre nuotano verso monte nel loro areale originario che comprende l’Europa e il Nord Africa e vengono introdotte clandestinamente in Asia per essere portate a maturità. Ad oggi, l’allevamento in cattività di anguille non è stato economicamente praticabile; Le anguille selvatiche vengono così utilizzate per “seminare” allevamenti di anguille».

Negli ultimi anni, una serie di indagini di alto livello e clamorosi processi ai contrabbandieri hanno svelato l’esistenza di un florido commercio illegale di anguille Florian Stein, del Sustainable Eel Group, spiega che «L’esportazione illegale di anguille dall’Europa verso l’Asia è stata riconosciuta come uno dei maggiori crimini della fauna selvatica al mondo ed Europol lo ha stimato annualmente a un livello di oltre 300 milioni di anguille (dati 2018). Il prossimo passo è indagare sui mercati di consumo globali, identificare dove vengono consumate alla fine queste anguille trafficate. I numeri di Hong Kong sono molto allarmanti e riflettono le enormi quantità di anguille europee che vengono allevate in Asia. Spetta ora ai singoli governi indagare sull’ammontare delle anguille europee che entrano illegalmente nelle catene alimentari dei loro Paesi».

il problema è che il commercio internazionale di ceche è incredibilmente redditizio: «Un chilogrammo di ceche può contenere fino a 3.500 individui – spiegano i ricercatori di Hong Kong e sul mercato nero viene valutato oltre 50.000 dollari di Hong Kong». Un business che ha attirato l’attenzione delle mafie internazionali, che contrabbandano le ceche dall’Europa dentro le valigie per rivenderle in Asia.

L’altro problema è che, durante le fasi giovanili, è estremamente difficile distinguere le anguille europee dalle altre specie e le anguille giapponesi e americane non sono nell’elenco Cites, quindi non è necessario alcun permesso per commercializzarle.

I ricercatori ricordano che «L’esistenza delle rotte di contrabbando Europa-Asia era già stata documentata, ma la destinazione finale delle anguille di contrabbando era rimasta inafferrabile». A svelare almeno uno dei posti dove vanno a finire è stata questa indagine che era iniziata con me un progetto di studenti universitari che si occupava dell’etichettatura dei pesci e dei frutti di mare: L’inchiesta sull’anguilla europea è iniziata quando gli studenti hanno notato che nei prodotti ittici dei supermercati era presente una quantità sorprendente di anguilla europea».

Uno dei ricercatori convolti, Haze Chung, che deve ancora laurearsi, ha detto che «Il progetto dell’anguilla è la cosa più eccitante che ho fatto durante il mio studio universitario all’HKU. Una volta pensavo che la ricerca fosse solo per laureati e professori, mail rusltato è stato che anche io, come studente, sono stato in grado di fare ricerche significative che hanno avuto un impatto sul commercio illegale. Questo mi ha reso più determinato a continuare a lavorare nel settore ambientale».

Lo studio ha riguardato molti supermercati e minimarket in tutti i distretti di Hong Kong e i ricercatori concludono: «Sorprendentemente, quasi il 50% dei prodotti a base di anguilla esaminati è stato determinato come anguilla europea. I risultati di questo studio hanno suggerito che le reti di contrabbando su vasta scala che trafficano anguille europee si intrecciano con le catene di fornitori locali, portando delle specie in pericolo a finire sugli scaffali dei supermercati, con i consumatori che ne sono del tutto inconsapevoli».