Riunione in Regione con Coldiretti e cacciatori su ungulati e predatori

Danni degli ungulati in Valdelsa: il Commissario ATC lascia e non paga 180.000 euro

Cia Siena: «Sono soldi pubblici già stanziati. Nel resto della provincia hanno già riscosso»

[10 Luglio 2015]

La Confederazione italiana agricoltori (Cia) di Siena denuncia quella che definisce una beffa il mancato pagamento di «Danni da ungulati non riscossi dagli agricoltori della zona della Valdelsa per 180mila euro, che dovevano essere distribuiti fra 130 aziende» E’ la situazione con la quale si trovano a fare i conti  le aziende agricole dentro l’Ambito territoriale di caccia (ATC) 17, dopo che nel 2014 hanno subito ingenti danni causati dagli ungulati. La Cia spiega che «Il termine ultimo per i pagamenti da parte delle ATC era il 30 giugno, ma gli agricoltori non hanno visto nemmeno un euro».

Secondo Luca Marcucci, presidente Cia Siena, è «Una situazione grottesca, i soldi sono già stanziati, sono disponibili e sono soldi pubblici, ma il commissario dell’ATC 17 – che ha lasciato il suo incarico per scadenza proprio il 30 giugno, data ultima per i pagamenti – ha deciso di non pagare quanto dovuto alle aziende danneggiate perché a suo avviso i danni da ungulati rientrano nelle attività “straordinarie” e non “ordinarie”; per cui il pagamento, a suo avviso, avrebbe dovuto spettare alla nuova ATC unica per la provincia di Siena, che non sappiamo quando ci sarà. Intanto però gli agricoltori del resto della provincia, le cui aziende ricadono nelle ATC 18 e 19, per gli stessi danni subiti, hanno già ricevuto le somme previste. Un paradosso che dimostra, semmai ce ne fosse stato bisogno, che la copertura economica per danni da ungulati rientra nell’ordinario dell’ATC, così come previsto, e con risorse a disposizione».

Sale così la protesta degli agricoltori della Valdelsa  che, oltre a dover fronteggiare agli assalti quotidiani degli ungulati a coltivazioni e allevamenti, non possono avere i risarcimenti che spettano loro.

Il direttore Cia Siena, Roberto Bartolini, conclude: «A questo punto c’è bisogno di un intervento urgente dell’Amministrazione Provinciale che deve farsi carico della situazione e pagare direttamente le aziende, che non possono certo aspettare che siano fatte le nomine dell’ATC unica di cui non sappiamo ancora i tempi. Gli agricoltori hanno già subito un gran danno alle coltivazioni, evitiamoli almeno la beffa dei mancati rimborsi».

Intanto una delegazione dell’altra grande associazione degli agricoltori, Coldiretti, è stata ricevuta  dal nuovo assessore regionale all’agricoltura e foreste, Marco Remaschi, che ha promesso «Entro una decina di giorni la costituzione di un tavolo che veda la presenza della Regione e delle associazioni interessate per mettere in campo provvedimenti sul tema degli ungulati e dei predatori (lupi, ibridi ecc.)». Prima Remaschi aveva incontrato le associazioni venatorie.

Secondo Coldiretti, «Sono 450 mila gli esemplari a “piede libero”, il 70% sono cinghiali, che devasta campi coltivati, azzera le produzioni, stermina gli allevamenti, mette a repentaglio la sicurezza stessa dei cittadini e crea conseguenze devastanti anche sull’ambiente contribuendo all’impoverimento della fauna e della flora del bosco e del sottobosco. Insufficienti gli abbattimenti da parte del mondo venatorio: appena 90 mila circa. Troppo pochi per “contrastare” un esercito difficile da censire e da controllare».

Gli agricoltori dicono basta, denunciano che gli ungulati in Toscana hanno fatto «20 milioni di euro all’anno. 100 milioni in cinque anni». e chiedono «misure immediate e importanti per contenere le ripercussioni di popolazioni ormai fuori controllo». Purtroppo è l’ennesima volta che denunciamo una situazione non più sostenibile per il mondo agricolo. In Toscana i danni economicamente hanno riflessi ancora più gravi, perché quello che va perduto non è solo il prodotto ma anche il valore che esso acquisterebbe nelle fasi di trasformazione e commercializzazione. In una regione in cui prevalgono i prodotti di qualità, i danni sono davvero incalcolabili. A rischio  non c’è solo il reddito delle imprese agricole ma anche la sicurezza delle aree rurali e periurbane e non mancano neppure le preoccupazione sul profilo sanitario con il rischio di contagi degli animali allevati».

Il blitz in Regione è stato l’occasione per consegnare, al neo assessore, il documento con le proposte in materia di danni alla fauna selvatica e Remaschi si è impegnato ad un esame attento e ha ringraziato della collaborazione offerta. Al momento, le risposte di Remaschi si articolano su tre punti essenziali: «Il primo riguarda uno degli impegni presi dal presidente Rossi, ovvero quello di semplificare e ridurre ad uno solo il regolamento venatorio, al posto dei 10 attuali. Su questo siamo già impegnati. Per quanto riguarda più in particolare gli ungulati ne abbiamo già parlato martedì scorso in una riunione delle Regioni con il Ministro delle politiche agricole e forestali Maurizio Martina. Si tratta di problemi reali e dobbiamo rispondere con provvedimenti veri, condivisi ed efficaci, magari trovando anche un momento di coordinamento con Regioni come Emilia Romagna e Umbria che hanno problematiche simili». Remaschi ha anche invitato «le associazioni di categoria a far sentire la loro voce a livello nazionale, non solo con il Ministro delle Politiche agricole ma anche con quello dell’Ambiente».

Il terzo punto riguarda i predatori e il neo-assessore ha ricordato che «Anche di recente, soprattutto nel grossetano ci sono stati attacchi importanti agli allevamenti ed è un tema molto sentito al quale dobbiamo dare risposte vere. Nella scorsa legislatura era stato varato un pacchetto di misure, vedremo se i tempi di attuazione sono adeguati e se occorrono correttivi nell’applicazione». Remaschi ha confermato «La piena disponibilità ad affrontare seriamente queste tematiche» e si è è impegnato a «portare la questione in giunta al più presto e ad aprire, nel giro di una decina di giorni, un tavolo con tutti gli interessati per varare provvedimenti concreti. Dobbiamo aiutare gli allevatori, questi sono problemi reali e seri».

Il presidente di Coldiretti Toscana ha detto: «Incassiamo la disponibilità ma vigiliamo sulle azioni future. Di fronte al moltiplicarsi delle devastazioni causate dagli ungulati, agli attacchi agli allevamenti e al moltiplicarsi degli eventi provocati da nutrie, corvi, cinghiali e altri animali, gli agricoltori della Coldiretti chiedono una riforma della disciplina che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio dobbiamo trovare una soluzione immediata, urgente, straordinaria. I danni alle colture agrarie e agli allevamenti sono ormai in proporzioni tanto rilevanti da rendere insufficiente l’accantonamento delle risorse finanziarie regionali, così che occorre rivedere le modalità di distribuzione delle risorse nazionali e regionali al fine di garantire i fondi necessari per coprire i danni stimati».