Disastro alle Canarie: naufragio di un peschereccio russo con 1.500 tonnellate di combustibile (VIDEO)

L'imbarcazione pirata Olev Nayvdon fatta affondare in un paradiso dei cetacei. Una nuova Prestige?

[16 Aprile 2015]

Greenpeace denuncia che alle Canarie è in corso una  tragedia ambientale: un peschereccio russo è stato fatto colare a picco al largo della costa sud di Gran Canaria, in un paradiso dei cetacei, con 1.500 tonnellate di combustibile a bordo. Si tratta dell’Olev Nayvdon, un grosso peschereccio russo che in passato era stato più volte denunciato alla Commissione Europea da Greenpeace perché pescava illegalmente in Senegal. Gli ambientalisti ricordano che «Sia nel 2010 che nel 2012 la nave aveva cercato di nascondere nome e numero di matricola per evitare la denuncia. Anche le autorità senegalesi hanno denunciato più volte questa barca, l’ultima nel 2014, quando pescava nonostante nel 2012 le fosse stata revocata la licenza».

Grenpeace España ricostruisce la pericolosa rotta fatta dal peschereccio pirata russo prima del naufragio. L’imbarcazione ha attraversato aree di grande importanza ecologica: «Prima ad est dell’Arcipelago (20 miglia a sud di Jandía, Fuerteventura), per poi virare di nuovo a sud-est, fino al naufragio di ieri mattina di fronte a Maspalomas (Gran Canaria), zona turistica dichiarata Reserva Natural Especial (tipo di protezione canaria) per il suo prezioso sistema di dune mobili, il più ricco delle isole».

Ma il naufragio della Canarie ha un aspetto ancora più inquietante: «Esattamente come accadde per la petroliera “Prestige”, naufragata 13 anni fa al largo delle coste della Galizia – dice Greenpeace – invece di portare la nave verso un porto, dove sarebbe stata più facile la gestione dell’emergenza provocata dall’incendio a bordo, è stata portata in acque aperte, dove è naufragata ed è ora a 2.400 metri di profondità in un’area di correnti marine profonde, ad appena 15 miglia da una zona ad alta sensibilità ambientale». Secondo i dati a disposizione dell’associazione ambientalista, «il combustibile del peschereccio, chiamato IFO 380, ha caratteristiche simili a quelle di quello impiegato dal Prestige, molto denso e viscoso, poco solubile in acqua.  Al momento dell’incendio, avvenuto per cause in corso di accertamento, il peschereccio aveva i serbatoi carichi di gasolio, perché si apprestava a salpare dalle Canarie».

Grenpeace España sottolinea: «Non vogliamo una nuova Prestige, però temiamo il peggio. L’imbarcazione è affondata in acque dove la piattaforma sottomarina raggiunge la sua massima estensione, una delle zone più produttive delle Canarie. Quest’ultima cosa ha consentito lo stabilirsi di habitat interessanti come i sebadales o il popolamento di specie di interesse comunitario.  La zona al nord dove è affondato l’Oleg Naydenov è protetta dalla legislazione ambientale europea attraverso la Rete Natura 2000. In questa zona sono frequenti gli avvistamenti di cetacei e tartarughe marine. Il disastro ambientale potrebbe essere catastrofico e le sue conseguenze potrebbero durare anni».

Le correnti infatti potrebbero trasportare il combustibile fino a sud di Tenerife, alla Gomera e fino all’Isla de El Hierro, e se raggiungesse la costa la bonifica sarebbe molto difficile, vista la viscosità dell’IFO 380 e ci sarebbero sicuramente conseguenze anche per gli uccelli marini proprio mentre alle Canarie è in corso la nidificazione.

Grenpeace España conclude: «Se i governi puntassero sulla pesca sostenibile ed adottassero misure di controllo u in caso di incidenti navali, pensando al futuro dell’ambiente e degli oceani, forse, solo forse, oggi non saremmo qui a scrivere questo post. Le autorità hanno presumibilmente continuato nella catena di negligenza e improvvisazioni che abbiamo vissuto con la Prestige. Non hanno imparato nulla, non  impareranno mai nulla».

Videogallery

  • https://youtu.be/dyHB6Buz37k