Dove vivono in Europa le specie aliene invasive

Rapporto Jrc su piante e animali invasivi, accidentalmente o deliberatamente introdotti negli ambienti europei

[10 Aprile 2019]

Il rapporto “Baseline distribution of species listed in the 1st update of Invasive Alien Species of Union concern” del Joint research centre (Jrc), dell’Unione europea pate da alcune certezze: «Le specie aliene invasive hanno gravi conseguenze negative per il loro nuovo ambiente. Rappresentano una grave minaccia per la biodiversità nell’Ue e in tutto il mondo. Una mappatura geografica aggiornata è fondamentale per tracciare nuovi avvistamenti di specie esotiche invasive di rilevanza unionale in aree precedentemente non interessate. Questo favorisce la cooperazione tra Stati membri, transfrontalieri o all’interno di aree geografiche condivise».
Il rapporto mostra la distribuzione geografica delle 11 specie aggiunte nel 2017 all’elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale (regolamento Ue sulle specie esotiche invasive) e completa il rapporto sulle specie precedentemente elencate, portando il totale a 48 specie. La legislazione europea stabilisce specifiche restrizioni per la conservazione, importazione, vendita, allevamento e coltivazione di piante e animali che figurano in questo elenco.
Le mappe del nuovo rapporto mostrano una grande concentrazione di specie aliene invasive nel Regno Unito, in Belgio, in Olanda e in altri paesi dell’Europa nord-occidentale. Secondo gli scienziati Jrc, «Questo è dovuto in particolare ad una lunga storia di attività commerciali in quei Paesi, al commercio di specie orticole e di animali da compagnia, ma anche ad altre attività commerciali che introducono le specie come contaminanti. Fornendo una base geografica delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale in tutta Europa, il Jrc sta aiutando tutti gli Stati membri dell’Ue a rispettare il diritto Ue adottando azioni per controllare le popolazioni del proprio Paese e a impedirne la diffusione ad altri che non sono ancora stati invasi»’.
La maggior parte delle specie aliene invasive presenti oggi in Europa sono state introdotte molto tempo fa, sin da prima metà degli anni ’50, molte anche prima del XX secolo, e si sono fatte largo tra la flora e la fauna europea, ad esempio attraverso la dispersione dei semi dai giardini o con l’acqua scaricata dagli acquari. Alcune specie, come il topo muschiato nordamericano (Ondatra zibethicus) che è stato introdotto in Europa per la sua pelliccia, sono state rilasciate intenzionalmente in natura.
Le specie incluse nel nuovo rapporto Jrc sulla distribuzione di base spaziano dalle piante, come la velenosa pianta dei pappagalli (Asclepias syriaca), arrivata in Francia dal Nord America nel 1825, ad animali come l’oca egiziana (Alopochen aegyptiacus), che è stato originariamente importata dall’Egitto in Gran Bretagna nel 1676. e che poi si è s diffusa nel teritorio
Su ciascuna delle specie incluse, il rapporto fornisce informazioni, come nomi comuni, dove vivono, quali sono i loro impatti e come sono state introdottiein Europa.
Al Jrc evidenziano che «Le specie aliene invasive sono una preoccupazione per diversi motivi: creano problemi alla biodiversità autoctona, ad esempio uccidendo piante e animali autoctoni; creano problemi agli i habitat autoctoni, ad esempio alterando la vegetazione naturale, le sponde dei fiumi, ecc ; possono avere impatti economici negativi, ad esempio danni all’agricoltura e al turismo; possono causare problemi di salute umana, come le allergie. Entrando in vigore nel 2015, il Regolamento UE 1143/2014 interviene per prevenire, ridurre al minimo e mitigare tali impatti negativi. Viene data priorità a un sottoinsieme di specie esotiche invasive considerate di interesse unionale. Le specie sono incluse nell’elenco perché possono causare un danno così significativo da giustificare l’adozione di misure specifiche a livello dell’Ue»
Quindi, mostrando la distribuzione geografica delle specie incluse in questo elenco, il rapporto è uno strumento importante per l’attuazione del regolamento Ue sulle specie aliene invasive perché fornisce agli Stati membri informazioni utili, facendo in modo che possano notificare alla Commissione europea e agli altri Stati membri l’individuazione precoce delle specie elencate. Inoltre, fornisce una base fattuale per le domande di revisione del regolamento. In definitiva, le informazioni incluse nel rapporto possono essere utilizzate per monitorare il raggiungimento dell’obiettivo 5 della strategia 2020 dell’Ue sulla biodiversità che prevede una lotta serrata alle specie esotiche invasive.