Due insetticidi neonicotinoidi riducono la fertilità e la durata della vita dei maschi delle api

Effetti contraccettivi sulle api mellifere, gravi problemi per api regine e alveari

[1 Agosto 2016]

Secondo lo studio “Neonicotinoid insecticides can serve as inadvertent insect contraceptives”, pubblicato su Proceedings of the Royal Society B da un team di ricercatori svizzeri, thailandesi e tedeschi, i  maschi delle api mellifere , chiamati fuchi o pecchioni, possono essere danneggiati da due insetticidi neonicotinoidi che riducono la durata della lo vita e il numero di spermatozo. Entrambi gli insetticidi sono attualmente parzialmentre vietati nell’Unione europea.

Negli ultimi anni, gli apicoltori hanno lottato per mantenere le colonie di api sane in tutto l’emisfero settentrionale Le api e altri insetti impollinatori sono di vitale importanza per i tre quarti delle colture alimentari del mondo, ma sono  in calo significativo, a causa della perdita di habitat ricchi di fiori, malattie e parassiti e per l’uso di pesticidi. Le api da miele, come tutti gli insetti impollinatori, forniscono servizi ecosistemici ed economici essenziali: ogni anno in Europa e Nord America, milioni di colonie di api da miele producono miele e contribuiscono all’impollinazione di una serie di colture agricole: dalle carote, alle mandorle a alla colza fno a innumerevoli piante da frutto, il che ha un valore di miliardi di euro.

Nell’Ue l’uso di  neonicotinoidi era stato vietato sulle coltivazioni in fiore  nel 2013, ma la Gran Bretagna si oppose al bando totale e questo ha permesso un numero limitato di utilizzi “di emergenza” e quest’anno, prima della Brexit, la Gran Bretagna ha rifiutato altre moratorie contro i neonicotinoidi.  Ci sono chiare prove scientifiche che questi insetticidi danneggiano le api, ma la ricerca sui possibili danneggiamenti complessivi per intere colonie è ancora scarsa.

All’Institut für Bienengesundheit dell’università di Berna spiegano che nel primo studio per indagare gli effetti di neonicotinoidi sui fuchi, e uno dei primi a studiare gli effetti di questi prodotti chimici agricoli sugli impollinatori maschi in generale, il team di ricerca internazionale ha scoperto che «Due neonicotinoidi potrebbero inavvertitamente ridurre la durata della vita e del numero degli spermatozoi nei fuchi. Dato che la sopravvivenza e la produttività della regina sono intimamente connesse al successo degli accoppiamenti con i maschi, una qualche influenza sulla qualità dello sperma può avere profonde conseguenze per la salute della regina, così come per l’intera colonia. Alla luce delle recenti ricerche sull’apicoltura, che hanno identificato le cattive condizioni di salute della regina come un motivo importante per perdita delle colonie di api, questo studio rafforza ulteriormente gli inviti a valutare più approfonditamente il  rischio ambientale di questi insetticidi, così come altri prodotti per la protezione delle colture, e a proteggere le api e altri organismi benefici». il calo degli spermatozoi causato dai neonicotinoidi nei maschi è di quasi il 40% e la durata della loro vita diminuisce di un terzo. Gli scienziati dicono che «La scoperta fornisce una possibile spiegazione per l’aumento delle morti di api negli ultimi anni, così come per il calo generale degli insetti impollinatori selvatici in tutto l’emisfero settentrionale».

Il principale autore dello studio, Geoff Williams, dell’università di Berna e di Agroscope, il centro di ricerca svizzero per le api, sottolinea: «Sappiamo che molteplici fattori di stress possono incidere sulla salute delle api da miele, tra cui i parassiti e la cattiva alimentazione. E’ possibile che prodotti chimici agricoli possono svolgere un ruolo importante Nel 2013, l’Unione europea e la Svizzera hanno adottato un approccio precauzionale, limitando parzialmente l’applicazione degli ampiamente utilizzati insetticidi neonicotinoidi thiamethoxam, clothianidin, imidacloprid e con il mandato di effettuare ulteriori valutazioni del rischio ambientale. E’ attualmente in corso una nuova revisione intergovernativa. Precedenti ricerche suggeriscono che queste sostanze chimiche causano sia  effetti letali che subletali da esposizione sulle api femmine, ma non si sapeva nulla su come possono influenzare i maschi della specie».

I ricercatori hanno esposto i fuchi ai livelli di thiamethoxam e clothianidin riscontrati nei campi  hanno  scoperto che avevano in media 39% in meno di spermatozoi rispetto alle api non esposte ed evidenziano che «I maschi mantenuti in laboratorio dopo l’esposizione a livello di colonia hanno avuto una durata di vita più breve e hanno prodotto meno spermatozoi. Ciò potrebbe avere importanti conseguenze per le colonie perché le regine, che sono essenziali per il funzionamento delle colonie, devono essere opportunamente inseminate con lo sperma da più maschi. I fattori che influenzano la salute dei fuchi potrebbero quindi avere profonde conseguenze non solo per la regina, ma per l’intera colonia, dato  che la sostituzione delle regine mal accoppiate è ad alta intensità di risorse e non priva di rischi».

Le api regine effettuano voli di accoppiamento per raccogliere e conservare lo sperma di più maschi, che viene poi utilizzato per la riproduzione nel corso della vita della regina. I fuchi raggiungono la maturità sessuale a 14 giorni di età, ma i ricercatori hanno scoperto che già allora il  32% dei droni esposti erano morti e quindi non in grado di accoppiarsi, rispetto al 17% dei fuchi non esposti ai neonicotinoidi. «Ciò potrebbe avere gravi conseguenze per il benessere della colonia, oltre a ridurre la variabilità genetica complessiva all’interno delle popolazioni di api». Il team internazionale ha anche scoperto che i fuchi esposte vivevano solo 15 giorni rispetto ai 22 giorni di quelli non esposti ai pesticidi e hanno concluso: «Abbiamo dimostrato per la prima volta che gli insetticidi neonicotinoidi frequentemente utilizzati possono provocare importanti effetti letali e subletali sugli  insetti maschi benefici non bersaglio; questo può avere vaste implicazioni a livello di popolazione».

Uno dei principali autori dello studio, Lars Straub dell’università di Berna, evidenzia che «La maggior parte degli studi che impiegano i neonicotinoidi le api si sono concentrati sulle operaie, che sono in genere le femmine non riproduttive della colonia. I maschi delle api sono stati davvero trascurati dagli scienziati che si occupano della salute delle  api, mentre non è sorprendente, questi risultati possono attirare l’attenzione su questo».

Peter Campbell, dalla Syngenta, la multinazionale che produce il thiamethoxam, ha ammesso che la nuova ricerca è interessante, ma ha osservato che «La qualità dello sperma di tutti i fuchi nello studio è ridotta, rispetto a un lavoro precedente. Dato l’accoppiamento multiplo delle api regine, non è chiaro quali siano le conseguenze che una riduzione della qualità dello sperma avrebbe in realtà avere sulla fecondità della regina»,

Ma Christopher Connolly, dell’università di Dundee, che non ha partecipato alla ricerca, la pensa diversamente: «Questo studio è importante, dato che i fallimenti negli accoppiamenti delle api regine vengono segnalati come un problema crescente dagli apicoltori. Anche se i livelli di insetticidi utilizzati in questo studio sono realistici, non è chiaro se entrambi i neonicotinoidi vengono comunemente consumati insieme a questi livelli. Pertanto, sarà importante separatamente studiare l’impatto dei neonicotinoidi. E’ importante sottolineare che questo studio dimostra la complessità delle possibili conseguenze da esposizione cronica ai pesticidi e queste non vengono valutati durante i test di sicurezza. Pertanto, questo studio supporta ulteriormente la necessità di adottare il principio di precauzione su neonicotinoidi».

Un altro degli autori dello studio, Peter Neumann che lavora per Agroscope e per le università di Berna Chiang Mai (Thailandia) e Pretoria (Sudafrica),  conclude: «Questi risultati, insieme all’importanza dei maschi per la riproduzione delle api mellifere, evidenziano la necessità di rigorose valutazioni del rischio ambientale dei prodotti chimici agricoli per proteggere la biodiversità e il funzionamento degli ecosistemi».