Eradicazione delle specie aliene a Pianosa: il Movimento 5 Stelle attacca il Parco Nazionale

A Cantone non piace il progetto Life di Parco, Ispra, università di Firenze e Carabinieri Forestali

[19 Aprile 2017]

A Pianosa e in altre isole dell’Arcipelago Toscano è in corso il progetto  Resto con Life che prosegue un altro Life di grande successo, Montecristo 2010, che ha permesso di realizzare la più grande eradicazione di ratti da un’isole mediterranea  – consentendo di salvare la popolazione nidificante di Berte minori, e di eliminare l’ailanto, con un vero e proprio boom della biodiversità.

Ma gli sforzi del Parco Nazionale, Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale  (Ispra), Università degli studi di Firenze e Carabinieri Forestali  –  che poi sono gli stessi realizzati da grandi associazioni ambientaliste come BirdLife, Rspb e Island Conservation in molte isole di tutto il mondo –  non sono mai piaciuti ad alcune associazioni animaliste che, dopo aver mobilitato in passato una parte di centro-destra contro il Life Montecristo 2010, denunciando una possibile strage di fauna  autoctona – comprese le capre di Montecristo –  che non c’è stata, questa volta si sono rivolte al Movimento 5 Stelle.

Come spiega sulla sua pagina Facebook il consigliere regionale del M5s Enrico Cantone, portavoce alla Regione Toscana, «Siamo stati chiamati dalle associazioni animaliste del luogo per controllare (leggi qui https://goo.gl/FWxi0z ) un piano di abbattimento di diversi animali , oltre ad una sequenza di estirpazioni di alberi e piante non dichiarate autoctone. Contemporaneamente sono state avviate delle campagne di derattizzazione che hanno comportato l’avvelenamento di almeno 2 coppie di barbagianni».

Cantone sottolinea che «Arrivati su questa splendida isola non abbiamo potuto far altro che rimanere affascinati sia dalla bellezza del posto e dal silenzio interrotto solo dal vento e dal cinguettio degli uccelli. Siamo rimasti anche colpiti dall’enorme numero di immobili che sono stati lasciati in rovina dopo l’abbandono da parte del Ministero della Giustizia del carcere. Decisione che ha comportato anche l’abbandono delle culture e della cosa più importante quale manutenzione che i carcerati svolgevano su tutta l’isola».

Qui Cantone non  pare essere stato ben informato sulle diverse competenze istituzionali che ci sono sull’isola e del fatto che quasi tutti gli immobili e le coltivazioni – che fra l’altro sono in ripresa nell’area degli orti – non dipendono dall’Ente Parco ma dal ministero delle Giustizia.

Infatti il Consigliere regionale pentastellato continua: «L’isola ora è sotto la tutela dell’ente parco dell’arcipelago a cui va imputata la decisione per lo meno incauta se non scellerata di voler riportare l’ambiente isolano ad un non ben identificata nel tempo situazione precedente.  I risultati sono alla vista di tutti e ci chiediamo se come il Ministero di Grazia e Giustizia che aveva speso oltre 400 milioni delle “vecchie” lire in cucine nuove più altrettanti milioni (la cifra esatta è da appurare) nel costruire una caserma che è rimasta inutilizzata da nuova, anche l’ Ente parco voglia spendere soldi pubblici ed europei in progetti che sono destinati al fallimento. Fallimento come dichiarato da loro stessi che riguarda sull’abbattimento errato delle lepri poi riconosciute autoctone [in realtà anche in quel caso erano state introdotte a Pianosa ma erano risultate appartenenti a una sottospecie rara di lepre europea, la Lepus europaeus meridie, ndr]. Non bastava prelevare un campione soltanto e sottoporlo a esame del dna invece di fare arrivare bande di cacciatori che hanno sparato a lepri, fagiani, pernici e chissà cos’altro?? Mi chiedo quindi se il finanziamento in arrivo per la ristrutturazione della casa museo dell’agronomo non sia destinato fare la stessa fine».

Anche se i due progetti non sono in relazione l’uno con l’altro, Cantone promette che «Di certo questa volta la nostra azione sarà vigile e chiederemo informazioni, proporremo atti in consiglio regionali intanto a voler prima di tutto sentire la popolazione locale o chi da oltre vent’anni lavora sul posto, oltre a proporre azioni di valorizzazione delle piccole aziende o imprenditori locali che potranno portare avanti un percorso di salvaguardia dell’ambiente, la sua valorizzazione e portare all’isola un turismo consapevole e possibilmente regolato nei numeri». Evidentemente qualcuno ha informato male Cantone perché in realtà a  Pianosa, da dopo l’istituzione del Parco Nazionale, il turismo è sempre stato contingentato, anche se non sono mancati sforamenti, come più volte denunciato da Legambiente.

Il Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle conclude: «Inoltre dal punto di vista ambientale proporremo ancora una volta che Pianosa come tutte le isole dell’arcipelago diventi indipendente dal punto di vista energetico e che i soli veicoli ammessi a circolare siano esclusivamente a trazione elettrica. Siamo certi che si potrà fare».