Esseri umani e Neanderthal facevano sesso molto prima di quanto si credesse

Nel DNA di una Altai Neanderthal trovate le prove della migrazione di umani estinti 100.000 anni fa

[18 Febbraio 2016]

Utilizzando diversi metodi di analisi del DNA, un gruppo di ricerca internazionale ha identificato l’evento di un incrocio tra i Neanderthal e gli esseri umani moderni che si è verificato circa 100.000 anni fa,  cioè decine di migliaia di anni prima di quanto era risultato da altri eventi precedentemente documentati.  Lo studio “Ancient gene flow from early modern humans into Eastern Neanderthals” pubblicato su Nature suggerisce che alcuni esseri umani moderni abbiano lasciato molto presto l’Africa presto e si siano accoppiati con i Neanderthal. «Gli esseri umani moderni che hanno contribuito ai geni di una femmina di Altai Neanderthal dovevano provenire da una popolazione che ha lasciato l’Africa molto prima della migrazione dei progenitori degli attuali europei e asiatici, provenienti dall’Africa meno di 65.000 anni fa – dicono gli scienziati – Così, ci deve essere stato un lungo ritardo tra il momento in questo gruppo si è ramificato fuori l’albero famiglia umana moderna, circa 200.000 anni fa, e quando ha lasciato la sua impronta genetica nell’Altai Neanderthal, circa 100.000 anni fa». Dopo questi esseri umani moderni si estinsero e non sono quindi gli antenati degli uomini e delle donne che oggi vivono fuori dall’Africa, che invece discendono da coloro che migrarono dall’Africa circa 65.000 anni fa.

Sergi Castellano, del Max-Planck-Institut für evolutionäre Anthropologie, spiega che «E’ importante per la comprensione della storia degli esseri umani moderni e dei Neanderthal. Sapevamo dal  DNA di Neanderthal trovato nel genoma degli esseri umani al di fuori dell’Africa che i Neanderthal e gli esseri umani si sono incrociati. Questo incrocio si stima sia avvenuto meno di 65.000 anni fa, durante tutto il tempo in cui le moderne popolazioni umane diffuse in tutta l’Eurasia dall’Africa. Ora abbiamo trovato le prove di un  contributo umano moderno al genoma di Neanderthal. Questo è probabilmente il risultato di incroci molto precedenti»

I principale autore dello studio, Martin Kuhlwilm, anche lui del Max-Planck,  ha individuato le regioni del genoma della Altai Neanderthal che provengono dagli esseri umani moderni: «Stavo cercando di vedere se riuscivo a trovare le regioni del genoma in cui il genoma di Neandertal dalla Siberia ha sequenze simili a quelle negli esseri umani. Sappiamo che contemporanei non africani hanno tracce di Neanderthal, ma che per noi non erano utili. Così, invece, abbiamo invece genomi di individui contemporanei provenienti da tutta l’Africa per identificare le mutazioni che la maggior parte di loro ha in comune. Alcune di queste mutazioni si verificano insieme in regioni del genoma di Altai Neanderthal, un segno di ibridazione».

Il folto team internazionale di ricercatore ha trovato la prova del  “flusso di geni” di uomini moderni nel genoma di Neanderthal si applica in un Neanderthal specifico, i cui resti sono stati trovati in una grotta sui monti Altai nella Siberia meridionale, vicino al confine tra Russia e Mongolia. Lo studio ha sequenziato il DNA dei resti di Neanderthal trovati in due grotte europee, in Croazia e Spagna e in entrambi i casi non era presente DNA derivato ​​da esseri umani moderni. Gli scienziati hanno anche analizzato il genoma di un altro essere umano estinto, un Denisovano i cui resti sono stati trovati nella stessa grotta sui monti Altai dove sono state trovate le ossa di Neanderthal, ne è risultato che,  a differenza del Neanderthal, il Denisovano non aveva nessun contributo di DNA umano moderno. «Questo non significa che gli esseri umani moderni non si siano mai accoppiati con Denisovani o i Neanderthal europei» e Siepel chiarisce: «il segnale che stiamo vedendo nell’Altai Neanderthal probabilmente deriva da un evento di incrocio che si è verificato dopo che uesto lignaggio dei Neanderthal si è discostato dai suoi cugini europei, un po’ più di 100.000 anni fa».

Le sequenze di DNA umano nell’Altai Neanderthal sembrano derivare da un gruppo umano moderno che si è separato presto dagli altri esseri umani, «Circa al tempo in cui le attuali popolazioni africane divergevano  l’una dall’altra, circa 200.000 anni fa» spiega ancora l’israeliano Ilan Gronau.

Mentre migravano dall’africa, gli esseri umani moderni si sono incontrati – e si sono accoppiati –  con i Neanderthal, che vivevano in Europa e in Asia. I geni di questi accoppiamenti con i Neanderthal si trovano ancora oggi  negli esseri umani  e recenti studi hanno dimostrato che queste porzioni di DNA giocano un ruolo fondamentale sia nel nostro sistema immunitario che per la nostra propensione alle malattie. Ma l’ultimo ritrovamento di un flusso di geni in direzione opposta, da uomo  moderno a Neanderthal, suggerisce come l’accoppiamento sia avvenuto migliaia di anni prima. Non è ancora chiaro quale impatto che questi geni hanno avuto sui  Neanderthal e castellano dice che «Al momento, il  significato funzionale di tutto questo non è chiaro».

Ma se i primi esseri umani facevano sesso i Neanderthal 100.000 anni fa, questo significa che avevano lasciato l’Africa 40.000 anni prima della grande migrazione che ha dato origine anche a noi e questo  confermerebbe che i fossili umani travati a Skhul e Qafzeh in Israele sono molto più antichi della “grande dispersione e che  è vero quel che suggerisce un recente studio: degli esseri umani moderni vivevano in Cina almeno 80.000 anni fa.

Commentando il nuovo studio, Chris Stringer, del Museo di Storia Naturale di Londra, ha detto alla BBC: «Credo che, teoricamente,  in qualsiasi parte dell’Asia meridionale teoricamente si sarebbero potuto avere questo primo incrocio, visto che in realtà non sappiamo quanti Neanderthal e primi esseri umani moderni ci potessero essere a quel tempo nelle regioni tra Arabia e Cina. Al momento, semplicemente non sappiamo come siano avvenuti questi accoppiamenti e le possibilità vanno da scambi di partner relativamente pacifici, ad raid di un gruppo per rapire le femmine (il che accade negli  scimpanzé e alcuni cacciatori-raccoglitori moderni), o attraverso per l’adozione di bambini abbandonati o orfani. Alla fine, i genetisti dovrebbero essere in grado di dimostrare se il trasferimento del DNA in entrambe le direzioni sia avvenuto principalmente tramite i maschi, le femmine, o in proporzione all’incirca uguale, ma avranno bisogno di molti più dati prima che diventi possibile».