Fortissimo impatto del cambiamento climatico sulla biodiversità marina

A rischio estinzione soprattutto le specie tropicali e subtropicali

[25 Agosto 2015]

Il riscaldamento degli oceani provocherà profondi cambiamenti nella distribuzione globale della biodiversità marina, a dirlo è lo studio “Climate velocity and the future global redistribution of marine biodiversity” pubblica su  Nature Climate Change  da un ream di ricercatori guidato dagli scienziati australiani dell’ ARC Centre of Excellence in Coral Reef Studies.  Il team di ricerca internazionale ha  messo insieme l’impatto dei cambiamenti climatici e la  distribuzione di quasi 13.000 specie marine, più di 12  volte il numero di specie precedentemente studiate in analisi di questo tipo, ed ha scoperto che  con un clima in rapido riscaldamento molte specie estenderebbero il loro areale in nuove regioni, con un forte impatto sulle specie autoctone, mentre altre, con areali ristretti, in particolare quelle che vivono attorno ai tropici, dovranno far fronte a crescenti rischi di estinzione. Un fenomeno già visibile anche nel Mediterraneo, diventato ormai terra di conquista per molte specie tropicali.

Uno dei principali autori dello studio, John Pandolfi dell’università del Queenslad, è convinto che «I modelli globali di ricchezza di specie cambieranno in modo significativo, con una notevole variabilità regionale. Questo studio è stato particolarmente utile, perché non solo ci ha dato la speranza che le specie abbiano il potenziale di tracciare e seguire i climi mutevoli, ma anche perché ci ha dato motivo di preoccupazione, soprattutto ai tropici, dove sono previste forti perdite di biodiversità. Questo è particolarmente preoccupante e molto attinente alle barriere coralline dell’Australia, perché studi complementari hanno mostrato alti livelli di rischio di estinzione nel biota tropicali, dove impatti umani localizzati, così come i cambiamenti climatici, hanno provocato un notevole degrado».

Per modellare l’impatto previsto del cambiamento climatico sulla biodiversità marina, i ricercatori hanno utilizzato climate-velocity trajectories, una misura che combina la velocità e la direzione del movimento di bande della temperatura dell’oceano nel corso del tempo insieme alle informazioni sulla tolleranza termica e alla preferenza dell’habitat. E dicono che «L’’analisi fornisce l’aspettativa  più semplice per la futura distribuzione della biodiversità marina, mostrando modelli spaziali ricorrenti degli alti tassi di invasioni di specie accoppiati ad estinzioni locali». Secondo i ricercatori, «Questo, dalla fine del secolo, renderà in molte regioni le comunità ecologiche attualmente distinte molto più simili tra loro ».

Pandolfi dice che questo miscuglio di specie residenti e migranti darà vita ad una combinazione che presenterà sfide senza precedenti per la pianificazione della salvaguardia delle specie e conclude: «Questo studio dimostra soprattutto le grandi connessioni geografiche degli effetti del cambiamento climatico. Gli sforzi di conservazione devono essere facilitati dalla cooperazione tra i Paesi, per avere qualche reale possibilità di combattere le perdite di biodiversità  potenzialmente gravi che il cambiamento climatico potrebbe imporre».