La “gorgiera” riduce di 19 volte la predazione primaverile e di 3,4 volte quella autunnale

Gatti killer: il collare colorato che riduce la predazione di uccelli e piccoli mammiferi

[15 Aprile 2015]

Il gatto domestico (Felis catus) è considerato  la più grande minaccia di origine antropica per le popolazioni di uccelli canori in Nord America ed Europa, mentre in Australia è anche una calamità per le specie endemiche di marsupiali in via di estinzione. Per questo tre biologi statunitensi della St. Lawrence University  (Wilson, Okunlola e Novak) hanno esaminato l’efficacia di un collare per gatti, il Birdsbesafe collar cover (CC)  nel ridurre la mortalità di uccelli e piccoli mammiferi. Si tratta di un ampio collare in diverse colorazioni ad un collarino di nylon a sgancio rapido, i cui colori molto vivaci dovrebbero allertare  gli uccelli quando i  gatti che si avvicinano.

I tre ricercatori sottolineano che «La violazione e l’alterazione degli  habitat delle aree naturali ha portato ad un maggiore contatto tra gli animali da compagnia domestici (cani e gatti) e la fauna selvatica. In questo contesto, i gatti (Felis catus)  che circolano liberamente sono una grave minaccia per gli uccelli passeriformi, dato che le aree residenziali suburbane possono conservare sufficienti aspetti  di wilderness e mantenere alte densità e diversità di uccelli passeriformi, che anno elevate probabilità di incontrare gatti domestici predatori». Secondo l’American Veterinary Medical Association, nel 2012 circa 95,6 milioni i gatti vivevano nel 30,4% delle famiglie americane e lo studio evidenzia che «A causa della loro abbondanza e del  loro comportamento come predatori generalisti, sia gli animali domestici che i gatti domestici selvatici hanno una elevata tendenza a depredare le altre specie, compresi i piccoli mammiferi, l’erpetofauna e gli uccelli passeriformi» Uno studio del 2013 da l’idea dell’impatto dei gatti sulla piccola fauna statunitense: in media 2,4 miliardi di uccelli e 12,3 miliardi di mammiferi all’anno. I gatti domestici e rinselvatichiti sono quindi una delle più grandi minacce antropiche per la fauna selvatica. Secondo i ricercatori, visto che questi dati sono stati pubblicati sia sulla letteratura scientifica che sulla stampa popolare, due cose sembrano chiare: 1) i proprietari di gatti sono a conoscenza del problema che costituisce un gatto lasciato libero all’aperto 2) A molti proprietari di gatti non piace tenerseli in casa tutto il giorno. Ma lo studio sottolinea anche un altro aspetto: «Paradossalmente, mentre la percentuale di proprietari americani di gatti può suggerire che le persone apprezzino di più gli animali domestici della fauna autoctona, 45,7 milioni di americani si considerano anche amanti del birdwatching o altrimenti incoraggiano  gli uccelli a cibarsi vicino alle loro case. Nel 2011, gli americani hanno speso più di 4 miliardi di dollari solo per il becchime. Purtroppo, alimentatori da cortile per gli uccelli sono spesso un luogo di predazione, dato che gli uccelli si riuniscono in un’unica area, fornendo ai gatti obiettivi facili. Attirare uccelli canori ai nostri cortili potrebbero alla fine rivelarsi letale per gli uccelli che stiamo cercando di nutrire e vedere; dati di citizen science utilizzati dal   Cornell Lab of Ornithology hanno fatto scoprire che più di 30 specie di uccelli sono state uccise dai gatti nel loro cortili urbani e suburbani».

Dall’analisi di tutti questi dati è venuto fuori lo studio “Birds be safe: Can a novel cat collar reduce avian mortality by domestic cats (Felis catus)?”, pubblicato su  Global Ecology and Conservation, nel quale i ricercatori raccontano i test svolti per 12 settimane nell’autunno 2013 su 54 gatti e per lo stesso periodo di tempo su 19 gatti nella primavera del 2014. I gatti sono stati assegnati in modo casuale ai due gruppi e i Birdsbesafe CC sono stati tolti o messi  ai gatti ogni due settimane, per controllare il comportamento degli animali e del collare anche in base alle fluttuazioni atmosferiche ed al cambiamento di stagione. Ne è emerso che i gatti che indossavano la buffa e coloratissima “gorgiera” durante la primavera hanno ucciso 19 volte meno volatili rispetto ai gatti privi di collare e 3,4 volte meno uccelli in autunno.

Basandosi sui gatti utilizzati nello studio, i ricercatori dicono che «Il gatto medio con un Birdsbesafe  CC ucciderà e porterà a casa 0,72 uccelli all’anno e 5,56 volatili all’anno senza CC». Ma alcuni gatti sembrano specializzarsi sulla redazione di mammiferi o avifauna e gli uccelli portati “in dono” a casa sono solo una parte di quelli che uccidono davvero i gatti. Quindi i biologi della  St. Lawrence University  dicono che un gatto che indossa il Birdsbesafe  CC ucciderà in media 1,4 volatili all’anno, ed uno senza la vistosa  “gorgiera”  ne ucciderà almeno 8,4 all’anno. Ma altri studi di cono che il tasso effettivo di uccisione può essere molto più alto, dal momento che solo il 23% delle prede vengono portate dai gatti alle loro famiglie umane.

Comunque, secondo i ricercatori «I Birdsbesafe CC sono stati estremamente efficaci nel ridurre la predazione sugli uccelli» dei gatti killer, con percentuali molto più alte dei campanellini o di altri collari anti-predazione in commercio. Ma i dati sui piccoli mammiferi sono molto meno chiari, anche se sembra che la predazione autunnale da parte dei gatti con la “gorgiera” sia diminuita della metà. In generale, i gatti tollerano il collare e CC abbastanza bene, con il 69% di loro che non mostra alcun fastidio, mentre il 23% si è rifiutato di indossarlo o era in difficoltà quando indossava il Birdsbesafe CC. I 54 gatti partecipanti allo studio uccidono e portano a casa una media di 300 uccelli all’anno senza CC, rispetto ai solo 39 uccelli mentre indossano il  Birdsbesafe  CC.  Se si proiettano questi numeri anche solo su una parte dei circa 95,6 milioni i gatti che vivevano nelle famiglie statunitensi  2012 l’impatto sulla piccola fauna selvatica diminuirebbe drasticamente e il declino delle popolazioni di uccelli canori che vivono vicino alle nostre case verrebbe fermato.

Ma c’è un problema che il collare magico non può risolvere: secondo uno studio del 2013  il 69% degli eventi di predazione della piccola fauna selvatica negli Usa è realizzato dai  30 – 80 milioni di gatti randagi o rinselvatichiti, che sembrano avere un tasso di predazione sulla fauna selvatica in media 3 volte più alto dei gatti di proprietà.  I ricercatori affrontano anche un tema molto “rischioso”: «Mentre scientificamente ha senso proporre l’eutanasia per i gatti selvatici, questo metodo controverso e che solleva polemiche per diminuire la mortalità della fauna selvatica da parte dei gatti non è generalmente praticato, tranne in aree ad alta endemicità (per esempio le  Isole Galapagos). L’ American Society for the Prevention of Cruelty to Animals (ASPCA) ha suggerito che le popolazioni di gatti selvatici possono essere tenute sotto controllo attraverso le adozioni, piuttosto che con  l’eutanasia. Purtroppo, questo è improbabile a meno che l’opinione pubblica non diventi molto più consapevoli del problema che i gatti selvatici rappresentano per la fauna selvatica, e abbastanza persone scelgano di essere coinvolte nel processo di adozione».

Ma i ricercatori si sono chiesti anche  perché c’è una così forte discrepanza tra la predazione autunnale e quella primaverile dei gatti sugli uccelli e scrivono: «Abbiamo il sospetto queste differenze possano avere a che fare con i cambiamenti stagionali nel comportamento e/o con la visibilità degli uccelli. In autunno, alcuni passeriformi hanno maggiori probabilità di avere una colorazione spenta e quasi tutti si foraggiano in stormi; in primavera, gli uccelli sono appariscenti, a volte più colorati ed iniziano a controllare il territorio e la nidificazione. I singoli uccelli sono così intenti ad avere un comportamento territoriale e nella nidificazione da poter diventare meno in sintonia con i predatori, e quindi hanno potenzialmente più probabilità di essere depredati da un gatto domestico in primavera. I nostri risultati suggeriscono che i proprietari di gatti che vivono all’esterno dovrebbero essere particolarmente attenti alla caccia del loro gatto in questa stagione, e che il Birdsbesafe  CC può essere più efficace nel ridurre le morti degli uccelli in tarda primavera e all’inizio dell’estate. Un’altra possibile ragione per la discrepanza tra risultati dello studio in primavera ed autunno è che colore del modello specifico del Birdsbesafe  CC che abbiamo testato sia meno efficace in autunno. È interessante notare che, i colori arancio, giallo, rosso possono corrispondere a quelli che l’autunno lascia sul territorio e questo può consentire gatti di sgattaiolare più cripticamente sugli  uccelli incauti in autunno. I nostri risultati suggeriscono che nella stagione autunnale le altre combinazioni di colore, che imitino meno strettamente le foglie cadute, possano essere più efficaci».