Ghepardi africani in India. Quelli asiatici cacciati fino all’estinzione 68 anni fa

Dalla Corte suprema sì alla reintroduzione di ghepardi su base sperimentale e nell'habitat più adatto

[29 Gennaio 2020]

Ieri, a dieci anni dalla presentazione di un piano per la reintroduzione del ghepardo in india che era stata prevista dall’allora ministro dell’ambiente Jairam Ramesh, la Corte suprema ha dato il via libera al ritorno dei ghepardi in India in un habitat adatto come quello di Kuno Palpur nello Stato del Madhya Pradesh.

La Corte Suprema ha così accolto la domanda di autorizzazione presentata dalla National Tiger Conservation Authority (NTCA) per l’introduzione dei ghepardi africani dalla Namibia mentre la Corte stava ancora monitorando l’ambizioso progetto del governo. La Corte ha istituito un comitato composto dall’ex direttore di Wildlife Trust of India (WTI), Ranjit Sinh, da un funzionario in pensione dell’Indian Forest Service e da un dirigente del ministero dell’ambiente che assisterà l’NTCA nel prendere una decisione sulla questione e ha dichiarato che controllerà il progetto, mentre il comitato dovrà presentare il suo rapporto entro 4 mesi.

La corte suprema ha anche affermato che la decisione su dove reintrodurre i ghepardi verrà presa dopo un’adeguata indagine, mentre le modalità dell’operazione le deciderà la NTCA: «Il ghepardo sarà introdotto su base sperimentale nell’habitat più adatto per vedere se può adattarsi alle condizioni indiane».

L’ex ministro dell’ambiente Ramesh ha detto all’Hindustan Time che «E’ un’occasione importante, ci sono voluti 10 anni. Il ghepardo è l’unico mammifero cacciato fino all’estinzione in India nei tempi moderni e durante il mio mandato è stato fatto molto lavoro per rendere possibile la sua reintroduzione nella natura selvaggia».

Parveen Kaswan dell’Indian Forest Service ha ricordato che «L’ultima volta che è stato avvistato un ghepardo in India era il 1952», anche se avvistamenti non confermati arrivano fino al 1967/68.

Fu proprio in India, durante il regno dell’imperatore Mughal Jahangir, che venne allevato il primo ghepardo al mondo in cattività e l’imperatore precedente, Akbar, in un censimento avvenuto durante il suo regno – 1556 al 1605 – registrò 10.000 ghepardi.

Durante il periodo coloniale britannico in India vennero uccisi almeno 200 ghepardi, in gran parte da pastori di pecore e capre, praticamente tutta la popolazione censita nel XIX secolo. Il ghepardo è stato l’unico grande mammifero a estinguersi dopo che l’India ha ottenuto l’indipendenza nel 1947.

Gli ultimi 50 ghepardi asiatici (Acinonyx jubatus venaticus) sopravvivono in un’area dell’Iran, ma la Repubblica Islamica si è rifiutata di condividere con l’India esemplari di quello che considera un animale simbolo della nazione e il governo indiano si è rivolto alla Namibia per importare ghepardi africani (Acinonyx jubatus). Il problema è che i ghepardi asiatici si separarono da quelli africani tra 30.000 e i 60.000 anni fa e che quindi in India non si sta reintroducendo il predatore estinto 68 anni fa, ma esemplari di ghepardi africani, popolazioni che non godono certo di buona salute, visto che in totale sono ridotte a circa 7.050 animali in natura in tutta l’Africa.

Nel 2010 il governo centrale indiano ha istituito un gruppo di esperti per la reintroduzione del ghepardo in India che ha indicato nell’area di Kuno Palpur l’area migliore per reintrodurre il mammifero iù veloce del mondo in India. Gli altri siti indicati erano Il Velavadar National Park nel Gujarat e il Tal Chapar sanctuary nel Rajasthan. Il governo del Madhya Pradesh aveva messo a disposizione Kuno Palpur anche per ospitare i leoni asiatici del Gujarat che alla fine si rifiutò di condividere questa unicità asiatica con l’altro Stato.

Ma secondo molte associazioni ambientaliste indiane nessuno di questi habitat è abbastanza grande per ospitare dei ghepardi e, in un rapporto presentato nel 2028 alla Corte Suprema, hanno fatto notare che il Serengeti National Park in Tanzania ha una superficie di 14.750 chilometri quadrati con molte prede a disposizione, che il Kruger National Park in Sudafrica si estende su 19.485 km2 e che, rispetto a queste grandi aree protette gli habitat selvatici indiani proposti non vanno oltre una superficie di oltre 1.000 km2 e ci sono molte meno prede per i ghepardi. Un rapporto stilato da un esperto nominato dalla Corte evidenzia che per sopravvivere i leopardi africani hanno bisogno di predare un’antilope ogni tre giorni e ha smentito le affermazioni del Wildlife Institute of India (WII) di Dehradun, secondo le quali i ghepardi potrebbero coesistere con gli esseri umani, sopravvivere anche in presenza di poche prede e non avere bisogno di vaste praterie. E’ stato proprio il WII a indicare Kuno Palpur come l’area più vocata alla reintroduzione dei ghepardi.

Il rapporto ambientalista inoltre fa notare che la reintroduzione dei ghepardi non è stata esaminata dettagliatamente dal National board for wildlife, come invece sostenuto dal governo e che non vi è traccia di un progetto di questo tipo nel National Wildlife Action Plan (2017-2031). Secondo gli ecologisti, l’India finirà per ospitare i ghepardi africani in condizioni semi-prigionia, in enormi giardini zoologici all’aperto, invece di consentire loro e lasciarli vivere liberi.

Il biologo Fayaz Khudsar, che aveva presentato una petizione alla Corte Suprema contro il cheetah project della NTCA, denuncia il fatto che il piano non sia mai stato davvero elaborato e che la sua unica motivazione sia quella di realizzare il sogno di un ex dirigente del servizio forestale indiano. E un ambientalista, HT Ravi Chellam, aveva fato notare che «Non possiamo traslocare i leoni di Gir, che muoiono a causa del virus del cimurro canino. Ma vogliamo i ghepardi con i quali non abbiamo esperienza».

Ma la sentenza della Corte Suprema ha ridato speranza a chi sostiene la reintroduzione del ghepardo in India e Sinh, che aveva convinto l’ex ministro Ramesh a lanciarsi in questa avventura, dice: «Sono fiducioso che i ghepardi africani possano sopravvivere. Farò del mio meglio per garantire che i ghepardi tornino in India».