Gli ippopotami non sono vegetariani, mangiano spesso e volentieri carne (VIDEO)

La prevalenza del consumo di carne è collegata alle epidemie di antrace nelle popolazioni di ippopotami

[9 Dicembre 2015]

Lo studio “Carnivory in the common hippopotamus Hippopotamus amphibius: implications for the ecology and epidemiology of anthrax in African landscapes” pubblicato su  Mammal Review da un team internazionale di ricercatori mette definitivamente fine alla convinzione che gli ippopotami  (HIppopotamus amphibius) sono vegetariani.

Come ricordano i ricercatori, l’ippopotamo è una specie centrale per la biodiversità africana: il suo comportamento alimentare ed i suoi comportamenti possono avere effetti profondi sulla struttura e le dinamiche degli ecosistemi terrestri e acquatici all’interno del suo habitat.

Lo studio sottolinea che sebbene ippopotami siano in genere considerati come esclusivamente erbivori,  «Studi sul campo hanno dimostrato che gli ippopotami sono carnivori facoltativi che consumano carne e tessuti intestinali dalle carcasse di altri animali. La carnivorosità degli ippopotami non è un comportamento aberrante limitato a particolari individui in alcune località, ma un modello di comportamento che si verifica all’interno delle popolazioni distribuite in gran parte dell’attuale areale dell’ippopotamo nell’Africa orientale e meridionale. La carnivorosità è frequentemente associata alla normale alimentazione comune e coinvolge molteplici individui o interi gruppi sociali di ippopotami».

Secondo gli scienziati, «La tendenza osservata degli ippopotami a nutrirsi di carcasse, comprese quelle di altri ippopotami, ha importanti implicazioni per l’ecologia e l’epidemiologia dell’antrace e altre malattie zoonotiche associate agli ungulati nei terrtori  africani. Lo scavenging e la carnivorosità degli ippopotami possono spiegare perché i modelli spazio-temporali e le dinamiche della mortalità da antrace tra ippopotami spesso differiscono notevolmente da quelle degli altri erbivori sensibili all’antrace all’interno degli stessi habitat, e perché i livelli di mortalità da antrace degli ippopotami possono essere di ordini di grandezza superiori a quelli di altre popolazioni di ungulati sensibili all’antrace all’interno della stessa località».

Secondo il leader del gruppo di ricerca, Joseph Dudley di Leidos Inc, «Il riconoscimento del ruolo della carnivorosità come un fattore chiave nel modulare la dinamica di massa dei focolai di antrace negli ippopotami possono fornire una base per una migliore comprensione e  gestione degli effetti delle epidemie di antrace negli ippopotami e nelle popolazioni umane».

Gli ippopotami sono stati visti di tanto in tanto rubare le prede ai coccodrilli o addentare carcasse in superficie, ma nella letteratura scientifica c’erano poche prove concrete di un vero e proprio consumo di carne. Invece, il nuovo studio suggerisce che, in quelli che si pensava fossero grossi e irascibili erbivori, il consumo di carne potrebbe non essere così raro e che non si tratta nemmeno di un comportamento aberrante per la specie, anzi, lo studio suggerisce che sia condiviso da molti esemplari.

Uno degli autori dello studio, Marcus Clauss, del Clinic for Zoo Animals, Exotic Pets and Wildlife, Vetsuisse Faculty, dell’università di Zurigo, «Questi rapporti si inseriscono nel  fatto che gli ippopotami sono i parenti viventi più stretti delle balene, che sono tutte carnivore».

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