Gli uccelli di città sono più aggressivi di quelli di campagna

Uno studio evidenzia gli effetti dell’espansione della popolazione umana sulla fauna selvatica

[19 Luglio 2016]

Non c’è bisogno di andare al cinema o di scaricare l’applicazione del videogioco: se vivete in città Angry Birds lo potete trovare nel vostro giardino o nello spazio verde di fronte a casa vostra.  Infatti due ricercatori del Department of biological sciences del Viirginia Tech, Scott Davies e Kendra B. Sewall  hanno pubblicato su Biology Letters lo studio “Agonistic urban birds: elevated territorial aggression of urban song sparrows is individually consistent within a breeding period” nel quale illustrano una scoperta fatta recentemente nel sud-ovest della Virginia: «Gli uccelli che vivono nelle aree suburbane mostrano livelli significativamente più elevati di aggressività territoriale rispetto ai loro omologhi di campagna».

Davies spiega che «Una possibile ragione per questo è che questi uccelli hanno meno spazio, ma migliori  risorse da difendere. “Vivere vicino agli esseri umani fornisce cibo e riparo migliori, ma significa anche più concorrenza per queste risorse limitate».

Davies e Sewall hanno misurato l’aggressività territoriale di 35 passeri cantatori (Melospiza melodia) urbani e di 38 passeri cantatori rurali maschi in 3 siti urbani e in 3 siti di campagna  nella New River Valley durante la primavera del 2015. I campus della Tech Virginia e della Radford University sono stati individuati come siti urbani grazie sai loro alti livelli di impatto umano, mentre come siti rurali sono state scelte le Kentland Farm e l’Heritage Park. Poi i ricercatori hanno diffuso la registrazione del richiamo di un passero cantatore maschio e hanno osservato come gli uccelli che controllano un determinato territorio hanno risposto ad una intrusione simulata da parte di un confinante.

Gli uccelli dei campus universitari hanno mostrato un più alto livello di aggressività: si sono avvicinati e sono rimasti vicino al diffusore del richiamo, sbattevano le ali furiosamente, e erano impegnati in  canto ad alta voce e poi ha cominciato a produrre un “soft song” un termine che i ricercatori utilizzano per descrivere il sono che un uccello emette prima di sferrare un attacco.

Anche i passeri di campagna rispondevano al richiamo del possibile intruso, ma non così vigorosamente.

I ricercatori hanno inanellato i passeri cantatori per poterli identificare individualmente e hanno registrato per due volte le risposte di ognuno di loro, a parecchie settimane l’una dall’altra. Gli uccelli che vivono nelle periferie urbane si sono rivelati più aggressivi entrambe le volte, dimostrando così che la loro maggiore aggressività persiste per tutta la stagione riproduttiva.

Al Virginia Tech evidenziano che «Le osservazioni dei ricercatori mettono in luce gli effetti dell’espansione della popolazione umana sulla fauna selvatica. Secondo le Nazioni Unite, la popolazione mondiale dovrebbe raggiungere 9,6 miliardi entro il 2050, in aumento di oltre 2 miliardi di persone. Anche se molti animali evitano gli habitat che vengono influenzati dagli esseri umani, alcune specie possono adattarsi  e vivere in habitat suburbani e anche urbani».

Kiki Sanford, un noto neurofisiologo che non è stato coinvolto nello studio, ha detto che «Questa scoperta supporta  ricerche del passato che dimostrano che gli uccelli urbani sono più aggressivi nel difendere i loro territori. Dobbiamo capire le differenze di comportamento diffuse tra le popolazioni diverse specie di uccelli urbani e rurali per avere un’idea di come l’urbanizzazione influenzerà la loro sopravvivenza e diversità in futuro. Di solito, il testosterone e la densità di popolazione sono i predittori per l’aggressività, ma ci sono altri fattori influenti, come la maggiore disponibilità di cibo negli ambienti urbani, che devono essere esaminati».

“This finding supports past research showing that urban birds are more aggressive in defending

Il laboratori di Sewall  sta studiando l’impatto che l’espansione delle aree suburbane ha sugli uccelli e come riescano ad adattarsi e sopravvivere nonostante i cambiamenti nel loro habitat. «Prevedere l’impatto che la crescita della popolazione umana avrà sulla fauna selvatica richiede lo studio delle specie che si adattano e persistono negli habitat con impatti umani – conclude  Sewall – L’ampliamento suburbano è una forma primaria di cambiamento dell’habitat umano e anche se molte specie possono sopravvivere nei nostri cortili, il loro comportamento e la loro fisiologia possono cambiare per far fronte ai cambiamenti delle risorse ed ai  nuovi disturbi».