Riceviamo e pubblichiamo

I 40 anni del Parco di San Rossore

[16 Maggio 2019]

Gli anniversari sono sempre una occasione – come i compleanni – per trarre un bilancio del percorso compiuto e dei suoi risultati. Il Parco di San Rossore in particolare, assai più di molti altri anche sul piano nazionale e non solo per l’età, offre questa opportunità specialmente in una situazione così allarmante e a rischio come quella presente per parchi e aree protette.

Già alcuni anniversari passati hanno offerto quest’occasione: vedi in particolare il libro del 2005 ‘Un quarto di secolo speso bene per l’ambiente’, a cura di Beatrice Bardelli, della Collana ETS sulle aree naturali protette. Collana dove si trovano peraltro molti altri volumi dedicati ai problemi e situazioni del nostro parco che hanno interessato e coinvolto – ancora oggi – le altre aree protette della Toscana e non solo.

D’altronde non è certo una caso che qui sia stata gestita per alcuni anni ToscanaParchi, rivista finanziata dalla Regione Toscana, e che sempre qui si sia svolta Parcolibri, che coinvolse per la prima volta parchi e editori di tutta Italia. E non neppure un caso che qui abbia avuto sede, dopo la chiusura di quello di Gargnano, il Centro studi Valerio Giacomini che giustamente si sta cercando di riattivare, dopo l’abbandono inspiegabile di Federparchi a cui era stata affidata la prevalente responsabilità della gestione.

Il presidente del parco Cardellini in questi giorni appare encomiabilmente molto impegnato in questo rilancio del Parco, sulla base anche di importanti indicazioni progettuali di Cervellati, autore del nostro piano a cui lo scorso anno dedicammo il libro ‘Valore ambientale tra risorsa e bellezza paesaggistica” (curato da Oreste Giorgetti), con riflessioni appunto sui 40 anni dalla nascita del Parco.

Ecco dopo le tante, troppe vecchie balle sui danni che deriverebbero dal nostro come da tutti i parchi, che vedono tutt’ora impegnati anche sindaci in pantaloncini, credo valga la pena di tornare a discutere sul serio di problemi che stanno minacciando il pianeta. Ecco perché sarebbe bene ritrovarci, anche tutti quelli che a quel percorso – seppur in momenti e con ruoli diversi – abbiamo dato una mano.

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