I bombi si curano dai parassiti con la medicina naturale

Proteggere l’erica ci aiuterà a salvare le api selvatiche in declino in tutta Europa

[11 Ottobre 2019]

Il nuovo studio “Flagellum Removal by a Nectar Metabolite Inhibits Infectivity of a Bumblebee Parasite”, pubblicato su Current Biology da un team di ricercatori britannici ha scoperto che una sostanza chimica naturale del nettare di brugo (erica), chiamata callunene, può agire come un medicinale per proteggere i bombi da un loro comune e dannoso parassita intestinale, il Crithidia bombi,che può essere trasmesso e diffondersi tra questi insetti sui fiori o all’interno dei loro nidi.
Gli scienziati hanno studiato diverse piante del Regno Unito per trovare le proprietà medicinali nel nettare che potrebbero aiutare a proteggere naturalmente le api dalle malattie che sono un’importante causa che contribuisce al declino delle api e hanno scoperto che «La specie con il più alto valore medicinale era l’erica, la seconda pianta di nettare più produttiva del Regno Unito e che si trova in tutta Europa. Questa scoperta è estremamente importante: circa il 90% delle piante del mondo, tra cui molte importanti colture alimentari, fanno affidamento sugli animali per l’impollinazione. Il contributo delle api a questi servizi di impollinazione è di gran lunga il più importante e vitale, ma sono in declino a causa degli effetti interagenti di malattie, cambiamenti climatici e distruzione dell’habitat».
Uno degli autori dello studio, il biologo Mark Brown del Centre for ecology, evolution and behaviour, della Royal Holloway University sottolinea che «Il mantenimento di popolazioni sane di api e altri impollinatori è fondamentale per la sostenibilità degli ecosistemi e della produzione di cibo per l’uomo.

Mentre i parassiti sono una parte normale della vita delle api, la capacità di controllare i parassiti si basa sull’accesso ai giusti tipi di piante alimentari. Comprendere quali piante sono necessarie per mantenere un sano equilibrio tra le api e i loro parassiti può aiutarci a ripristinare habitat che massimizzano la salute delle api»

Il team guidato da Haucke Koch del Department of natural capital and plant health dei Royal Botanic Gardens – Kew ha testato l’attività medicinale contro il Crithidia bombi del nettare di 17 piante che sono importanti fonti di cibo per le api domestiche e selvatiche europee, ha allevato il parassita in laboratorio e ha selezionato sostanze che potrebbero inibirlo o ucciderlo, arrivando alla conclusione che «Il nettare con il più potente effetto inibitorio proveniva dall’erica (Calluna vulgaris)».

Separando i diversi componenti chimici del nettare di erica, il team di Koch ha scoperto che solo un singolo composto, il callunene, è responsabile dell’inibizione del parassita e, dopo ulteriori esperimenti, hanno dimostrato che «Il callunene può proteggere i bombi dall’infezione del parassita».
​​Koch ha aggiunto: «Proprio come noi, gli impollinatori possono contrarre malattie che li fanno ammalare. Le api affrontano anche ulteriori pressioni dovute alla distruzione dell’habitat, ai pesticidi e ai cambiamenti climatici. Mentre gli apicoltori possono spesso aiutare le colonie malate di api domestiche, ad esempio facendo trattamenti diretti contro i parassiti, non possiamo aiutare allo stesso modo le api selvatiche contro le minacce di malattie. Tuttavia, la nostra scoperta dimostra che un buon modo per aiutare gli impollinatori in natura potrebbe essere la protezione delle piante medicinali essenziali per loro».
La protezione fornita del nettare di erica potrebbe essere molto importante per i bombi europei, soprattutto grazie all’abbondanza di erica nelle isole britanniche e in Europa. Ma, anche se questa scoperta è promettente, in tutta Europa le brughiere stanno scomparendo o si stanno frammentando a un ritmo preoccupante, quindi i benefici dell’erica per le api selvatiche e i bombi potrebbero diminuire. Secondo The Wildlife Trust, «Circa l’85% delle brughiere di pianura nel Regno Unito è andato perso negli ultimi 150 anni a causa dello sviluppo agricolo».

Koch conferma: «La protezione delle brughiere è molto importante per preservare l’elevata biodiversità presente in questo habitat. Il nostro lavoro dimostra che le brughiere possono essere persino più preziose di quanto si pensasse in precedenza, fornendo ai bombi selvatici un nettare medicinale naturale come protezione contro un grande parassita. Il declino globale della diversità delle piante potrebbe significare che gli impollinatori stanno perdendo molte altre piante che favoriscono la loro salute senza che noi ce ne accorgiamo. Dobbiamo studiare ulteriormente l’importanza della diversità delle piante per la salute degli impollinatori e garantire che le piante benefiche chiave, come l’erica, siano protette nel loro ambiente naturale».
Questa importante ricerca, finanziata dalla Peter Sowerby Foundation, fa arte di un più ampio progetto che studia la chimica del nettare e del polline di una grande varietà di piante negli ambienti naturali e agricoli per il loro valore nutrizionale e medicinale per gli impollinatori e i ricercatori evidenziano che «Individuare e conservare le principali piante benefiche è essenziale per salvaguardare gli impollinatori dalle minacce di un ambiente in evoluzione».
Un altro autore dello studio, il chimico Phil Stevenson dei Royal Botanic Gardens – Kew e del Natural resources institute dell’università di Greenwich, conclude: «Spesso presumiamo che l’abbondanza di fiori sia l’unico fattore importante nel rinnovamento dei nostri territori naturali, ma il nostro lavoro dimostra che dobbiamo sapere di più sui benefici specifici che gli impollinatori ottengono da diverse specie di piante, in modo da poter gestire gli habitat esistenti e migliorarne altri in modo più efficace. Grazie a questa qualità medicinale, la conservazione delle brughiere può essere di maggior valore per gli impollinatori di quanto si pensasse in precedenza. Il nostro lavoro sugli impollinatori del Kew evidenzia l’importanza della ricerca per comprendere appieno come i territori possono essere migliorati con piante che hanno riconosciuti benefici specifici per le api».