I rondoni pallidi italiani vivono e dormono in aria per tre mesi di fila

Uno studio svedese-italiano: sono nati per stare in cielo

[21 Marzo 2019]

Quasi 100 specie di rondoni si sono completamente adattate a vivere per lunghi periodi in aria senza mai posarsi a terra. E’ la conclusione del recente  studio “Flight activity in pallid swifts Apus pallidus during the non‐breeding period” pubblicato sul Journal of Avian Biology  da un team di ricercatori svedesi della Lunds Universitet e da Giovanni Boano, direttore  del Museo Civico di Storia Naturale di Carmagnola (TO) che ha studiato il rondone pallido (Apus pallidus), osservando che «alcuni individui non sono atterrati per oltre tre mesi».

Il principale autore dello studio, Anders Hedenström del Dipartimento di biologia, Centre for Animal Movement Research, dell’Università di Lund, spiega che i rondoni «Mangiano e dormono mentre sono in volo. Questo è qualcosa che i ricercatori credevano fin dagli anni ’50 e ora possiamo dimostrare che è vero».
Tre anni fa, lo stesso team di ricercatori dell’università di Lund aveva notato che  tra i rondoni comuni (Apus apus) ci sono esemplari che vivono in aria anche 10 mesi di fila senza mai posarsi: un record mondiale per una specie volatrice. Un altro team di ricerca aveva dimostrato che un’altra specie, il  rondone maggiore o rondone alpino (Tachymarptis melba), potrebbe passare gran parte della sua vita in volo.

Nello studio Hedenström, Boano e i loro colleghi Susanne Åkesson, Gabriel Norevik, Arne Andersson e Johan Bäckman hanno studiato 4 esemplari di rondone pallido e dicono che «I risultati dimostrano che gli uccelli stanno in aria senza atterrare da due a tre mesi e mezzo, a seconda dell’individuo».
Utilizzando dei micro-data loggers  attaccati ai rondoni, i ricercatori hanno misurato il movimento quando le ali si aprono. I loggers hanno registrato questa attività ogni 5 minuti e la posizione degli uccelli una volta al mese. Utilizzando questo metodo, il team svedese-italiano è stato in grado di accertarsi che gli uccelli vivono per mesi in aria durante l’inverno, il periodo dell’anno che passano in Africa occidentale dopo la stagione riproduttiva in Italia.
Hedenström spiega che «Atterrano quando si riproducono sotto una tegola o in una buca, altrimenti vivono nell’aria. Mangiano insetti mentre volano, e quando hanno raggiunto un’altitudine elevata e iniziano a planare, in realtà dormono per brevi periodi».

E’ proprio la stagione riproduttiva che passano in Italia a determinare il fatto che i rondoni pallidi non volano per tanti mesi consecutivi come i rondoni comuni: in una stagione riproduttiva l’Apus pallidus depone due volte le uova, l’Apus apus solo una. Ma  Hedenström fa notare che «Tuttavia, non importa se una specie trascorre 3 o 10 mesi in aria. Entrambe sono adatte a vivere in quell’elemento, sono progettati per volare con la massima efficienza energetica, indipendentemente dal fatto che stiano battendo le ali o planando. Si dice sempre, naturalmente, che per gli uccelli il volo sia l’attività più intensa dal punto di vista energetico. Ho calcolato che un usignolo, che non vive nell’aria allo stesso modo, spende tanta energia quanto un rondone pallido che sta sempre in aria».
I rondoni sono in rarefazione a causa dei cambiamenti di habitat e per i pesticidi che avvelenano gli insetti di cui si nutrono (sempre più scarsi) ma in natura hanno un alto tasso di sopravvivenza rispetto a molti altri uccelli. I ricercatori ritengono che questo sia dovuto al fatto che i rondoni trascorrono in aria gran parte della loro vita: i predatori non possono sorprenderli come possono fare quando si posano a terra  o sono nel nido. Inoltre, quando sono in volo, i rondoni non vengono attaccati dai parassiti come gli uccelli che vivono a terra.