Il film su Angelo Vassallo: un giudizio e una esortazione

La testimonianza e il ricordo delle battaglie politiche di chi ha conosciuto bene il Sindaco pescatore

[10 Febbraio 2016]

Dopo la messa in onda in prima serata su Rai 1 della seguitissima fiction “Il Sindaco pescatore”, i commenti  si dividono tra chi avrebbe voluto un maggior approfondimento e chi, secondo noi giustamente, vede con soddisfazione diventare “nazional-popolari” temi che fino ad oggi erano stati praticamente esclusi dalla Rai, o confinati in nicchie di approfondimento o in Talk Show nei quali tutto viene annegato e infangato in un eterno litigio. Pur riconoscendo la (inevitabile) semplificazione, siamo d’accordo con Legambiente quando dice che il film visto da 7 milioni di italiani è «Una serata di grande servizio pubblico, un esempio e uno stimolo per i tanti buoni amministratori che lavorano in questo Paese».

Ma la testimonianza che ci ha colpito di più è quella di uno che Vassallo lo aveva conosciuto bene, il professor  Giuseppe Cilento che sulla sua pagina Faceebok traccia un efficace riassunto delle comuni lotte politiche e interviene nelle polemiche scatenate dalla fiction nel Cilento e altrove. Ecco cosa scrive Giuseppe Cilento:

 

Molti amici mi chiedono un giudizio sul film su Angello Vassallo.

Ho letto, inoltre, molte critiche troppo esasperate e/o ingiuste.

Non entro nel merito del giudizio estetico, perché mi sembra del tutto secondario, rispetto alla tragicità dei fatti.
Il regista presenta un Cilento vero, anzi con alcune edulcorazioni che non guastano in una fiction.
Angelo subentra come sindaco in un comune, dove per sei anni i conti consuntivi non erano stati presentati e in questo clima un dipendente decide di rinunciare alla vita.

La prefettura avrebbe dovuto avere la sensibilità di cambiare la dirigenza, ma non lo aveva fatto. Di qui la protesta di Angelo e non solo (in prefettura recitò un ruolo importante il sindaco di San Mauro, Costantino La Selva).
Se nel depuratore di Acciaroli si rifugiavano le capre, quello di san Mauro ospitava i conigli e le galline di Comare Assunta, la quale aveva pensato bene di venderselo!!!!!!

A San Mauro, in un km di costa, dove insistevano gli scarichi di sei villaggi turistici, la fognatura non era mai stata neanche progettata. Ed è meglio stendere un velo pietoso sulla realtà dei comuni vicini, dove l’ambientalismo pure apprezzabile non aveva prodotto risultati in grado di riportarli alla normalità.

Angelo Vassallo pone mano a questa gigantesca opera di bonifica e rende disponibili le strutture create e le sue conoscenze anche a noi di San Mauro (ricordo di aver realizzato in 20 minuti l’accordo con lui sul percorso delle fogne che da San Mauro portano i reflui ad Acciaroli e ricordo anche che ci aiutò col suo peso politico a velocizzare l’iter per ottenere i fondi!).

Oggi questo lavoro è completato e rende le acque comuni di San Mauro e Pollica ineguagliabili per limpididità e purezza in Italia. Su questo vigila una squadra di tecnici superprofessionali del Consac, membri di una unità operativa molto efficiente nel Cilento, creata mentre era presidente Ettore Liguori e anche io ero membro del CDA.

Lo stesso discorso riguarda la normalità della raccolta differenziata, che vide il suo epicentro migliorativo nel comune di Pollica.

Infine, l’urbanistica.

Pollica aveva avuto il primo piano regolatore della Campania con il Sindaco Patroni. Angelo prosegue, approva il nuovo piano.

Quello che più mi stupisce in questi giorni, in cui si continua ad aggredire un morto che non si può difendere, che nessuno ricordi che Angelo porta in consiglio comunale e taglia dalle zone rosse (con possibilità di costruire) del piano del Parco una fetta enorme quanto una intera collina sopra Pioppi, lasciando solo una esigua striscia alla base (non credo più’ del 10% di quanto previsto dal piano del Parco!!!!).
Già  in passato ho dovuto consegnare nelle mani delle autorità inquirenti questa documentazione, ma qualcuno dovrebbe tirarle fuori ancora oggi, per impedire che la macchina del fango faccia ulteriori danni, perché’ solo a Pollica, in tutti gli 80 comuni del Parco, sono state limitate le zone rosse.
Concludo: per me Angelo non era e non è  un mito, ma un fratello col quale ho avuto la fortuna di lavorare per portare il nostro territorio alla normalità.

Mi farebbe piacere, molto piacere se alla fase di disgregazione, che normalmente succede ai grandi delitti, ne succedesse una di nuova coesione.

I teatrini di questi giorni a vari livelli istituzionali ripropongono le irresponsabiltà e le viltà che hanno prodotto la solitudine di Angelo sia in vita che, soprattutto, dopo la morte e che hanno impedito la ricerca della verità.
Questo significherebbe (in un Mezzogiorno che ha deciso di perdere la sua battaglia di unificazione con il Nord dagli anni ’70), che le squadre troppo numerose degli strateghi della sconfitta a tutti i costi potrebbero aver impostato una strategia per vincere e portare il Sud alla normalità.

Giuseppe Cilento