Il grano etiope salverà i raccolti europei dal rischio cambiamenti climatici

Normale di Pisa: «Strategie innovative per un pianeta che richiede sempre più cibo»

[9 Febbraio 2016]

Secondo lo studio “High-density molecular characterization and association mapping in Ethiopian durum wheat landraces reveals high diversity and potential for wheat breeding”  pubblicato su The Plant Biotechnology Journal da un team coordinato da scienziati italiani dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, diretto da Mario Enrico Pè, «Le risorse genetiche del grano duro etiope sono del tutto differenti, rispetto a quelle del grano coltivato nel resto del mondo e presentano caratteristiche tali da renderlo unico sulla Terra».

La ricerca, alla quale hanno partecipato anche scienziati di Bioversity International, istituzioni pubbliche dell’Etiopia come l’Università di Makalè e l’Istituto per la ricerca agricola della regione di Amhara (Arari) e che ha visto il coinvolgimento di studenti etiopi del Ph.D. (Dottorato) in Agrobiodiversità del Sant’Anna di Pisa. ha utilizzato metodologie genomiche avanzate applicate allo studio di grani antichi Etiopi.  All’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Sant’Anna di Pisa sono convinti che «Con questa ricerca si pongono le basi per contribuire a salvare il grano duro dai cambiamenti climatici. La nuova diversità, portata dai grani antichi Etiopi, contribuirà a renderne i raccolti più resistenti e produttivi».

I ricercatori italiani (hanno partecipato anche Marcello Catellani, Elisabetta Frascaroli, Carlo Fadda e Matteo Dell’Acqua) ed etiopi (Dejene Kassahun Mengistu e Yosef Gebrehawaryat Kidane) dicono che L’analisi di oltre 30 milioni di dati molecolari dimostra come nel grano Etiope sussista grande diversità e maggiore variabilità rispetto alla diversità ristretta dei grani dell’area del Mediterraneo». Il team italo-etiope ha valutato per due anni  i grani antichi etiopi in due località dell’altipiano della nostra ex colonia «raccogliendo evidenze che, integrate con il dato molecolare, hanno permesso di identificare i fattori genetici che controllano crescita, morfologia, resistenza agli agenti patogeni e alla siccità». La ricerca condotta dagli scienziati dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa «Permette di identificare varietà locali etiopi con caratteristiche superiori e di ridistribuirle ai contadini. Allo stesso tempo, la variabilità caratterizzata dai ricercatori rappresenta una risorsa preziosa di diversità da utilizzare per produrre nuove varietà, attraverso incroci controllati e selezione della progenie, ovvero incorciando il grano Etiope con quello internazionale per creare un nuovo grano che unisca le migliori caratteristiche dei due».

I ricercatori evidenziano che «I cambiamenti climatici mettono a dura prova la limitata diversità dei grani coltivati in Europa. La nuova diversità introdotta dai grani antichi Etiopi potrà contribuire a rendere il grano più resistente e produttivo. Le varietà di grano antico in Etiopia corrono il rischio di scomparire e, per questo motivo, devono essere conservate e redistribuite per contribuire a disegnare il grano del futuro. A seconda delle esigenze, sarà possibile selezionare l’una o l’altra varietà Etiope per utilizzarla nel miglioramento delle varietà locali e internazionali, ottimizzando i raccolti».

Il coordinatore della ricerca, Matteo Dell’Acqua, genetista e assegnista di ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna, conclude: «Questo studio conferma che l’Africa è una grande risorsa per tutti, anche nell’agricoltura. La  ricerca pubblicata oggi ci mostra come le moderne tecniche molecolari possano valorizzare le varietà tradizionali ed aprire nuove prospettive di progresso nel sistema agricolo Etiope così come in quello Italiano ed Europeo. Questo è il primo passo nell’impiego razionale delle risorse genetiche del grano duro Etiope a beneficio di tutti»