Il ministro dell’Ambiente sotto attacco su ex Corpo forestale dello Stato e nomine per i Parchi

Costa: chiudere il Cfs è stata una scelta scellerata, ma non la mette più in discussione

[31 Maggio 2019]

Stanno facendo discutere le dichiarazioni rese dal ministro dell’ambiente Sergio Costa durante la sua audizione in Commissione Ecomafie, infatti l’ex dirigente del Corpo forestale Costa ha detto che «E’ stata un’idea assolutamente scellerata dell’epoca chiudere il Corpo Forestale dello Stato. Non mi permetto di contestarla, la osservo e ne ho il massimo rispetto». A parte che definire scellerata una decisione sembra proprio una contestazione, Costa ha aggiunto che «Il suo assorbimento nell’Arma lascia un vuoto dal punto di vista della gestione e tutela del sistema della biodiversità, vuoto grande, ancora da riempire». Costa ha chiesto aiuto al Parlamento: «L’assorbimento della Forestale nell’Arma lascia un vuoto invece sul sistema di presidio ambientale sicuramente si sta camminando bene ma si è troppo pochi. Se allargassimo il panorama a tutte le vicende ambientali che ci riguardano sarebbe una buona cosa l’idea di incrementare queste figure professionali: occorrerebbero almeno 1500 unità di nuove assunzioni con quella specializzazione, che siano Noe o Carabinieri forestali».

In Parlamento ci sono diversi progetti di legge per ripristinare il Corpo forestale dello Stato presentati da Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Gruppo Misto e Fratelli d’Italia e proprio un esponente di FdI, Luca De Carlo, ha commentato le dichiarazioni di Costa: «Meglio tardi che mai Il Ministro passi dalle parole ai fatti! Ora auspichiamo che il Governo velocizzi l’iter e approvi le nostre proposte di legge.  Risale al febbraio scorso la presentazione della mia proposta di legge per il ripristino e ricomposizione delle funzioni del Corpo forestale dello Stato. Una volta analizzati i danni economici, sociali, occupazionali e ambientali che la riforma Madia ha provocato in seguito alla sua attuazione in essere dal 1′ gennaio 2017, ho presentato una proposta di legge al fine di restituire al Corpo forestale dello Stato le sue funzioni, i mezzi, insieme alla ricostruzione delle carriere e dei profili professionali di tutto il personale ad oggi decentrato in altri corpi. Ora il Ministro dell’ambiente Sergio Costa, afferma che chiudere il Corpo forestale dello Stato è stata un’idea assolutamente scellerata del Parlamento dell’epoca e il cui assorbimento nell’Arma lascia un vuoto dal punto di vista della gestione e tutela della biodiversità per cui è necessario reintegrare il sistema assumendo almeno 1500 unità specializzate. Questo mi fa ben sperare che sia possibile aprire un dialogo con il Governo al fine di restituire alla Nazione un Corpo di polizia di tutela ambientale in grado non solo di intervenire ma soprattutto di prevenire».

Speranze che non sembrano molto condivise dalla Federazione Rinascita Forestale Ambientale che ricorda che fino a oggi: «Dopo gli accorati appelli dell’allora Comandante regionale del Cfs della Campania Sergio Costa contro la soppressione e militarizzazione della Forestale, da Generale dell’Arma dei carabinieri prima e da Ministro dell’ambiente poi, nulla si è più sentito da lui a favore del Corpo forestale dello Stato». Ma l’associazione di ex forestali sottolinea che «La dichiarazione, rilasciata dal Ministro in audizione davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie e riportata da alcune testate giornalistiche, non solo difetta in chiarezza, ma si tinge dei toni del pretesto. In assoluta controtendenza rispetto all’essenza di razionalizzazione del decreto legislativo n. 177/2016, si legge un rammarico, espresso con le consuete cautele, per la soppressione del “tanto amato C.F.S.”, ma guarda subito oltre proponendo, come misura compensativa, nuove assunzioni di Carabinieri Forestali e un potenziamento del NOE dell’Arma. Il tutto, in barba anche alla graduatoria già pronta di 500 idonei dell’ultimo concorso di Vice ispettori del CFS che aspettano – invano – di essere assunti».

La Federazione Rinascita Forestale Ambientale conclude: «Caro Ministro, gli ex appartenenti al Corpo forestale sono due anni e mezzo che subiscono umiliazioni e vessazioni; sarebbe ora di rispettare le loro professionalità e il loro giuramento, ridandogli la dignità e la divisa calpestata dal Governo Renzi e negata dalla Corte Costituzionale».

A Costa (e ai suoi legami con gli alti gradi dei Carabinieri ex Cfs) arriva anche un duro attacco di NaturaeParchi che in una nota arrivata alla redazione denuncia «La vergognosa situazione dei parchi nazionali, in gran parte privi di presidenti e direttori, prosegue senza nessuna reazione da parte del Generale Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente. Pochi giorni fa, al Ministro è scappata una dichiarazione legittima ma poco elegante per il conflitto di interessi che contiene, relativa all’abolizione (definita come “scellerata”) del Corpo Forestale dello Stato, di cui è esponente di vertice. Difendere la propria appartenenza è una cosa legittima ma farlo utilizzando la carica di Ministro è un segno di incapacità di tenere separati interessi personali e interessi di governo del Paese. Questa incapacità del Ministro è ancora più chiara se si va a indagare sul perché queste benedette nomine non arrivano. Al Parco delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna ad esempio non solo non arriva la nomina del Presidente (che potrebbe anche dipendere dall’incapacità di trovare un accordo con le due Regioni, nonostante non manchino candidature di grande competenza) ma manca anche quella del Direttore, seppur da dicembre 2018 i tre nomi espressi dal Consiglio Direttivo sono sul tavolo del Ministro, che ha il pieno potere di nomina».

E NaturaeParchi pensa di sapere perché le nomine non si fanno: «Perché il candidato “favorito” dal Ministro è, guarda caso, un Colonnello della Forestale, per “puro caso” schierato pubblicamente con i 5 Stelle che però ha faticato e fatica ad ottenere, dal Comando centrale dei Carabinieri, l’autorizzazione per diventare Direttore del Parco. Allora i 6 mesi passati da dicembre ad oggi sono serviti a lavorare ai fianchi i Carabinieri, con mosse magari legittime ma certamente ineleganti, per convincerli a trasformare il parere da negativo a positivo. Insomma, non importa nulla se nel frattempo uno dei parchi più importanti langue nella stasi più assoluta; l’importante è che l’obiettivo di piazzare un proprio uomo (ma il Direttore non era una carica tecnica e non politica?) sia raggiunto. Lo stesso vale per il Parco nazionale del Circeo, dove come Presidente, secondo i progetti del Ministro Costa, deve andare un ex Generale dei Carabinieri Forestali (su cui il Senato si è già espresso negativamente) e intanto si naviga a vista da mesi e mesi, tra mosse politiche sotterranee e accordi spartitori, come se i problemi non fossero enormi ed urgentissimi. Ed ancora, scandalosamente, la situazione sembra essere ancor peggiore al Parco Nazionale d’Abruzzo, dove addirittura pare che sia Presidente che Direttore debbano essere Carabinieri Forestali, così da ripristinare il bel “clima” da Milizia Forestale che segnò uno dei peggiori periodi della storia di quel bellissimo Parco».

NaturaeParchi  si chiede: «Chissà quanti altri parchi saranno presto (o tardi ?) militarizzati da questo Ministro-Generale?». E conclude: «Insomma, per creare le poltrone per i Carabinieri Forestali si stanno strozzando gli Enti Parco, lasciati senza nomine in modo, ormai, assolutamente colpevole. E l’Arma, quella vera, pensa di uscirne bene agli occhi degli Italiani? Oppure pensa di alleggerirsi di qualche “ufficialone forestale” scomodo e costoso, facendolo stipendiare per 5 anni dai Parchi nazionali e lavandoselo di torno?  L’Italia merita di meglio… i Parchi ancor di più».

Attacchi forse ingenerosi a un ministro che, secondo molti, sta facendo un buon lavoro su molti temi, resistendo anche al negazionismo climatico e all’anti-ambientalismo degli alleati leghisti, ma che è in evidente difficoltà sui fronti delicati dell’ex CfS e delle nomine per i Parchi nazionali.