Il Parco della Maremma è un modello territoriale di successo

Eccellenza per la Toscana. Sfida per futuro sarà rilancio politiche e ripensamento delle risorse erogate dalla Regione

[12 Novembre 2019]

La commissione ambiente del Consiglio regionale, presieduta da Stefano Baccelli (Pd), ha verificato sul campo il “modello di eccellenza” cel Parco Regionale della Maremma che conosce bene e che certifica ogni anno con l’approvazione dei bilanci dell’Ente Parco regionale della Maremma. Baccelli, Giacomo Giannarelli (M5S), Francesco Gazzetti (Pd), Leonardo Marras (Pd), Elisabetta Meucci (Italia Viva) e Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra), hanno incontrato i rappresentanti della Comunità di Parco, anche come, ha detto Baccelli, «riconoscimento di un lavoro che ha saputo coniugare sviluppo e tutela ambientale», che ha aggiunto: che in un prossimo futuro bisogna «Ripensare e rilanciare le politiche regionali sulle aree protette anche in termini di “maggiori risorse da erogare. Oltre la tutela, qui assistiamo a una vera e propria attività di promozione e valorizzazione nel rispetto delle diverse sensibilità e con il risultato che il Parco non è più vissuto come vincolo ma come opportunità».

Anche il capogruppo regionale del Pd, il maremmano Marras, è convinto che «Quello della Maremma sia il Parco da prendere come punto di riferimento. I contrasti tra vincoli e attività sono superati. Oggi dobbiamo fare i conti con nuove consapevolezze. la mobilità interna e l’opportunità per sviluppare un laboratorio avanzato, ma anche lo strumento fondamentale” del Parco: l’agricoltura consente ad un habitat di mantenersi, svilupparsi e trasformarsi».

Fattori ha ricordato «La sinergia tra i tre Parchi: Maremma, San Rossore e Alpi Apuane. La pace sociale costruita sul territorio dovrebbe essere adottata anche dagli altri due enti pur nelle loro diversità. La tutela ambientale continua ad essere il vero obiettivo da perseguire e, in questo senso, ripensare l’attività economica». Il consigliere della Sinistra si è poi complimentato per la gestione degli ungulati.
Nel corso dell’incontro, cui è seguita la seduta della commissione sul Piano integrato del Parco, il senatore e assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Orbetello, Roberto Berardi, ha ribadito «L’importanza di essere più flessibili. Questo non significa più cementificazione, ma migliori risposte ai cittadini».

La presidente del Parco, Lucia Venturi ha ringraziato tutti per gli apprezzamenti al lavoro svolto dal parco e ha aggiunto: «Il nostro obiettivo è quello di coniugare sviluppo e tutela. Con il lavoro di confronto e concertazione siamo riusciti a creare una percezione positiva tra cittadini e operatori. Il confronto continuo e dinamico ha prodotto risultati«. Ricordando un incontro di qualche giorno fa con gli enti locali sui rapporti con Ente terre Toscana. Sull’ex azienda di Alberese è attualmente all’esame della commissione Sviluppo economico, presieduta da Gianni Anselmi (Pd), una proposta di legge che dovrebbe risolvere problemi di sovrapposizioni, ma che potrebbe anche ridisegnare la governance del territorio. Venturi ha infatti informato i commissari che «La Comunità e i rappresentanti degli enti locali sarebbero favorevoli alla gestione delle aree agricole oggi in carico a Ente Terre». Su questa ipotesi la stessa commissione Ambiente si è già espressa. Il parere secondario espresso a favore è infatti accompagnato da una osservazione, ricordata oggi da Baccelli, che si muove proprio verso un potenziamento dell’Ente Parco.

Dall’informativa della Giunta regionale resa in commissione ambiente è emerso che «Il Piano integrato del Parco della Maremma sarà pronto per l’estate 2023». E’ quindi partito l’iter formale di un Piano che ha al suo interno molti spunti innovativi. Oltre alla fase di pianificazione, dovranno essere elencati anche obiettivi di natura economica. Secondo la Venturi «“Si tratta di uno strumento molto importante per la Comunità e sarà affrontato con il confronto e l’ascolto diretto del territorio» e Baccelli ha rilevato la «straordinaria opportunità di ragionare in un’ottica di area vasta, seguendo le sinergie sviluppate sino ad oggi».

Nel corso del 2020 inizierà la fase di analisi dei contenuti che arriveranno da Enti locali, cittadini, soggetti economici; predisposizione degli elaborati di Piano, dei documenti di Vas e Vi. Dopo il parere obbligatorio della Comunità di Parco, prevedibilmente nel marzo del 2021, a settembre dovrebbe svolgersi l’esame per l’adozione, da parte del Consiglio, della delibera proposta dalla Giunta. A dicembre il Piano dovrebbe essere adottato e immediatamente dopo inizierà il suo iter di approvazione che dovrebbe concludersi a fine 2022. L’entrata in vigore è prevista per luglio 2023.

Teresa Brancale, intervenuta su mandato dell’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni, ha spiegato che «Gli obiettivi di fondo del documento prevedono il miglioramento della qualità ambientale, intesa anche come tutela delle acque sotterranee, del reticolo idraulico e delle opere di bonifica; la conservazione delle caratteristiche naturalistiche e la valorizzazione del patrimonio paesaggistico, monumentale e archeologico; la promozione della crescita economica del territorio attraverso un sistema di fruizione turistica; la definizione di una strategia comune tra i tre Parchi toscani, soprattutto con quello di Migliarino San Rossore Massaciuccoli.

Il principale riferimento normativo per il Piano integrato è la legge 30/2015 che disciplina la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturalistico e ambientale della Toscana anche attraverso la valorizzazione delle attività produttive peculiari dell’area, il contrasto ai fenomeni di sfruttamento e uso improprio, lo sviluppo di attività economiche sostenibili.

La Bracale ha evidenziato che «Il documento deve conformarsi al Piano di indirizzo territoriale con valenza di piano paesaggistico (approvato dal Consiglio regionale nel marzo del 2015). Il Pit risulta utile anche per la costruzione del quadro conoscitivo di riferimento. Rientrando negli atti di governo del territorio, secondo la legge regionale 10/2010, è soggetto a procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas), nel cui ambito è prevista, per la presenza di un articolato sistema di Siti Natura 2000 (la rete di interesse comunitario per la conservazione e il mantenimento di habitat, flora e fauna), la Valutazione di incidenza (Vi). Dovrà inoltre seguire i contenuti del Piano energetico (approvato a febbraio 2015), del Piano regionale di sviluppo (approvato con risoluzione a marzo 2017), del Piano di bacino del fiume Ombrone-stralcio Assetto Idrogeologico (Pai) (entrato in vigore a maggio 2005), della Direttiva europea su rete Natura 2000.
La partecipazione alla redazione, le cui previsioni sostituiscono i piani territoriali o urbanistici di qualsiasi livello, purché nel rispetto del piano paesaggistico regionale, è garantita per legge anche attraverso incontri pubblici».

Secondo il Piano vigente del Parco, che risale al dicembre 2008, l’area di riferimento ricade all’interno dei comuni di Grosseto, Orbetello e Magliano in Toscana e i macro ambiti di riferimento sono: l’area protetta del Parco (che comprende i rilievi collinari dell’Uccellina, la fascia delle pinete litoranee, la costa e l’area palustre in riva destra e sinistra dell’Ombrone, e un’ampia fascia territoriale a carattere agricolo di circa 8mila 902 ettari); l’area contigua al Parco (che comprende indistintamente tutto il comprensorio agricolo posto a monte dell’Aurelia, fino ai crinali collinari, oltre ai centri abitati di Alberese e di Talamone per una superficie complessiva pari a 9mila 97 ettari).

L’area protetta, ai sensi della legge quadro, è stata suddivisa in sette ambiti (riserve integrali; riserve orientate; aree di protezione; aree di promozione; ambiti a elevato valore naturalistico e ambientale; ambiti di origine antropica di pregio ambientale e naturalistico; territorio aperto). Per l’area contigua sono state definite specifiche direttive (sempre ai sensi della legge quadro) alle quali si sono adeguati gli strumenti urbanistici dei Comuni territorialmente competenti e della Provincia di Grosseto.

Il Piano vigente riveste essenzialmente le finalità di conservazione, tutela e salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio, degli habitat, degli ecosistemi e della biodiversità. Qualsiasi tipo di attività di trasformazione del territorio e di eventuale occupazione di suolo è “esclusivamente collegata alla attività agricola e al perseguimento delle finalità istituzionali”.
Entrando nello specifico del Piano (per la cui redazione le risorse disponibili ammontano a 150mila euro), si disegnano le due sezioni di riferimento: pianificatoria e programmatoria. Nella prima viene definita la perimetrazione definitiva del parco e delle aree contigue, l’organizzazione generale del territorio e la sua articolazione in zone, la disciplina e la progettazione attuativa delle previsioni del piano, vincoli e salvaguardie, specifiche direttive per le aree contigue. La seconda individua e promuove iniziative e attività di soggetti pubblici e privati compatibili con le finalità del parco, comprese quelle utili a prevenire, contenere e mitigare i danni determinati dalla fauna selvatica.