Il ritorno della starna italica dall’estinzione. Rediscover beauty in rarity: una nuova alleanza a tutela della biodiversità agricola

Al via il progetto europeo LIFE Perdix, per il recupero e la reintroduzione della starna italica in natura nel Delta del Po

[26 Novembre 2019]

La Starna italica (Perdix perdix italica), una volta era presente in quasi tutto il territorio italiano fino a una quota di 1.800 metri di altitudine, ma negli ultimi 50 anni ha subito un grave declino e attualmente è considerata una specie formalmente estinta in natura con il taxon autoctono – inserito nell’Allegato I della Direttiva 2009/147/CE “Uccelli”, ritenuto di interesse prioritario – presente solo con un numero esiguo di esemplari in un allevamento del nord Italia. Le analisi genetiche condotte sui pochi esemplari viventi, confrontate con i campionamenti genetici su esemplari museali, hanno evidenziato la presenza di aplotipi esclusivi storicamente documentati.

Il progetto LIFE Perdix, finanziato dalla Comunità europea, permetterà il suo recupero grazie ad un programma di allevamento e reintroduzione basato sulla selezione delle linee genetiche delle popolazioni italiane storiche ed utilizzando le migliori tecniche gestionali per garantire la sopravvivenza degli esemplari immessi in natura. L’area di immissione è la Valle del Mezzano, all’interno di un’area della rete Natura 2000: la Zona di Protezione Speciale “Delta del Po”.

Si tratta di un progetto che vede come capofila l’Istituto superiore per la protezione ambientale (Ispra)che, insieme a diversi partner – Carabinieri del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari, la Federazione italiana della caccia, la francese Fedération Nationale des Chasseurs, Legambiente, il Parco Delta del Po e l’Ente nazionale per la cinofilia italiana – «mira a tutelare la biodiversità italiana, a partire dalla conservazione della Starna italica (Perdix perdix italica), emblema degli ambienti rurali e ottimo indicatore della salute degli ecosistemi agricoli europei. La biodiversità, infatti, sta purtroppo diminuendo a ritmi allarmanti con pesanti ricadute sul piano biologico, etico, ricreativo, culturale, socio-economico e dei servizi eco-sistemici. Il Rapporto 2015 sullo Stato della Natura nell’Unione Europea ha rilevato che la perdita di biodiversità e il degrado dei servizi eco-sistemici continua soprattutto negli ecosistemi rurali. Questo processo coinvolge pesantemente le specie che svolgono il loro ciclo vitale in tali ecosistemi, come la Starna (diminuita del 94% o estinta a livello locale)».

Fino al 2024 il progetto metterà in campo una serie di azioni coordinate, coinvolgendo anche la cittadinanza e gli stakeholder, che fornirà un contributo altamente strategico alla prassi di reintroduzione in natura della starna in Europa.

Lo staff di Life Perdix spiega che «La Starna italica è un uccello di medie dimensioni, stanziale e buon camminatore, molto legato ad ambienti rurali aperti e, anche per questo, vulnerabile ai cambiamenti ambientali ed alla perdita dell’habitat. Ama campi di cereali, erbai e pascoli con rare siepi basse e con bordi erbosi cespugliati. I terreni incolti sono prediletti per la riproduzione e la nidificazione». L’area individuata come ottimale per la reintroduzione è nel ferrarese, si estende su una superficie di circa 18.000 ettari all’interno del Parco del Delta del Po in un’area valliva non abitata, bonificata alla fine degli anni ’60, attualmente caratterizzata da estesi campi seminati attraversati da una fitta rete di canali, con fossati e frangivento. Ai margini d ci sono numerose zone umide residue, con una presenza di flora e fauna particolarmente importante. Fino a metà degli anni ’80 nella Valle del Mezzano era presente una popolazione di Starna italica stimata in circa 12.000 individui che venne decimata dalle forti nevicate del 1984/85 e che, a partire dagli anni ’90 – probabilmente per operazioni di controllo della vegetazione spontanea nelle aree incolte durante il periodo di nidificazione e per predazione dei nidi e delle femmine in cova – declinò rapidamente fino all’estinzione.

Maria Pia Pagliarusco, Direttrice Ente Gestione Parchi e Biodiversità- Delta del Po ha detto che «LIFE Perdix è per il Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna un’occasione molto importante per costruire una vera e

propria rete a livello territoriale e sovra-territoriale tra attori diversi, tutti impegnati nella salvaguardia della biodiversità. La ZPS del Mezzano è stata individuata come area ottimale per la reintroduzione della starna italica Perdix perdix, ad oggi estinta in natura: questo perché da studi effettuati presenta condizioni favorevoli dal punto di vista ambientale. Lo dimostra anche il fatto che il Mezzano è l’ultima area in cui la presenza in natura della starna italica è stata registrata, prima dell’estinzione alla fine degli anni ’80. Poter seguire la reintroduzione “protetta” di questa specie in natura attraverso il progetto sarà un’esperienza indimenticabile e affascinante per molti studenti, agricoltori, enti, associazioni e più in generale cittadini, che verranno coinvolti e che probabilmente comprenderanno ancora più a fondo l’importanza della salvaguardia della biodiversità: potendo verificare quanto impegno e risorse occorrano per “tornare indietro” e rimediare una perdita, si punta a rafforzare nelle coscienze il valore di ciò che la natura ci offre, oggi, e a stimolare il coinvolgimento di tutti in questa sfida quotidiana per il futuro della nostra terra».

Per questo Il LIFE Perdix prevede impegni ambiziosi affinché ascoltare il canto della starna tra i campi di cereali all’ora del crepuscolo, vedere i pulcini annidarsi tra le siepi ai margini dei terreni coltivati o, in autunno, incontrare le brigate lungo i versanti delle colline, non sia più solo un ricordo.

Il progetto LIFE Perdix, sostenuto dal claim Rediscover beauty in rarity, punta a «riscoprire la bellezza nella rarità, con l’ambizioso obiettivo di recuperare e reintrodurre in natura la Starna italica, una forma autoctona italiana, e contemporaneamente rendere sostenibili i paesaggi rurali. La conservazione della starna italica, infatti, ha anche un importante significato storico perché si tratta di una specie molto legata agli ambienti agricoli che ha accompagnato l’uomo e la diffusione dell’agricoltura dal Medio Oriente al Mediterraneo. Ma non solo. La starna ha anche un grande valore per la cinofilia, infatti ogni anno in Europa vengono effettuate manifestazioni e prove cinofile con cani da ferma per il monitoraggio della specie. Anche grazie all’impegno dell’ENCI, l’accertamento della riproduzione della popolazione immessa in natura verrà realizzato con l’ausilio dei cani da ferma nel periodo tardo estivo».

Dino Muto, Presidente Ente Nazionale della Cinofilia Italiana, ha evidenziato che «La rarefazione delle risorse faunistiche che ha contraddistinto gli ultimi decenni ed il degrado, in generale, degli ambienti rurali, sta impattando fortemente sulla selezione del cane di razza, in conseguenza della sempre maggiore difficoltà di reperire contesti di elevata qualità faunistica ove realizzare le verifiche zootecniche. La tutela del cane di razza è, per la sua stessa natura, profondamente legata alla conservazione degli habitat naturali, che rappresentano i contesti in cui sono nate centinaia di razze canine, direttamente plasmate da funzioni legate alle risorse naturali. Lo strumento delle verifiche zootecniche si configura come un elemento insostituibile per la selezione delle razze canine, e la starna, specie purtroppo fragile, che ha risentito fortemente del depauperamento degli habitat naturali, rappresenta un selvatico dal valore inestimabile per i programmi selettivi delle razze da ferma. ENCI segue, e supporta, con grande attenzione, azioni come questa, che mirano alla riqualificazione del territorio ed alla tutela delle risorse faunistiche, di cui la cinofilia dovrà essere premurosa custode negli anni a venire, per non perdere quella stessa linfa vitale che alimenta la sopravvivenza del cane di razza. La reintroduzione di questa specie nelle Valli del Mezzano, rappresenta, inoltre, per ENCI, un segnale particolarmente forte, a sigillare un legame storico della cinofilia proprio con quest’area, panorama di verifiche selettive importanti che hanno consentito, negli anni, di valorizzare in maniera esemplare il patrimonio zootecnico rappresentato dalle razze da ferma».

Francesco Riga dell’Ispra ha sottolineato che «La biodiversità agricola è fondamentale per la biodiversità naturale globale. La sua perdita, dovuta all’attività umana sia in termini di sovra-sfruttamento delle risorse naturali, sia di alterazioni dell’ambiente, è oggi uno dei problemi di maggiore importanza su scala mondiale. Soprattutto negli ecosistemi rurali la sfida, nell’interesse comune, è lo sviluppo e l’adozione di soluzioni a tutela della biodiversità e dei servizi eco-sistemici in linea con gli obiettivi dell’UE. Il progetto LIFE Perdix, fondato su un approccio tecnico-scientifico di avanguardia e grazie alle molteplici sinergie messe in campo tra partners e stakeholders, è uno degli strumenti utilizzati per invertire la perdita di biodiversità, poiché il valore della starna è importante non solo per la biodiversità stessa, ma anche per il mantenimento degli agroecosistemi».

Massimo Buconi, Presidente di Federcaccia, aggiunge: «Federcaccia avvertiva il dovere morale e culturale di salvare questo patrimonio italiano di biodiversità e come cacciatori siamo orgogliosi e felici di collaborare direttamente alla realizzazione di un grande progetto europeo su una specie simbolo della nostra tradizione e in un luogo, il Mezzano, che ha fatto la storia della cinofilia del nostro Paese. Si tratta, importante sottolinearlo, del primo LIFE ambientale che vede protagonisti i cacciatori italiani, finalmente al pari dei nostri colleghi europei. Il recupero della starna italica è un traguardo che se raggiunto vedrà tutti vincitori: il mondo venatorio, l’ambiente, la società intera».

Il progetto, oltre alla costituzione di una popolazione vitale e persistente di Starna italica ripristinata all’interno della ZPS con 2.288 coppie stimate nell’area a fine progetto, prevede «la definizione di uno stock riproduttivo selezionato per le caratteristiche genetiche del taxon endemico italiano (2.250 individui sottoposti ad analisi genetica), da utilizzare per fini di conservazione ex situ e in situ; la definizione di uno stock riproduttivo di 3.000 individui di starna

messi in sicurezza presso altri centri pubblici di conservazione ex situ a Grosseto e Perugia, per ulteriori progetti di reintroduzione in Italia; la mitigazione significativa delle minacce e dei fattori limitanti nell’area di rilascio; la realizzazione di stage formativi di responsabili e stakeholder italiani e francesi per acquisire e migliorare le esperienze positive di gestione e conservazione della starna negli agroecosistemi; la formazione e la sensibilizzazione del personale delle aree protette e di altri enti di gestione; la salvaguardia del taxon nelle aree esterne al sito di rilascio; il significativo coinvolgimento delle componenti venatorie, cinofile, agricole, ambientaliste e di altri stakeholders, in termini di volontariato, formazione e interesse nel proseguire le azioni di tutela e gestione conservativa della popolazione ricostituita; la produzione di una Guida sulle migliori strategie di gestione sostenibile e di conservazione della biodiversità della starna, da diffondere in Italia, in Francia e in altri paesi europei; la stesura di un Piano di gestione post-LIFE (After-LIFE Plan) comprensivo di linee guida per la realizzazione di ulteriori programmi di reintroduzione della Starna italica».

Antonino Morabito, responsabile fauna e benessere animale di Legambiente, conclude: «I progetti di reintroduzione sono una complessa sfida per la conservazione della natura ma riguardano spesso specie presenti in habitat naturali selvaggi. Con LIFE Perdix, la sfida italiana si volge al recupero di una specie tipica dei paesaggi agrosilvopastorali, un indicatore della qualità e della biodiversità presenti negli ambienti e nei paesaggi rurali. Il progetto LIFE Perdix è quindi una delle più grandi sfide in atto per la conservazione della natura negli ambienti seminaturali italiani».