In Liberia stop alla deforestazione in cambio di aiuti allo sviluppo

[24 Settembre 2014]

La Liberia sta per diventare la prima nazione africana a bloccare completamente l’abbattimento di alberi in cambio di aiuti allo sviluppo.  Infatti la Norvegia pagherà al paese dell’Africa occidentale ben 150 milioni di dollari per fermare la deforestazione entro il 2020.

La notizia arriva proprio oggi nonostante  ci siano stati  timori che la crisi sanitaria legata a ebola avrebbe potuto incrementare le attività di disboscamento in un paese sempre più disperatamente alla ricerca di soldi e finanziamenti. Funzionari norvegesi hanno confermato i dettagli della transazione durante il vertice sul clima delle Nazioni Unite in corso a NewYork.

Le foreste della Liberia non sono enormi come negli altri stati confinanti, ma il paese è sede di una parte significativa di foresta pluviale dell’Africa occidentale. È anche un hotspot di diversità globale, casa per le ultime specie rimaste di scimpanzé occidentali, elefanti della foresta e leopardi.

Nel 2012, il presidente Ellen Johnson Sirleaf si è attiratole critiche internazionali quando consegnò le prime licenze alle imprese per abbattere il 58% di tutta la foresta pluviale primaria del paese. Dopo le proteste molti di tali permessi sono stati annullati. Ma il problema non è solo legato alle “facili” concessioni governative quanto piuttosto al fatto  che la fine della guerra civile nel 2003, ha diffuso sempre più la pratica del disboscamento illegale, anche in virtù degli scarsi controlli e della povertà diffusa che fa del legno la principale fonte di sussistenza.

Ora i norvegesi e il governo liberiano hanno firmato un accordo che entrambi credono servirà a proteggere le foreste nel futuro: «Speriamo che la Liberia sia in grado di ridurre le emissioni e ridurre la povertà, allo stesso tempo –  ha detto Jens Frolich Holte, consigliere politico del governo norvegese, parlando alla BBC a margine del vertice sul clima delle Nazioni Unite a NewYork.  – Abbiamo finanziato gli sforzi in Indonesia e in Brasile, ma credo che questa sia la prima volta che siamo arrivati a un accordo a livello nazionale» .

Secondo i termini dell’accordo, la Norvegia sosterrà la Liberia a realizzare inizialmente la capacità di monitorare e sorvegliare le proprie foreste.  Dal canto suo, la Liberia si asterrà dal rilasciare eventuali nuove concessioni fino a quando tutte quelle esistenti saranno state esaminate da un organismo indipendente.

Il paese si impegna a disporre il 30% o più del proprio patrimonio forestale con lo status  di area protetta dal 2020 e saranno anche erogati contributi diretti alle comunità locali per la protezione della foresta. In definitiva i norvegesi pagheranno per i risultati, con verifica indipendente che gli alberi rimangono in piedi.

Lo sviluppo è stato accolto con favore dagli attivisti ambientali in Liberia: «Questa partnership è promettente non solo per la foresta e il clima, ma per le comunità forestali che sono state emarginate per generazioni – ha detto Silas Siakor, ambientalista liberiano e vincitore nel 2006 del Goldman Environmental Prize – L’impegno della società a rispettare e proteggere i diritti della comunità in relazione alle foreste è lodevole».

Con la diffusa corruzione e un governo che lotta per imporre la sua autorità, gli attivisti riconoscono che fermare tutta la deforestazione in Liberia non sarà facile: «C’è il rischio potenziale che possa andare male, quindi sia in Norvegia sia in Liberia dovranno fare in modo che questo accordo non venga influenzato dalla corruzione, ma io sono cautamente fiducioso che si possa fare – ha dichiarato Patrick Alley, direttore delle campagne di Global Witness. – È davvero una buona notizia, se si pensa che dalla Liberia solitamente arrivano solo quelle cattive. Penso che questa sarà una spinta reale al cambiamento».