Incredibile ma vero: la gara internazionale di motocross nel Parco a Bacoli non era autorizzata

Il commissario del Parco dei Campi Flegrei: «Non mi è arrivata nessuna richiesta»

[29 Gennaio 2016]

Sulla spiaggia di Miseno-Miliscola a Bacoli, in Campania,  il 24 gennaio si sono tenuti i Campionati Internazionali D’Italia Supermarecross e diversi ambientalisti e ricercatori si sono chiesti come fosse possibile che una manifestazione di questo tipo, che ha comportato anche la realizzazione di un tracciato di gara,  si potesse tenere all’interno del Parco Regionale dei Campi Flegrei che, come si legge sul sito di Federparchi, «protegge un’area vulcanica attiva, del territorio della Campania, in continua evoluzione. Ciò ha determinato, nel corso dei secoli e nell’interazione con gli insediamenti umani, il formarsi di una incredibile varietà di valori, materiali e immateriali, unici al mondo, compresenti, in maniera inscindibile, in una porzione di territorio di limitata estensione».

Anche perché, dice sempre Federparchi «Il Parco dei Campi Flegrei punta alla riconversione dell’attuale, inadeguato, modello di sviluppo territoriale, attraverso la valorizzazione e protezione della biodiversità e attraverso la realizzazione di un modello di sviluppo sostenibile, duraturo, e destagionalizzato, basato sulla valorizzazione dell’imponente Patrimonio Archeologico, Paesaggistico, Naturalistico, Storico e Termale inespresso».

Inoltre, come ricorda Stefano Erbaggio sul  giornale online L’Inziativa, la spiaggia di Miseno-Miliscola dove hanno sfrecciato le moto fa parte del di un Sito di Importanza Comunitaria (Sic) compreso per la metà nel perimetro del Parco Regionale dei Campi Flegrei, «a cui compete quindi la gestione secondo le disposizioni in materia di conservazione e gestione dei siti della Rete Natura 2000 approvate dalla Regione Campania».

Una gara di motocross non ha certo nulla a che vedere con tutto questo, ma la cosa più sorprendente è stata la risposta che ha dato agli ambientalisti e alla stampa Gennaro Carotenuto, il commissario del Parco regionale dei Campi Flegrei: «Al Parco non è stata prodotta alcuna formale richiesta di parere di competenza». Quindi la rombante manifestazione  Supermarecross  si sarebbe svolta senza la principale e più essenziale delle autorizzazioni: quella del Parco, ma anche senza che nessuno intervenisse per farlo presente e bloccare tutto.  Forse perché, come scrivevano il 20 gennaio in un comunicato gli organizzatori: «A patrocinare la gara, – fortemente voluta soprattutto dal Sindaco Josi Gerardo Della Ragione, dal Vicesindaco e Assessore allo Sport Marco di Meo, e dai Consiglieri Domenico Mazzella e Alessandro Radice, – è il Comune di Bacoli, con l’ausilio delle forze dell’ordine: Polizia municipale, Carabinieri e Guardia Costiera garantiranno la sicurezza su tutto il territorio durante le gare, in vista del grosso flusso di partecipanti attesi».  Insomma, tutti hanno proceduto come se il Parco non esistesse.

Eppure, come spiega su L’Inziativa Carlo Donadio, del Dipartimento di scienze della terra, dell’ambiente e delle risorse dell’università Federico II di Napoli, «La zona  è già soggetta ad erosione dalla seconda metà degli anni ’60, ed in quel periodo vennero poste le attuali scogliere per stabilizzare il fenomeno. Interventi di movimentazione della sabbia che cambiano il profilo morfologico della spiaggia possono causare un’accelerazione dei processi erosivi, specialmente se tali interventi sono effettuati in prossimità del mare. Ripristinare lo stato della spiaggia  riduce il rischio ma non lo elimina».

Quindi, la gara di motocross non autorizzata è intervenuta su un sito già a rischio e da tutelare e non solo dal punto di vista geologico. Rosario Balestrieri, ornitologo del Cnr e presidente dell’associazione dell’Associazione per la ricerca la divulgazione e l’educazione ambientale (Ardea) sottolinea che «Gli aspetti spiacevoli della vicenda sono due: innanzitutto, le spiagge sono ambienti estremamente delicati e sono soggetti a tutela e quella di Miseno è compresa in un Sic, per il quale sono predisposti piani di gestione e valutazione di incidenza; l’altro punto cruciale è che in un area così fortemente vocata al turismo ed alla natura, siano previste poche attività che utilizzano la risorsa “natura” in favore di altre, a grande impatto ambientale, adatte a zone con un altro tipo di vocazione. Questo tipo di manifestazioni sono causa di sconforto, visto che da anni le amministrazioni e le realtà locali avrebbero dovuto gettare le basi per un’economia del turismo diversa. Viene da pensare che il Parco non sia minimamente percepito. Per quanto riguarda invece la presenza di specie o habitat importanti in quell’area,  ho avuto la percezione che se la spiaggia non sia sfrutta dall’uomo venga considerata abbandonata e quindi degradata. Sul litorale dei Campi Flegrei si continua a rimaneggiare sabbia ed a pulirla di tutti i semi della macchia mediterranea, questa formazione vegetale così preziosa, che ci dovrebbe essere, non ci sarà mai. Quindi, se impediamo la formazione di dune, è impensabile che quella spiaggia venga colonizzata da specie rare, come il Fratino. In ogni caso, su quella spiaggia sono segnalate due coppie territoriali di Corriere piccolo».