La Cina distrugge le foreste del Panda. La denuncia di Greenpeace (FOTOGALLERY)

Una scappatoia nelle leggi cinesi. Foreste abbattute nell’Huangshuihe panda migratory corridor

[22 Ottobre 2015]

I Panda sono un’icona della Cina, come la Grande Muraglia o la Città Proibita, ma il governo centrale di Pechino, anche se è molto orgoglioso dei suoi Panda e li utilizza anche per le sue campagne diplomatiche,  sembra molto lontano dall’aver messo in atto le necessarie tutele per proteggere il loro habitat.  Infatti, Greenpeace East Asia  dice di aver scoperto che nella provincia cinese di Sichuan,  sono stati distrutti circa 1.300 ettari di foresta dove vive il panda gigante e sottolinea che «La deforestazione illegale in questo sito, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, è una minaccia diretta per molte piante e specie animali in via d’estinzione, come il famoso panda gigante».

La scoperta di Greenpeace è il frutto di due anni di indagini condotte con il telerilevamento, l’analisi delle mappe satellitari e diverse ricerche sul campo nel Santuario del Panda Gigante del Sichuan, le aree che circondano la riserva naturale nazionale del Fengtongzhai a Ya’an, nella regione del Sichuan, parte di un importante corridoio migratorio e habitat di numerose specie rare di piante e animali.

Secondo Pan Wenjing, della campagna foreste e oceani di Greenpeace East Asia, «L’entità della deforestazione illegale in quest’area così preziosa è impressionante. Quanto svelato da Greenpeace indebolisce gli sforzi del governo cinese di preservare il patrimonio naturale. Chiediamo al governo nazionale e alle amministrazioni locali di porre un freno alla deforestazione».

Precedenti indagini di Greenpeace Cina avevano scoperto simili attività illegali anche nelle province dello Yunnan (2013) e dello Zhejiang (2014) e gli ambientalisti dicono che «Nonostante la normativa che dal 1998 vieta l’abbattimento degli alberi nelle foreste naturali a scopo di profitto, gli affaristi locali e le autorità si sono serviti di una scappatoia nel “Regolamento tecnico per la ricostruzione delle foreste a basso rendimento” che li autorizza a sostituire la foresta con piantagioni più redditizie in nome di una presunta “rigenerazione forestale”. Le autorità hanno affrontato il problema con un ulteriore divieto emanato nel 2012, ma le indagini di Greenpeace Cina dimostrano che queste misure sono inefficaci. Se la falla nel sistema normativo non verrà sanata, un terzo delle foreste naturali cinesi rimarrà a rischio deforestazione anche dopo l’estensione del Programma di Protezione delle Foreste Nazionali previsto per il 2017».

Wu Hao, forests campaginer di Greenpeace East Asia, conclude: «La distruzione dell’habitat è una delle più grandi minacce per la sopravvivenza del panda gigante. I panda giganti per sopravvivere hanno bisogno di un habitat di foresta matura che sia ricco di risorse alimentari. I panda giganti anche bisogno di un grande habitat per poter migrare e riprodursi. Le analisi di Greenpeace hanno dimostrato che la deforestazione sta avvenendo nel cuore dell’Huangshuihe panda migratory corridor.  I corridoi migratori come questo sono essenziali per garantire i modelli di allevamento sani per i Panda. Le piantagioni che stanno sostituendo le foreste rase al suolo non possono nemmeno avvicinarsi a replicare il delicato, equilibrato, ecosistema che è essenziale perché i panda possano prosperare».