La mappatura e il monitoraggio delle torbiere migliorati grazie al lavoro della Fao

Una guida pratica per gestire al meglio ambienti essenziali per combattere il cambiamento climatico e salvaguardare biodiversità e risorse

[18 Marzo 2020]

La Fao ha pubblicato oggi la guida pratica “Peatland mapping and monitoring: Recommendations and technical overview”, ricca di informazioni tecniche sulle torbiere del mondo e consigli su come gestire questi particolari ecosistemi. Una pubblicazione frutto del lavoro congiunto di 35 autori di 14 Paesi e dell’esperienze realizzate in Paesi tropicali come Indonesia, Repubblica Democratica del Congo, Perù e regioni a clima temperato.

Le torbiere incontaminate, o “paludi”, sono caratterizzate da condizioni di acqua per lo più stagnante con mancanza di ossigeno, che rallenta la decomposizione dei microrganismi. Possono essere necessari 1.000 anni prima che un metro di materiale organico – la torba – si accumuli: la profondità delle torbiere può essere di 5 metri in climi vicini ai poli, e di oltre 15 metri in alcune aree tropicali, dove la maggiore produttività delle piante comporta depositi più profondi.
L’Indonesia, che ospita il 40% di tutte le torbiere tropicali, è stata particolarmente attiva nell’intraprendere azioni correttive per modificare le pratiche di drenaggio e deforestazione che, a partire dagli anni ’80, hanno causato vasti incendi. Tra le attività del governo vanno segnalate l’iniziativa “One Map” e la creazione del Programma di tutela e gestione dell’ecosistema delle torbiere, che prevede direttive per la loro tutela e monitoraggio. Allo stesso modo, la Repubblica Democratica del Congo ha istituito un’Unità Torbiere per definire e rispondere alle esigenze prioritarie. La scoperta delle torbiere della Cuvette Centrale è recente, ma sta già avendo un grande impatto sulle politiche climatiche e di tutela della regione.
Rimane tuttavia ancora molto da fare per preservare il carbonio delle torbiere, pertanto la condivisione delle conoscenze e lo sviluppo delle capacità offre sinergie significative e può aprire la strada a interventi più mirati sul clima. Le esperienze nazionali di mappatura e monitoraggio delle torbiere avranno un ruolo chiave nello sviluppo di una base di conoscenza globale più solida, affinché altri paesi possano imparare a sfruttare approcci innovativi per raggiungere l’obiettivo finale: tutelare questa preziosa e fragile risorsa naturale.

L’Agenzia Onu ricorda che «Le torbiere coprono solo il 3% della superficie terrestre, ma contengono tanto carbonio quanto l’intera vegetazione, evidenziando nettamente il loro ruolo fondamentale nella regolazione del clima globale. Il loro degrado, dovuto a drenaggio, incendi o altre cause, innesca la loro conversione da lenti serbatoi di carbonio in fonti veloci in grado di rilasciare nel giro di pochi decenni il carbonio immagazzinato per millenni. Per evitare il loro degrado e pianificare efficacemente la loro bonifica, le torbiere andrebbero urgentemente mappate e monitorate».

Una delle autrici della pubblicazione, Maria Nuutinen, la principale esperta di torbiere del Dipartimento forestale della Fao, spiega che «La mappatura delle torbiere consente di conoscere la loro posizione, l’estensione e il potenziale di emissioni di gas serra, il che può aiutare i Paesi a pianificare e gestire meglio la loro terra, l’acqua e la biodiversità, mitigando il cambiamento climatico e adattandosi in modo più efficace. L’accurata mappatura delle torbiere è il prerequisito per monitorare efficacemente le variazioni nelle loro condizioni. Per i Paesi che intendono ridurre le emissioni di gas serra e il rischio di incendi, il monitoraggio delle condizioni delle torbiere, in particolare del livello dell’acqua, si rivela fondamentale e prevede una serie di operazioni satellitari e terrestri».

Un altro autore dello studio, Hans Joosten, uno dei maggiori esperti di torbiere al mondo, fa notare che «Riconoscere le torbiere non è semplice, pertanto la mappatura e il monitoraggio devono essere gestiti come un esercizio complesso e ricco di sfumature. La vegetazione superficiale, per esempio, è composta prevalentemente da muschi nelle torbiere artiche, per lo più canneti nelle regioni temperate e mangrovie o foreste torbiere ai tropici. Le torbiere sono ancora in fase di scoperta, tra cui una delle più grandi al mondo – più estesa dell’Inghilterra – collegata al complesso di torbiere tropicali nella remota e impervia regione della Cuvette Centrale, nella foresta pluviale del Congo».

La Fao sottolinea che «Circa il 15% delle torbiere del mondo è stato prosciugato principalmente da coltivazioni, pascoli, silvicoltura e dall’estrazione, con conseguente degrado a lungo termine. I punti caldi del degrado delle torbiere sono soprattutto in Europa, Russia e America settentrionale, nel sud-est asiatico, in Africa orientale e nel bacino amazzonico. Ciò è spesso dovuto alla mancanza di conoscenze sulla posizione, l’estensione, le caratteristiche speciali, come il rischio di incendi, i benefici e il potenziale di mitigazione del cambiamento climatico.  Una solida conoscenza della posizione e dell’evoluzione delle torbiere gioverà inoltre alla loro considerazione nelle politiche e nei piani nazionali in materia di agricoltura, suolo, foreste e uso del territorio, nonché nei sistemi di monitoraggio e di reporting.  A livello pratico, migliori informazioni sulla posizione delle torbiere possono aiutare i progettisti dell’uso del territorio, i manager e gli agricoltori nelle loro decisioni gestionali».
Per favorire l’accesso dei Paesi a immagini di alta qualità, la Fao ha realizzato un modulo di monitoraggio all’avanguardia per la bonifica delle torbiere e sottolinea che «Accessibile in SEPAL, in quanto incluso nel kit di strumenti geospaziali della Fao, il modulo è stato implementato con successo per la prima volta in Indonesia dall’Agenzia indonesiana per la bonifica delle torbiere e dal Ministero delle politiche agricole e forestali. Il modulo di monitoraggio delle torbiere fornisce informazioni tempestive sull’andamento dell’umidità del suolo, aiutando a rilevare il drenaggio e monitorare gli interventi di bonifica». Le mappe dell’umidità del suolo possono essere aggiornate ogni 2 settimane utilizzando le immagini del satellite Sentinel-1 dell’Agenzia Spaziale Europea.

Julian Fox, responsabile dei Sistemi nazionali di monitoraggio delle Foreste della Fao, conclude: «Il modulo open-source per il monitoraggio delle torbiere sulla piattaforma SEPAL sarà ulteriormente sviluppato per soddisfare le esigenze del bacino del fiume Congo, che aiuterà a rilevare e ad affrontare i potenziali cambiamenti e prevenire gli incendi. Allo stesso modo, il Perù sta lavorando allo sviluppo di una metodologia di mappatura nazionale delle torbiere che possa sostenere interventi più mirati per tutelare e gestire le torbiere costiere, andine e amazzoniche. Questi Paesi e le altre organizzazioni partner dell’Iniziativa globale per le torbiere apriranno la strada ad altri interventi sulle torbiere».