La strolaga che uccise l’aquila con una “pugnalata” al cuore

Una storia di vita, morte e vendetta in un lago, lontano da occhi umani

[25 Maggio 2020]

Questa volta Davide sembra davvero aver battuto Golia: una strologa maggiore (Gavia immer), che compare sulla moneta da un dollaro canadese, ha ucciso un’aquila di mare testabianca  (Haliaeetus leucocephalus), l’uccello nazionale degli Usa che compare sullo stemma della più potente nazione del mondo.

La cosa è venuta fuori quando la carcassa di un’aquila di mare testabianca è stata trovata in un lago del Maine accanto a un pulcino morto di strolaga. Come scrive la biologa Danielle D’Auria sul blog del Maine Department of Inland Fisheries and Wildlife per il quale lavora, »A volte essere un biologo della fauna selvatica significa affrontare qulcosa di morto. Riceviamo chiamate su ogni sorta di creature morte che le persone trovano nei loro cortili, in autostrada o spiaggiate a terra. A volte raccoglieremo questi esemplari per ulteriori studi o per fornirli a un museo per la conservazione. Ad esempio, come parte di uno studio comune sulla mortalità delle strolaghe, ogni anno incoraggio le persone a farmi sapere se trovano una strolaga morta in modo da poter fare una necropsia (autopsia della fauna selvatica) per determinare la causa della morte. Questo ci consente di comprendere le sfide che questi uccelli affrontano e come possiamo potenzialmente alleviarle».

La D’Auria si occupa soprattutto di uccelli acquatici – strolaghe, aironi, sterne nere, uccelli palustri – così quando l’estate del 2019 ha sentito da John Cooley, un biologo del Loon Preservation Committee del New Hampshire, che nell’Highland Lake a Bridgton era stata trovata morta un’aquila testabianca  vicino a un pulcino di sterna maggiore, si è incuriosita. La carcassa dell’aquila è stata raccolta dal Maine Game Warden Neal Wykes e portata al Norway Veterinary Hospital per farle una radiografia per determinare da cosa fosse stata colpita. Dall’esame non è risultata la presenza di pallini da caccia, ma nel petto del grande rapace c’era una ferita e subito gli esperti hanno pensato che avrebbe potuto essere dovuta al becco di una strolaga adulta che aveva tentato di proteggere il suo pulcino dall’aquila.

Come spiega ancora la D’Auria, «L’arma migliore di una strolaga è il suo becco simile a un pugnale e attacca spesso i suoi avversari, risalendo da sotto la superficie dell’acqua con il becco dritto verso lo sterno o il torace dell’altra strolaga. Molte strolaghe adulte hanno diversi fori sternali guariti, prodotti da combattimenti come questi».

Negli Usa le aquile di mare testabianca sono protette dal Bald and Golden Eagle Protection Act e di solito tutte quelle trovate morte vengono inviate direttamente al National Eagle Repository in Colorado, quindi le loro parti possono essere adeguatamente distribuite ai nativi americani per scopi cerimoniali. Il Maine Department of Inland Fisheries and Wildlife ha ottenuto un permesso speciale dall’ U.S. Fish and Wildlife Service per inviare l’esemplare trovato morto nell’Highland Lake al National Wildlife Health Center di Madison, nel Wisconsin, per fargli una necroscopia approfondita per determinare se effettivamente la possente aquila avrebbe potuto essere uccisa da un’irascibile ma piccola strolaga. La D’Auria sottolinea che «Il motivo per cui questo era così interessante per i ricercatori che si occupano di strolaghe  è che un caso del genere non è mai stato documentato prima. Sappiamo che i conflitti tra aquile testabianca e strolaghe sono aumentati negli ultimi anni, dopo il recupero della nostra popolazione di aquile. Stiamo assistendo a sempre più predazioni di aquile sui pulcini di  strolaghe e persino sulle strolaghe adulte».

Alla fine, il patologo che ha esaminato l’aquila e il pulcino di strolaga in laboratorio, ha chiamato la D’Auria per dirle che sembrava davvero che  la colpevole della morte dell’aquila fosse una strolaga: le dimensioni della ferita inferta al rapace erano simili a quelle del becco appuntito di una strolaga e  la vera e propria pugnalata arrivava dritta al cuore, il che, probabilmente, ha causato una morte rapida dell’aquila che aveva imprudentemente predato il pulcino che infatti aveva delle ferite corrispondenti alla distanza degli artigli dell’aquila.

Di questa incredibile storia di morte e vendetta non ci sono stati testimoni umani: Nat Woodruff ha trovato l’aquila morta che galleggiava sull’acqua a testa in giù alle 6 del mattino e l’ha lasciata giustamente lì mentre contattava il Warden Service. Il ranger Wykes prima ha trovato il pulcino di strolaga morto lunatico e poi la carcassa dell’aquila testabianca. L’unica altra informazione di cui sono a conoscenza i ricercatori è che una donna che vive in una capanna vicino al lago la notte aveva sentito  una strolaga emettere il verso “hullabaloo” tipico di questi uccelli acquatici quando sono agitati e impauriti.

La D’Auria non nasconde la sua ammirazione per la mamma del pulcino che ha “pugnalato” l’aquila: «Chi penserebbe che una strolaga  avrebbe una sola possibilità contro un predatore così potente?».