La tenace resilienza dei fiori: si muovono e si raddrizzano dopo essere stati calpestati

Una capacità osservata nel 95% dei fiori bilateralmente simmetrici e solo nel 4% dei fiori radialmente simmetrici

[9 Aprile 2020]

Alcuni fiori hanno una straordinaria e precedentemente sconosciuta capacità di riprendersi dopo essere stati danneggiati. A dirlo è lo studio “Floral reorientation: the restoration of pollination accuracy after accidents” pubblicato su New Phytologist Trust da W. Scott Armbruster  della School of biological sciences dell’università di Portsmouth e dell’Institute of arctic biology, dell’università dell’Alaska – Fairbanks e da Nathan Muchhala del Department of biology dell’università del Missouri – St Louis, secondo il quale «Alcuni fiori feriti si piegano e, entro 10-48 ore dall’abbattimento si riportano nella migliore posizione possibile per garantire la riuscita della loro riproduzione». Una situazione che avviene quando, per esempio, questi organismi che sembrano così fragili vengono calpestati dagli esseri umani o dagli animali.

I ricercatori britannici di Portsmouth ricordano che «La riproduzione (e la sopravvivenza delle popolazioni) di molti fiori dipende dal perfetto allineamento dei loro organi sessuali e dei tubi del nettare, affinché un insetto in visita li impollini. Ma alcuni sono migliori rispetto ad altri nel recuperare il loro allineamento dopo un incidente».

Il principale autore dello studio, l’ecologo evoluzionista Scott Armbruster, dell’università di Portsmouth, sottolinea che «Gli incidenti meccanici si verificano abbastanza spesso nelle piante e possono, in alcuni casi, impedire alla pianta di attrarre insetti impollinatori e quindi di produrre semi. Produrre semi e propagarli è lo scopo principale di un fiore, quindi le lesioni che minacciano questo rappresentano un grosso problema».

Lo studio ha scoperto che i fiori bilateralmente simmetrici – quelli in cui i lati sinistro e destro si specchiano a vicenda, come la bocca di leone, l’orchidea e il pisello dolce – possono quasi sempre ripristinare il loro orientamento “corretto” spostando i singoli gambi di fiori o persino muovendo il gambo che supporta un mazzo di fiori. In alcuni casi, dopo aver subito una lesione, i fiori bilateralmente simmetrici possono riposizionare con precisione il loro stigma, un organo sessuale.

I ricercatori evidenziano che «Il movimento delle piante dopo un infortunio non riguarda solo la produzione di semi; queste piante sono state viste piegarsi o torcersi per assicurarsi che le loro foglie fossero di nuovo rivolte verso il Sole, necessario per la fotosintesi, il processo attraverso il quale una pianta produce il suo cibo».

I fiori radialmente simmetrici, quelli a forma di stella, come la petunia, il ranuncolo e la rosa selvatica , mancano di questa capacità e i loro steli raramente si riprendono dopo un infortunio.

I ricercatori dicono che «Quasi tutti (95%) dei fiori bilateralmente simmetrici esaminati si sono mossi dopo un infortunio per ripristinare la capacità della pianta di attrarre gli impollinatori, mentre solo il 4% dei fiori radialmente simmetrici esaminati si è mosso dopo l’infortunio. Questo è probabilmente dovuto al fatto che l’orientamento dei fiori è di solito più importante per un’impollinazione efficiente dei fiori bilateralmente simmetrici rispetto a quelli radialmente simmetrici». Armbruster aggiunge che «Questo aspetto poco noto dell’evoluzione delle piante è affascinante e ci dice molto di più di quanto non sapessimo in precedenza su come le piante si adattano comportamentalmente ai cambiamenti nel loro ambiente, compresi gli incidenti meccanici».

Armbruster e Nathan Muchhala dell’università del Missouri – St. Louis hanno studiato 23 specie di fiori autoctoni e coltivati ​​provenienti da Australia, Regno Unito, Sud America e Nord America e hanno scoperto 4 meccanismi coinvolti, a volte separatamente, a volte tutti in una volta, in un fiore ferito che si riorienta: «Piegatura del gambo principale di sostegno di un mazzo di fiori; Piegatura di singoli gambi di fiori (più probabile negli steli lunghi); Rotazione dei singoli gambi di fiori (più probabile negli steli corti); Torcimento o piegatura degli organi sessuali del fiore».

Dallo studio viene fuori anche che più giovane è la parte della pianta ferita, più veloce riesce a piegarsi, «il che significa che gli steli che sostengono i singoli fiori alla fine di un grappolo si spostano più facilmente rispetto agli steli più forti e più vecchi che sostengono un intero ammasso».

Armbruster conclude: «Poiché per le specie vegetali che non consentono l’accesso agli insetti impollinatori o che hanno perso la connessione tra il nettare e i suoi organi sessuali le prospettive sono brutte, ci aspettavamo che le piante avrebbero trovato un modo per aggirarlo, se, ad esempio, fossero state colpite da venti forti o da rami che cadono. Quel che abbiamo scoperto, in un campione casuale di piante, è stato che i fiori bilateralmente simmetrici sono in grado di utilizzare fino a quattro metodi per ripristinare le loro possibilità di essere impollinati quasi ai livelli pre-infortunio. Direi che questa capacità è un comportamento sottovalutato degno di un esame più attento».